Il vertice tra Xi Jinping e Vladimir Putin che si è svolto venerdì 4 febbraio a margine della cerimonia di apertura delle XXIV olimpiadi invernali di Pechino ha rafforzato le relazioni economiche ed espresso identità di vedute tra Cina e Russia su questioni di grande rilevanza geopolitica come l’allargamento della Nato e Taiwan. A questo link è disponibile il comunicato congiunto diramato dai due presidenti al termine dell’incontro.

  • Perché è importante
Sputnik

Affermando la sua contrarietà a un ulteriore allargamento della Nato in Europa orientale (a partire dall’Ucraina, crisi sulla quale in questo articolo Francesca De Benedetti ha analizzato le politiche di Francia e Germania), Pechino è intervenuta a sostegno degli interessi di Mosca in una questione di grande importanza per gli Stati Uniti, al di fuori della sua area d’influenza asiatica. D’altra parte Mosca ha difeso le rivendicazioni di Pechino su Taiwan.

Il comunicato Cina-Russia è un manifesto del multilateralismo così come inteso da Xi e Putin, dove i diritti umani non rappresentano un valore universale e la democrazia è declinabile a seconda delle differenti realtà “culturali”. Un’identità di vedute che viene descritta nel comunicato come «una decisione strategica che ha un’influenza di vasta portata in Cina, in Russia e nel mondo e non potrà essere scossa».

  • Il contesto

Le due parti hanno firmato quindici accordi di cooperazione, tra cui uno per la fornitura annuale di 10 miliardi di metri cubi di gas russo alla Cina, e un altro tra il colosso energetico russo Rosneft e la China National Petroleum Corporation per la fornitura di 100 milioni di tonnellate di petrolio alla Cina attraverso il Kazakistan per dieci anni.

Le relazioni tra Cina e Russia negli ultimi decenni hanno attraversato alti e bassi. Alleati dopo l’ascesa al potere, nel 1949, del Partito comunista cinese, nel 1960 tra i due paesi si consumò la drammatica rottura sino-sovietica, che comportò il ritiro di decine di migliaia di tecnici e ingegneri sovietici.

Negli ultimi anni, i rapporti tra i due paesi confinanti si sono fatti sempre più stretti, fino all’incontro della settimana scorsa, quando Xi e Putin hanno chiarito che «l’amicizia tra i due stati non ha limiti, non ci sono aree di cooperazione “proibite”».

Come abbiamo analizzato in questo articolo, per Pechino le olimpiadi invernali rappresentano anche un’occasione per rafforzare i legami economici e politici con una serie di governi-partner economici, i cui rappresentanti sono in questi giorni nella capitale cinese.

Pechino conquista il continente nero con le infrastrutture

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Tra il 2007 e il 2020 le banche cinesi hanno prestato ai paesi dell’Africa subsahariana oltre 23 miliardi di dollari per la costruzione di infrastrutture, più del doppio del credito fornitole complessivamente allo stesso scopo da Stati Uniti, Giappone, Germania e Francia. A rivelarlo è uno studio del Center for Global Development, disponibile a questo link.

  • Perché è importante

Nancy Lee, autrice del paper del Cgd, ha rilevato che «ci sono molte critiche alla Cina, ma se i governi occidentali vogliono aumentare gli investimenti produttivi e sostenibili a livelli significativi, devono schierare le proprie banche di sviluppo e fare pressioni sulle banche di sviluppo multilaterali affinché rendano questi investimenti una priorità».

Il documento del think tank con sedi negli Stati Uniti e nell’Unione europea sottolinea che, nel periodo in esame, i finanziamenti allo sviluppo degli Usa diretti all’Africa subsahariana sono stati meno di un decimo di quelli cinesi.

Istituiti alla metà degli anni Novanta, i due veicoli di finanziamento utilizzati da Pechino per i suoi finanziamenti all’Africa subsahariana sono i colossi di stato China Exim Bank e China Development Bank, che sostengono finanziariamente la strategia “andare fuori” (zǒuchūqū zhànlüè) che mira ad aumentare gli investimenti diretti esteri della Cina, ad aumentare la qualità dei suoi prodotti e i canali di credito al di là del mercato nazionale.

  • Il contesto

In un’Africa in cui, spiega in questo articolo Mario Giro, si sta affacciando prepotentemente anche la Turchia, gli Stati Uniti – che vent’anni fa avevano il 15,5 per cento dell’interscambio col Continente nero, contro il 4 per cento della Cina) – sono stati soppiantati da Pechino, che attualmente ha il 25,6 per cento del commercio bilaterale contro il 5,6 per cento di Washington. Ma la Cina è diventata anche il principale prestatore bilaterale dell’Africa subsahariana, con il risultato che le sue banche di stato finanziano i paesi africani per la costruzione di strade, ponti, ferrovie e altre infrastrutture da parte di aziende di stato cinesi.

YUAN, di Lorenzo Riccardi

L’Argentina entra nella nuova via della Seta

Negli ultimi giorni si è molto discusso delle relazioni Russia-Cina in occasione delle olimpiadi invernali di Pechino. In realtà i rappresentanti del governo cinese hanno avuto molteplici incontri e firmato accordi con leader di diverse regioni. Tra le aree più rappresentate c’è anche il Sud America, con importanti memorandum di intesa siglati dai presidenti di Ecuador e Argentina.

Il presidente ecuadoriano Guillermo Lasso e Xi Jinping hanno concordato di avviare negoziati per un accordo di libero scambio che potrà promuovere ulteriormente il commercio e le relazioni economiche bilaterali e regionali. Il ministro del Commercio cinese Wang Wentao ha firmato un protocollo d’intesa (Mou) con Julio José Prado, ministro del Commercio estero dell’Ecuador, che segna l’avvio ufficiale dei negoziati. Nel 2021, il commercio bilaterale tra Cina ed Ecuador ha raggiunto un volume di circa 11 miliardi di dollari, con un aumento annuo del 45 per cento. Negli ultimi due anni la Cina è diventata il secondo partner commerciale dell’Ecuador.

Il presidente argentino Alberto Fernandez e il presidente cinese hanno firmato un memorandum d’intesa sulla Belt and Road Initiative. L’Argentina ha così aderito al progetto infrastrutturale del governo cinese che coinvolge oltre 140 paesi e regioni.

L’accordo è stato firmato alla vigilia del cinquantesimo anniversario dall’avvio delle relazioni diplomatiche tra Pechino e Buenos Aires, che si terrà quest’anno.

Secondo i dati delle doganali cinesi, nel 2020 la Cina è stata partner strategico e secondo per scambi con l’Argentina. Il volume del trade nel 2021 ha raggiunto 18 miliardi di dollari, con una crescita del 28 per cento su base annua.

Negli anni la Cina ha firmato una serie di accordi fiscali e di libero scambio che segnalano l’accresciuta importanza delle relazioni economiche con i paesi sudamericani. I primi free trade agreement (Fta) sono stati siglati con il Cile nel 2005, e con il Perù nel 2009, e ora le parti stanno negoziando un aggiornamento dell’accordo.

Il 9 luglio 2018, nel primo anniversario dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche tra Cina e Panama, è inoltre stato firmato un memorandum d’intesa, annunciando l’avvio ufficiale dei negoziati per un Fta.

Nel network degli accordi fiscali Pechino ha siglato trattati contro la doppia imposizione per favorire gli investimenti con il Brasile (1991), il Venezuela (2001), l’Ecuador (2013), e con il Cile (2015). La Cina ha inoltre firmato un trattato fiscale con l’Argentina il 2 dicembre 2018, che non è ancora entrato in vigore.

Il wireless 6G made in China promette 1 terabite al secondo

Un team di ricercatori guidato dal professor Zhang Chao della prestigiosa Università Tsinghua di Pechino ha annunciato di aver raggiunto una velocità record di trasmissione dati wireless, che potrebbe permettere alla Cina di assumere la guida nella corsa globale per le comunicazioni senza filo di nuova generazione, il cosiddetto “6G”.

Secondo il comunicato, pubblicato il 10 febbraio, utilizzando onde millimetriche a vortice (una forma di onde radio ad altissima frequenza con spin in rapido cambiamento) gli scienziati sono riusciti a trasmettere 1 terabyte di dati per oltre 1 chilometro in un secondo.

  • Perché è importante

La linea di comunicazione wireless nella quale l’equipe guidata da Zhang ha sperimentato la nuova tecnologia – istituita a gennaio nel complesso delle olimpiadi invernali di Pechino – sarebbe in grado di trasmettere in streaming più di 10mila feed video live ad alta definizione contemporaneamente.

Le onde radio delle tecnologie attualmente in uso si propagano come le increspature dell’acqua in uno stagno, mentre quelle a vortice, come un vortice che, tuttavia, nei precedenti esperimenti, si allargavano con l’aumentare della distanza, perdendo potenza.

Ma ora, secondo Zhang e i suoi collaboratori dell’Università Jiao Tong di Shanghai e del colosso di stato della telefonia China Unicom, le onde a vortice, a differenza delle altre modalità di trasmissione delle comunicazioni radio del secolo scorso, hanno aggiunto «una nuova dimensione alla trasmissione wireless», e l’esperimento indica che la Cina potrà diventare «leader mondiale nella ricerca su potenziali tecnologie chiave per il 6G».

  • Il contesto

Secondo quanto riferito a South China Morning Post da un ricercatore cinese che ha chiesto di rimanere anonimo, perché coinvolto in progetti di ricerca riservati con le più grandi società di telecomunicazioni locali, «la cosa più eccitante non riguarda solo la velocità. Si tratta di introdurre una nuova dimensione fisica, che può portare a un mondo completamente nuovo con possibilità quasi illimitate».

Consigli di lettura della settimana:

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China’s pledge to end overseas coal support yields mixed results in Serbia and Bosnia

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Per questa settimana è tutto. Per osservazioni, critiche e suggerimenti potete scrivermi a: exdir@cscc.it

Weilai vi invita a seguire il futuro della Cina su Domani, e vi dà appuntamento a giovedì prossimo.

A presto!

Michelangelo Cocco @classcharacters

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