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Secondo i dati pubblicati lunedì 17 gennaio dall’Ufficio nazionale di statistica (Nbs), il prodotto interno lordo della Cina nel 2021 è cresciuto dell’8,1 per cento, al di sopra di quel “più del 6 per cento” previsto dal governo. I dati del quarto trimestre hanno però confermato il continuo rallentamento della crescita: +4 per cento tra ottobre e dicembre, dopo il +18,3 per cento, il +7,9 per cento e il +4,9 per cento rilevati rispettivamente nel primo, secondo e terzo trimestre.

L’anno scorso il Pil della Cina è stato di 114mila miliardi di yuan (18mila miliardi di dollari) e rappresenta ormai il 18 per cento dell’economia globale.

  • Perché è importante

Mentre non sono ancora noti i dati ufficiali del 2021 sull’economia Usa (la cui crescita è stimata dalla Banca mondiale al 6 per cento), la Cina l’anno scorso ha continuato a erodere il vantaggio della prima economia del pianeta.

Per il direttore della scuola di sviluppo dell’Università di Pechino, Yao Yang, di questo passo il Pil della Repubblica popolare cinese supererà quello degli Stati Uniti d’America tra il 2028 e il 2030. Secondo lo stesso Yang, se il Pil cinese supererà mediamente di 1,5 punti percentuali all’anno quello Usa, nel 2049 l’economia cinese sarà il doppio di quella statunitense. Pechino non vuole alimentare questa paura nell’avversario, tanto che il direttore del Nbs, Ning Jizhe, ha sottolineato che «Siamo ancora il più grande paese in via di sviluppo del mondo, con un Pil pro capite inferiore a un quinto di quello degli Usa e un terzo di quello del Giappone».

  • Il contesto

Il governo cercherà con una serie di misure di mantenere la crescita del Pil di almeno il 5 per cento nel 2022, per mantenere la stabilità economica nell’anno del XX Congresso nazionale del Partito comunista cinese. La Banca centrale ha annunciato il taglio dei tassi d’interesse (dopo venti mesi) a uno e cinque anni, anche per favorire la ripresa dei progetti edilizi frenati dalla crisi Evergrande, analizzata in questo articolo.

Gli investimenti nella manifattura hi-tech e nei servizi hi-tech nel 2021 sono aumentati rispettivamente del 22,2 per cento e del 7,9 per cento. «La perla nascosta in queste cifre è negli investimenti in tecnologia avanzata. Si tratta di un settore che ha un potenziale di crescita molto elevato», ha scritto lunedì in una nota Iris Pang, capo economista della Greater China presso la società di servizi finanziari olandese Ing, «Una potenziale mina è la guerra commerciale tra Stati uniti e Cina».

Lo yuan digitale è già negli smartphone di 261 milioni di cinesi

(AP Photo/Ng Han Guan)

Quella della moneta sovrana digitale della Cina è ancora ufficialmente una sperimentazione, non c’è ancora un piano per il suo lancio ufficiale, eppure lo yuan digitale è già utilizzato da 261 milioni di persone. Martedì 18 gennaio la Banca centrale (Pboc) ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha rivelato che, tra ottobre e dicembre 2021, il numero di cinesi che lo usa è raddoppiato, balzando a 261 milioni, mentre gli esercizi commerciali che lo accettano sono oltre 8 milioni e le transazioni fin qui effettuate ammontano a 87,6 miliardi di yuan (13,8 miliardi di dollari).

  • Perché è importante

Diversi altri paesi stanno lavorando a monete sovrane digitali (ne parla, in questo articolo, Andrea Daniele Signorelli) ma Pechino – che ha dichiarato guerra a Bitcoin e alle altre criptovalute indipendenti (non emesse da autorità bancarie) sta schiacciando il piede sull’acceleratore di questa riforma.

L’adozione dello yuan digitale è inoltre destinata a spezzare il duopolio Tencent-Alibaba del mercato dei pagamenti elettronici, che finora le due compagnie private si sono spartite grazie alle loro app WeChat pay e Alipay. Pechino sta lavorando alla rapida adozione dello yuan digitale per eliminare del tutto monete e banconote che, tra l’altro, permetterebbe il controllo da parte di un’autorità centrale (la Pboc e, attraverso di essa, il governo) di ogni transazione finanziaria all’interno del paese.

  • Il contesto

La sperimentazione – che verrà allargata con ulteriori incentivi durante il Capodanno cinese e le Olimpiadi invernali – è attualmente in corso nelle metropoli di Pechino, Shanghai, Shenzhen, Suzhou, Xiongan, Chengdu, Hainan, Changsha, Xian, Qingdao e Dalian.

Un paio di settimane fa il Consiglio di stato (il governo) ha varato un piano per estenderne l’utilizzo e annunciato che introdurrà lo yuan digitale anche per il pagamento delle utenze domestiche e per i servizi amministrativi, mentre i grandi operatori di internet vengono spinti a favorire i pagamenti nella moneta digitale della Pboc attraverso la app della Banca centrale, ora scaricabile da tutti gli app store del paese, e le banche commerciali (attraverso i loro canali).

YUAN, di Lorenzo Riccardi

Vola l’interscambio Italia-Cina: +34 per cento nel 2021

L’Amministrazione generale delle dogane della Repubblica popolare cinese ha diffuso il 14 gennaio i dati preliminari sulle esportazioni e importazioni cinesi del 2021.

Il volume totale di import ed export registrato l’anno scorso ha raggiunto un livello record, superando i 6.051 miliardi di dollari, con un aumento di 1.405 miliardi di dollari e un incremento del 30 per cento rispetto ai dodici mesi del 2020.

Le esportazioni sono cresciute di 3.364 miliardi di dollari (+29,9 per cento rispetto al 2020), mentre le importazioni hanno raggiunto i 2.688 miliardi di dollari (+30,1 per cento rispetto al 2020). La Cina ha registrato un nuovo primato anche per quanto riguarda il surplus commerciale (676 miliardi di dollari), superando il precedente volume record di 594 miliardi di dollari del 2015.

L’interscambio commerciale tra Italia e Cina ha raggiunto i 74 miliardi di dollari (+34,1 per cento rispetto al 2020), di cui 44 miliardi di dollari (+32,6 per cento) di esportazioni cinesi e 30 miliardi di dollari (+36,3 per cento) di importazioni cinesi. Il tasso di incremento delle importazioni dall’Italia è tra i più alti dell’Ue, ciò evidenzia la forte relazione tra le due economie.

Il volume degli scambi con i membri della Regional comprehensive economic partnership (Rcep) ha raggiunto 1.868 miliardi di dollari, che rappresentano il 31 per cento del volume degli scambi cinesi. La Cina ha importato oltre 995 miliardi di dollari dai partner Rcep (37 per cento del totale), con un aumento del 28,3 per cento rispetto all’anno precedente. Il deficit commerciale con questi partner è aumentato a 121 miliardi di dollari.

La Rcep è entrata in vigore all’inizio del 2022 e stimolerà ulteriormente lo sviluppo delle economie coinvolte nella regione del sud est asiatico (i dieci membri dell’Asean), del nord est asiatico (Giappone e Corea) e del Pacifico (Australia e Nuova Zelanda).

L’Unione europea e gli Stati Uniti sono le principali destinazioni dei prodotti cinesi, rappresentando 1/3 del totale. L’Ue e gli Usa sono anche i principali contributori al surplus commerciale cinese, con 208 e 397 miliardi di dollari.

Corruzione nel partito, Xi promette “tolleranza zero”

Il segretario generale del partito comunista cinese, Xi Jinping, ha promesso “tolleranza zero” nei confronti della corruzione durante la VI sessione plenaria della XIX Commissione centrale di vigilanza (Ccdi), l’organismo del Pcc che sovrintende alla condotta dei suoi 95 milioni di iscritti, che si è riunito dal 18 a al 20 gennaio a Pechino. Dal resoconto dell’agenzia Xinhua risulta evidente che – pur lodando i successi ottenuti dalla Ccdi – Xi ha ribadito che la campagna anticorruzione lanciata nel 2013 è diventata permanente, e non risparmierà vittime nel 2022, anno del XX Congresso nazionale del Partito comunista.

  • Perché è importante

La campagna anticorruzione (in questo articolo abbiamo analizzato un caso di alto profilo nella metropoli di Hangzhou) svolge per Xi una duplice, fondamentale funzione: da un lato cercare di ridurre un malaffare che nel Pcc è endemico, e che i leader del passato hanno combattuto solo saltuariamente; dall’altro si tratta di un potentissimo strumento di controllo politico del partito, che permette a Xi di isolare eventuali avversari interni.

L’anticorruzione è inoltre per il partito uno strumento di legittimazione: è apprezzata e viene resa ancora più popolare dalla propaganda, ad esempio attraverso il documentario Tolleranza zero la cui prima (di cinque) puntate è stata mandata in onda sabato 15 gennaio dalla tv di stato.

  • Il contesto

Secondo gli ultimi dati della Ccdi e della Commissione nazionale di vigilanza (il nuovo organismo che estende i controlli e le procedure anticorruzione del Pcc a tutta la pubblica amministrazione), nei primi tre trimestri del 2021, entrambi gli organismi hanno registrato più di 470mila casi e sanzionato più di 414mila funzionari, di cui 22 di livello ministeriale e provinciale. Negli ultimi dieci anni, più di 900mila membri (circa l’1 per cento dei 95 milioni di iscritti) sono stati espulsi dal Pcc per casi di corruzione. Oltre 400 funzionari registrati e supervisionati dal Comitato centrale del Pcc sono stati rimossi dall’incarico.

Consigli di lettura della settimana:

Per questa settimana è tutto. Per osservazioni, critiche e suggerimenti potete scrivermi a: exdir@cscc.it

Weilai vi invita a seguire il futuro della Cina su Domani, e vi dà appuntamento a giovedì prossimo.

A presto!

Michelangelo Cocco @classcharacters

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