Su Lucca sì Lucca no parla Tito Faraci il saggio. Ovvero lo scrittore, sceneggiatore, autore di Topolino ma anche di Dylan Dog, Martin Mystère, Zagor, Lupo Alberto, Diabolik, Nick Raider, l’Uomo Ragno, Devil e Capitan America, fino ai lavori a quattro mani con Sio. «Da sessant’anni facciamo questo festival», dice all’agenzia Adnkronos, «Appartiene a noi» e «e noi dobbiamo difenderlo anche dall’interno». Rispetto per chi non sarà da domani al Lucca Comics&Games, il festival del fumetto che si apre domani per quattro giorni nella città toscana, assicura, e anche comprensione: «Ci si può sentire costretti dal proprio animus personale, a non poterci venire, come nel caso di Zerocalcare, o ci si può sentire costretti a venire e a portare una testimonianza da dentro, come farò io».

Faraci per molti fa cassazione. E del resto Zerocalcare non voleva lanciare il boicottaggio del festival nel post in cui ha raccontato il dialogo interiore con la sua coscienza di fronte al nuovo senso assunto in questi giorni, a suo giudizio, dal patrocinio dell’ambasciata israeliana alla manifestazione, ha scritto: «Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca»: ovvero colleghi, editori, in gran parte suoi compagni di bordi che fanno altre scelte. 

Va detto che il patrocinio dell’ambasciata israeliana era noto da tempo, ed è dovuto al fatto che sono israeliani gli autori del manifesto di quest’edizioni, Asaf e Tomer Hanuka. 

Ma come sempre, Michele Rech, il fumettista italiano ormai diventato di culto per torme di ragazzi, ragazzini e adulti, ben al di là del pur crescente mercato degli appassionati del genere, non voleva fare il «guru» politico. La sua generosità creativa, l’understatement come misura di igiene personale di fronte al successo del suo lavoro, basta a raccontare la sua resistenza alle sirene, ovvero la sua intenzione, umana prima che politica, di non volere essere trasformato in un «guru». 

Amnesty no, Emergency sì

Tutto inutile, naturalmente. La questione posta, che ha agitato i social, è risultata comunque ineludibile per alcuni suoi compagni di bordi. Fumettibrutti, alias Josephine Yole Signorelli, ha annunciato che non andrà a Lucca: «Credo che se nella vita si fanno dei compromessi (io stessa ne ho fatti tanti) su questo non riuscirei a dormirci la notte».

Si è ritirata anche Amnesty International e da ultima anche la Cgil di Lucca, da sempre “fiancheggiatrice” della manifestazione. In un comunicato sofferto, sottolinea la condanna contro «l’attacco terrorista eseguito dai militanti di Hamas lo scorso 7 ottobre, in quanto atto di inqualificabile barbarie e crudeltà nei confronti dei civili israeliani» ma sente il «dovere di denunciare la violenta reazione di Israele, che ha risposto mettendo in atto azioni di guerra non solo contro Hamas, ma anche contro i cittadini palestinesi della Striscia di Gaza, sottoposti da quel giorno e sino ad oggi a costanti bombardamenti». Annullato quindi «l’evento organizzato da Slc Cgil e Filcams Cgil Lucca, la conferenza “Il lavoro dietro al fumetto”».

Maicol & Mirco invece ci sarà: «La scrittura la utilizziamo per vestire panni che non indossiamo, per andare in luoghi che non conosciamo. Per fare passi più lunghi delle nostre gambe». C’è chi, come Leo Ortolani, ha deciso di partecipare e esporre materiale dedicato a Gaza per raccogliere fondi per i civili palestinesi.

Il dibattito sul dibattito

E con riflessi pronti l’organizzazione del festival ha organizzato un evento sulla discussione, il 2 novembre. Titolo: «Dal Medio Oriente all’Ucraina, dal Sudan fino all’Africa dimenticata, per arrivare alle migrazioni. Cosa può fare il mondo della cultura quando vittime innocenti, guerra, massacri, e grandi esodi irrompono nelle nostre vite in tutta la loro lacerante drammaticità?».

Ci sarà Simonetta Gola, direttrice della comunicazione di Emergency, e Mario Marazziti, della Comunità di Sant’Egidio.

Il vaso scoperchiato da Zerocalcare è irresistibile per la destra che in queste ore soffia sulla riesumazione dello «scontro di civiltà» in Medioriente. Una vera manna per il sindaco di destra della città di Lucca, che si è vista materializzare l’occasione per forzare il principio di una manifestazione nata – si legge nella sua carta dei valori – con l’obiettivo «di creare relazioni inclusive, trovando nella quota di diversità dei media, così come in quella degli individui, il punto su cui fare leva per creare nuovi significati».

L’amministrazione di destra-destra, appoggiata da CasaPound, ha due assessori, Mia Pisano e Fabio Barsanti. E la settimana scorsa ha negato l’intitolazione di una via della città a Sandro Pertini, al grido di «A noi» della stessa Pisano. Una scelta contro cui l’Anpi ha indetto una manifestazione in città il prossimo 7 novembre. Intanto al taglio del nastro domani arriverà il ministro degli Esteri Antonio Tajani. E anche il ministro Matteo Salvini minaccia la sua presenza.

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