Svolta nelle indagini sull’omicidio di Alessandro Coatti, il ricercatore 42enne originario del ferrarese, ucciso il 6 aprile 2025 a Santa Marta, in Colombia. Sono stati infatti eseguiti nel paese sudamericano alcuni provvedimenti restrittivi, emessi dalla autorità giudiziaria del Dipartimento di Magdalena, nei confronti di quattro cittadini colombiani ritenuti responsabili, in concorso, dell'omicidio e dello smembramento del cadavere di Coatti, ritrovato a pezzi in una valigia.

Lo fa sapere la procura di Roma, nell'ambito del relativo procedimento, che ha sviluppato le indagini in ambito nazionale, attraverso complessi accertamenti svolti dai carabinieri del Ros «con grande puntualità ed efficacia».

Come spiega una nota, le investigazioni sono state svolte in sinergia con la procura sezionale del Dipartimento di Magdalena nell'ambito di attività rogatoriale, con gli apparati di polizia colombiani e con il costante supporto del servizio di cooperazione internazionale di polizia e dell'ambasciata d'Italia a Bogotà, e sono state caratterizzate, oltre che dalla escussione di persone informate sui fatti, da accurati accertamenti tecnici su oggetti e dispositivi elettronici appartenuti alla vittima.

Proprio gli approfondimenti sugli apparati informatici hanno permesso di fare luce sugli ultimi giorni di vita di Coatti, in particolare sugli spostamenti nella città di Santa Marta, nonché di contribuire alla definizione delle fasi del delitto ed all’acquisizione di elementi utili alla identificazione degli autori.

«Particolarmente significativa» per la procura di Roma l'indicata cooperazione giudiziaria e di polizia che si è sviluppata con le autorità colombiane, che hanno condotto «indagini sin da subito e senza sosta in molteplici direzioni fino alla individuazione dei profili di responsabilità». In tale contesto si è collocato «il proficuo scambio delle evidenze raccolte, con la conseguente ricostruzione della vicenda e del suo drammatico epilogo».

Coatti era originario di Portomaggiore, in provincia di Ferrara, ed era biologo ricercatore alla Royal Society of Biology di Londra, dove viveva da ormai otto anni. Era arrivato in Colombia lo scorso 28 marzo, quarta tappa di un lungo un viaggio nei paesi latinoamericani iniziato a fine anno, dopo aver visitato l'Ecuador, il Perù e la Bolivia.

Lo zio di Coatti: «non so nulla»

Dell'arresto «ho letto» sui media «proprio questa mattina. In questo momento», ha dichiarato Giovanni Coatti, zio paterno di Alessandro Coatti. «Io l'ho letto – ha continuato – ma se l'hanno detto a mio fratello non lo so».

Si tratta di un passo in avanti? «Non lo so, al momento non sappiamo più di tanto, al momento non cambia nulla. Chi sono questi quattro? Io non so nulla, mio fratello non mi ha detto nulla. Magari gli avranno detto qualcosa ma io non lo so», ha detto ancora. 

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