Ogni visita “istituzionale” diventa un comizio, ogni comizio cade proprio in una regione in campagna elettorale. Così Valditara costruisce il consenso tra sindaci amici e studenti, confondendo ruolo istituzionale e impegno di partito
«Ho un appuntamento istituzionale in Puglia». Così, con la voce impastata di patriottismo ministeriale e dopo aver sferzato l’opposizione con quell’incendiario «Vergognatevi!», il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, si è lasciato Montecitorio alle spalle per prendere un volo diretto in Puglia. Bari precisamente, dove giovedì 13 ha presentato al Teatro Petruzzelli La rivoluzione del buon senso. Per un Paese normale, in compagnia di Loredana Perla e Ernesto Galli della Loggia con cui ha firmato le Nuove indicazioni nazionali, criticate per impostazione conservatrice. Nello stesso giorno la visita alla Fondazione Tatarella, dove ha trovato il tempo per rispondere a distanza all’opposizione, giocando una carta cara al governo Meloni: il vittimismo. «Non entro negli insulti infamanti che mi sono stati rivolti, dico soltanto che sono molto amareggiato».
Saranno anche impegni «istituzionali» ma il tour pianificato da mesi somiglia a quello di una vera campagna elettorale. Incentrata sulle regionali. Che siano «impegni elettorali», lo ammette velenosamente anche un esponente della Lega in Transatlantico. Si vota in Puglia, Veneto, Campania. Così il giorno in cui Montecitorio esplode sul ddl sul consenso informato che porta il suo nome, Valditara vola a Lecce in visita all'Its Academy Mobilità. La mattina dopo il ministro è a Castellana Grotte (Bari) in visita all'Istituto "Luigi dell'Erba". Il pomeriggio a Galatina per incontrare gli istituti scolastici del territorio presso il Teatro Cavallino Bianco, accolto dal sindaco Fabio Vergine eletto anche grazie al sostegno dalla Lega.
Missione elettorale
Un mini-tour pensato in ogni dettaglio. Merito, dicono da via Bellerio, del sondaggio Demopolis che fotografa un’Italia al fianco del ministro. Realizzato a luglio per Esperia (house-organ social del Carroccio) il sondaggio avrebbe convinto la Lega che “il Professore”, è l’uomo giusto da precipitare su e giù nello stivale per attrarre consensi; o almeno non perderli considerando gli ultimi deludenti risultati leghisti.
Ex senatore di An (finiano), leghista della prima ora, Valditara si immola così da mesi in spedizioni pianificate con una scaltrezza particolare: nell’agenda si trova un evento istituzionale e una raffica di comizi. Dove si vota, lui arriva. Dove c’è una platea di studenti, spunta un palco. Dove c’è un sindaco amico, e magari un palco con le bandiere giuste, l’“istituzionale” si fa comizio. La ragione del momento si chiama riforma 4+2 del percorso professionale (quattro anni di scuola generale più due di specializzazione). Una formula agile, perfetta per muoversi da un auditorium all’altro col timbro del ministero e la sostanza della propaganda.
Marche, Calabria, Toscana
Quando è il turno delle Marche di andare al voto, il ministro si fa trovare il 15 settembre, all'Istituto Ommicomprensivo "Rotella- Montalto" di Montalto delle Marche con il sindaco Daniel Matricardi incidentalmente responsabile Enti provinciali per la Lega. Il ministro poi incontra alcune scuole del territorio a Montegiorgio (Fermo). Mentre il giorno dopo è ad Ancona insieme al sindaco Daniele Silvetti, l’uomo che nel 2023 espugnò la roccaforte rossa della regione.
Pochi giorni dopo di nuovo al voto, altro mini-tour. Siamo in Calabria, si vota il 5 e 6 ottobre. Il 25 settembre approda a Lamezia Terme, all’Istituto comprensivo Borrello-Fiorentino con a fianco il sindaco di centro-destra. Nella settimana del voto, Valditara si fa trovare prima a Sant'Eufemia d'Aspromonte dove visita l'Istituto comprensivo Sant'Eufemia - Sinopoli - Melicuccà e il Liceo scientifico statale Enrico Fermi. Poi raggiunge Reggio Calabria per le visite al Liceo scientifico Leonardo Da Vinci e al Liceo Alessandro Volta.
In Toscana si vota il 12 e 13 ottobre, uno spazio elettorale per la destra di Giorgia Meloni e di Matteo Salvini sfavorevole, la scenografia va rinforzata. Così il 7 ottobre il palco di Palazzo Pancaldi diventa il teatro della Lega al gran completo: Matteo Salvini con i ministri Roberto Calderoli, Giancarlo Giorgetti, Alessandra Locatelli, e naturalmente lui, il professore con la riforma in tasca.
Campania, Puglia, Veneto
Ma è il trittico Campania, Puglia, Veneto e impegnare totalmente il professore. In Veneto grazie a una vecchia conoscenza Marco Bussetti, direttore dell’Ufficio scolastico regionale che da ministro lo aveva nominato capo dipartimento per la Formazione superiore e la Ricerca, pianifica le tappe elettorali sotto il mantello della presentazione della riforma 4+2. Il 10 novembre e a Palazzo Thiene Bonin Longare a Vicenza sede di Confindustria e poi nella redazione del Giornale di Vicenza. Il giorno dopo inserisce nell’agenda un appuntamento extra-programma per il Festival delle Idee, alla biblioteca civica Vez di Mestre, per un incontro sul tema scuola e sostenibilità. Per poi scendere a Napoli, precisamente Caivano, Parco Verde.
L’incontro con Don Patriciello a favore di telecamere e poi un intervento di fronte a diecimila studenti e rappresentanti delle istituzioni per dire che il "Decreto Caivano" e "Agenda Sud" hanno funzionato. Nel lessico ministeriale si chiama “continuità istituzionale”. Nella pratica è una campagna elettorale a cattedra mobile. Una strategia che è una commistione tra impegni di Stato e appuntamenti di partito, un modo per volare a spese pubbliche, fondere il ministro e il militante, cancellando così il confine tra ruolo istituzionale e propaganda leghista.
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