- Ad aprile scorso i giudici algerini hanno condannato il giornalista e professore Saïd Djabelkhir a tre anni di carcere per aver espresso delle opinioni sulla religione islamica.
- I relatori speciali delle Nazioni Unite, Ahmed Shaheed e Irene Khan, hanno chiesto conto al governo di Algeri della condanna, soprattutto dal punto di vista della tutela della libertà d’espressione.
- L’esecutivo algerino ha risposto con una lettera in cui cita una sentenza della Cedu. Un paradosso offerto dagli stessi stati europei.
Il 22 aprile scorso Saïd Djabelkhir, accademico e giornalista algerino, fondatore del circolo dei «Lumi per il pensiero libero», che si occupa di Islam, è stato condannato a tre anni di carcere e a pagare una multa da 50mila dinari, per aver pubblicato su Facebook dei contenuti ritenuti offensivi dell’Islam. La sua condanna prende a riferimento l’articolo 144 del codice penale algerino che, al secondo comma, punisce le offese al profeta dell’Islam o le critiche ai precetti della religione mus



