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Gli imprenditori sirolibanesi Saadé producono vino sia rosso che bianco negli altipiani a sud di Latakia, una città portuale nella Siria nord-occidentale.
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L’azienda deve fare i conti le criticità della regione: in vigna sono arrivati i combattimenti fra regime di Assad e opposizioni, a Beirut gli uffici sono stati distrutti dall’esplosione del porto.
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Malgrado tutto Bargylus viene esportato in 30 Paesi, incassa critiche di tutto rispetto, e da questa primavera è disponibile anche in Italia. Per i distributori è “una sorpresa insolita e interessante”.
Ogni estate, con l’avvicinarsi delle vendemmie di agosto e settembre, un taxi carico di grappoli d’uva accuratamente classificati parte dalla Siria occidentale nella zona di Latakia, il cui porto è presidiato dai russi, si lascia alle spalle i territori controllati da Bashar Assad e varca il confine libanese. Poi continua attraverso la regione di Hakkar, la più povera del paese dei Cedri, lambisce le località marittime alla moda nelle cittadine cristiane di Batroun e Byblos, e infine approda ne



