- La procura di Roma che sta indagando sull’ex socio di Giuseppe Conte, l’avvocato Luca Di Donna, e su una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze illecite, sta analizzando nuove piste investigative.
- Gli inquirenti vogliono capire come mai la struttura commissariale riconsegnò all’imprenditore Buini (che disse no alle richieste dell’ex socio di Conte) mezzo milione di dispositivi anti-Covid.
- La procura non ipotizza per ora ritorsioni, ma vuole capire come mai, in un momento in cui il paese era investito dalla prima devastante ondata di Covid e le mascherine erano merce preziosa, i fedelissimi di Arcuri hanno deciso di rinunciare a un carico che era già stato recapitato, senza nemmeno spiegarne i motivi.
La procura di Roma che sta indagando sull’ex socio di Giuseppe Conte, l’avvocato Luca Di Donna, e su una presunta associazione a delinquere finalizzata al traffico di influenze illecite, sta analizzando nuove piste investigative. Che stavolta mirano a capire i motivi di alcune decisioni prese dalla struttura commissariale per l’emergenza Covid, che al tempo dei reati contestati a Di Donna e altri avvocati accusati di aver mediata tra l’ente e aziende private era guidata da Domenico Arcuri.



