Classe 1962, romano, impegnato politicamente fin da giovane nella Democrazia cristiana. È stato direttore di testate giornalistiche legate alla Dc, per poi essere un deputato del Pd fino al 2018
Francesco Saverio Garofani è uno dei consiglieri del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Secondo il quotidiano La Verità si sarebbe lasciato andare a dei commenti sulla tenuta del governo Meloni, auspicando «un provvidenziale scossone» per destabilizzare l’esecutivo di destra. Frasi subito rilanciate dal capogruppo di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, che ha chiesto spiegazioni e smentite. Una mossa che ha scatenato la dura reazione del Quirinale che con una nota ha parlato di un attacco alla presidenza costruito «sconfinando nel ridicolo».
Chi è Francesco Garofani
Garofani è il consigliere del capo dello Stato per gli Affari del Consiglio supremo di Difesa. Nato a Roma, laureato in Lettere e Filosofia, ha studiato la storia del movimento cattolico e fin da giovane è impegnato politicamente con la Democrazia cristiana. Diventa giornalista professionista, dal 1990 al 1992 è caporedattore de La Discussione, per poi essere – dal 1995 al 2003 – il direttore del quotidiano Il Popolo. Successivamente contribuisce alla fondazione di Europa, di cui diventa vicedirettore. In quegli anni già conosce Mattarella, i due seguono un percorso comune, dal Ppi, passando per la Margherita, fino al Pd.
La carriera politica di Garofani
Garofani viene eletto per la prima volta come Camera nel 2006, tra le fila dell’Ulivo, e nelle due successive legislature è confermato come deputato del Partito democratico, di cui diventa anche membro della Direzione nazionale. Dal 2015 al 2018 ricopre il ruolo di presidente della commissione Difesa della Camera.
Nel corso degli anni ha pubblicato alcune opere, la prima ricerca nel 1991 dal titolo Il secondo tempo della Repubblica. Mentre nel 1998 è coautore del libro Dialoghi su Moro: un contributo alla storia, con testimonianze del mondo politico sul caso Moro. Nel 2013, invece, scrive insieme a David Sassoli il libro Il potere fragile – I consigli dei ministri durante il sequestro Moro.
La nomina a consigliere
Nel 2018 non è più ricandidato in Parlamento, a quel punto Mattarella lo nomina suo consigliere per le questioni istituzionali. Per poi, nel 2022, dargli un nuovo incarico: consigliere per gli Affari del Consiglio supremo di Difesa. Anche ai tempi, Fratelli d’Italia aveva creato polemica, comunicando il proprio «stupore per la decisione di nominare una figura così politicizzata e di parte come un ex parlamentare del Pd, per un ruolo che per la prima volta non viene affidato a un militare».
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