Come vi sentireste se a un convegno di filosofia un dentista prendesse la parola e dicesse: «Il filosofo Michael Highdigger (pronuncia “Aidìggher”) sostiene che Yesterday è stata composta da Albano». Sareste presi dello sconcerto e poi gli direste: «Guarda che intanto si chiama Martin Heidegger, Yesterday l’hanno composta i Beatles, e poi scusami a te chi t’ha invitato a parlare che non ne sai nulla?».

Ecco, quando io sento Massimo Cacciari o uno dei filosofi amici suoi parlare di virus e vaccini mi viene da dire: «Ma cosa sta dicendo? E chi l’ha invitato?» Perché il più delle volte dicono cose che non stanno né in cielo né in terra, almeno dal punto di vista scientifico.

Più dubbi che precauzioni

Massimo Cacciari, filosofo, Giorgio Agamben, filosofo, e altri loro colleghi della congrega “Dubbio e Precauzione” sostengono che sono contro il Green pass perché è una misura ingiustificata dal punto di vista scientifico che introduce una discriminazione fra chi è vaccinato e chi non lo è. Ingiustificata dal punto di vista scientifico? La prima cosa che mi viene da chiedergli è: ma dove avete vissuto nell’ultimo anno? Nel regno delle idee platoniche? Vi siete accorti che c’è un’epidemia devastante che ha mietuto centotrentamila morti e che senza i vaccini adesso noi saremmo ancora chiusi in casa?

La scienza ha dimostrato che i vaccini proteggono dal contagio e soprattutto dalla malattia grave e dalla morte. Chi è vaccinato protegge sé stesso, perché ha una minore probabilità di ammalarsi e di morire, e anche gli altri, perché ha una minore probabilità di contagiarli.

Forse il problema è che questi filosofi sono abituati alle loro belle discussioni astratte in cui si affrontano a colpi di parole per fare prevalere la propria opinione, e vinca il retore migliore. «Come faremo a sopravvivere dopo la morte di Dio? Questa è la grande domanda di Nietzsche, perché che Dio è morto lo dicono tutti, anche al mercato», conciano Cacciari.

«Il viso è in Dio, ma le ossa sono atee. Fuori, tutto ci spinge verso Dio; dentro, l’ostinato, beffardo ateismo dello scheletro», gli risponde Agamben.

Queste sono parole eteree che non hanno bisogno del riscontro della realtà. Ma la scienza non funziona così.

Lo scienziato prima formula una teoria, poi conduce un esperimento per provare se quella teoria è vera o falsa, e se tutto va bene alla fine dice: «Le cose stanno come dico io». Questo è il metodo scientifico.

I “fatti” e il Green Pass

Cacciari e i suoi colleghi dicono che il Green Pass è una misura ingiusta e incostituzionale perché non ha un fondamento scientifico?  E allora esaminiamoli questi “fatti” scientifici su cui questi filosofi fondano le loro “opinioni”.

Anche pochi giorni fa, ospite in tv, Massimo Cacciari ha spiegato che per lui il Green Pass è una misura ingiusta perché di questo vaccino contro il Covid «non sappiamo neanche se è un vaccino! L’ha detto il presidente della Bayer che non è un vaccino ma un procedimento diverso».

Bene: il professor Cacciari non ne ha azzeccata una.

Si definisce “vaccino” ogni preparato biologico che induca l’immunità in un essere vivente. I vaccini contro il Covid inducono in noi immunità, perciò sono veri vaccini. Certo, sono vaccini moderni.

 Sin dall’ottocento, per vaccinare un essere umano contro un virus gli si inoculava un virus “attenuato”, cioè vivo, quasi identico a quello selvaggio “cattivo” che provocava la malattia, ma indebolito: l’immunità contro questo virus indebolito proteggeva anche da quello cattivo.

Molti vaccini odierni contengono ancora virus attenuati, come ad esempio quello contro il morbillo. Però, alcuni di questi virus “buoni” potevano retro-mutare ridiventando “cattivi”, e in quel caso scatenavano una malattia grave, come accadeva talvolta con il vaccino antipolio Sabin, a virus attenuato, che talvolta causava la poliomiemite in chi lo riceveva.

Allora, gli scienziati iniziarono a produrre vaccini a virus “inattivato”, che cioè contenevano virus identici a quello selvaggio ma incapaci di replicarsi e di mutare, e perciò di dare la malattia: il vaccino antipolio Salk contiene virus inattivato.

In anni più recenti, abbiamo capito che basta iniettare un vaccino che contenga solo una porzione del virus, l’antigene che meglio di ogni altro scatena la risposta immunitaria: e ciò li rende assai sicuri.

I vaccini contro il Covid sono modernissimi, e di due tipi. I vaccini a vettore virale sono composti da un virus innocuo (quello del raffreddore dello scimpanzé, inattivato) che esprime la proteina Spike del coronavirus sulla sua superficie; e i vaccini a Rna sono formati da goccioline di lipidi al cui interno sta un Rna che istruisce le nostre cellule a produrla.

Quindi, il nostro sistema immunitario reagisce contro la proteina Spike del coronavirus introdotta nel nostro organismo senza che in esso penetri un virus potenzialmente pericoloso.

Sperimentali?

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L’altra frase tormentone, che rimbalza sulla bocca di ogni bravo no-vax e che purtroppo è stata ripetuta anche da Cacciari & Co, è questa: «I vaccini contro il Covid sono terapie geniche sperimentali, come ha anche spiegato il presidente della Bayer». Tutto falso.

Innanzitutto, i vaccini non sono terapie perché non curano ma servono a prevenire la malattia e la morte: e questi contro il Covid lo fanno benissimo. Non sono terapie geniche perché né i vaccini a vettore virale né quelli a Rna sono in grado di modificare i geni del nostro dna.

Infine, non sono neanche sperimentali perché la fase di sperimentazione si è conclusa per ognuno dei vaccini attualmente utilizzati: sennò non sarebbero stati autorizzati dalle autorità sanitarie dei vari paesi. E poi, non è vero che il presidente della Bayer in un recente convegno avrebbe detto: «I vaccini a mRna sono un esempio DI terapia cellulare e genica».

 Stephan Oerlich, che non è il presidente ma un dirigente della Bayer, ha spiegato che chi sta investendo soldi per sviluppare nuove cure, quali la terapia cellulare e genica, non dovrebbe avere paura perché prima o poi i ricavi arrivano, come ha insegnato la storia di successo dei vaccini a Rna contro il Covid, e ha affermato testualmente: «I vaccini a Rna sono un esempio Per la terapia cellulare e genica». Interrogata sulla questione, la Bayer ha voluto fornire la sua versione ufficiale: «Chiaramente, i vaccini a mRna non sono una terapia genica».

Il Nobel immaginario

Cacciari dice anche che non si conoscono i danni a lungo termine di questi vaccini, «come afferma il premio Nobel Mèlon». Chi sia questo Mèlon non si sa, di sicuro non è una cucurbitacea, ma forse il professore intendeva Robert Malone (pronuncia Malòn) che non è un Nobel ma è colui che ha inventato la tecnica per iniettare l’Rna dentro alle cellule grazie a goccioline di lipidi.

Quanto al resto, sia i vaccini a vettore virale sia quelli a Rna vengono digeriti e fagocitati dalle nostre cellule in poche ore, e quindi non possono dare danni a lungo termine.

Poi, dice Cacciari, In Israele e in Gran Bretagna molti dei decessi nell’ultimo periodo sono di persone vaccinate, quindi i vaccini non funzionano. E qui basterebbe saper fare di conto. Dato che questi vaccini non hanno un’efficacia del 100 per cento, anche tra i vaccinati qualcuno purtroppo muore.

Nell’ultimo mese, in Italia sono morti 384 individui non vaccinati (sugli 8 milioni totali), e 444 individui vaccinati (sui 45 milioni totali): ma il dato inganna. Erano non vaccinati l’86 per cento dei deceduti tra 12 e 39 anni; il 78 di quelli tra 40 e 59 anni, e il 63 di quelli tra 60 e 79 anni; e solo tra chi aveva più di 80 anni i non vaccinati erano il 31 per cento del totale e i vaccinati da più di sei mesi il 42, perché soprattutto in questa classe di età l’efficacia del vaccino diminuisce col tempo. Quindi il vaccino protegge tutti, un po’ meno gli anziani.

Caro Professor Cacciari, se vuole dire che il Green pass è incostituzionale non può giustificare la sua opinione innalzando un’altissima cattedrale di sofismi costruita su fondamenta scientifiche di sabbia, perché poi crolla tutto. La prossima volta, studi meglio.

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