La guerra in Ucraina sta dando vita a una crisi alimentare che colpisce soprattutto i paesi più poveri. L’Ucraina, infatti, è tra i maggiori esportatori di grano e olio di girasole al mondo e tra Africa e medioriente sono diversi i paesi che dipendono dalle sue forniture, soprattutto Egitto e Tunisia.

Da settimane Kiev denuncia che tonnellate di grano sono ferme nei porti del mar Nero e non possono essere consegnate per via del blocco imposto dalla Russia. «Non accadeva dalla seconda guerra mondiale» che bloccassero il porto di Odessa, ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nei giorni scorsi. In totale le autorità ucraine stimano che nei silos siano fermi 14 milioni di tonnellate di mais, e oltre quattro milioni di tonnellate di grano.

Della questione ne hanno discusso anche il premier Mario Draghi e il presidente degli Stati Uniti Joe Biden nel loro incontro del 10 maggio alla Casa Bianca. «Dobbiamo chiedere alla Russia di sbloccare il grano bloccato nei porti Ucraini», ha detto il premier italiano. «Rischiamo una crisi alimentare in Africa», ha confermato Biden.

Il piano dell’Europa

AP Photo/Muhammad Sajjad

Secondo quanto riporta Politico, da Bruxelles stanno pensando a un piano per trasportare il grano per via terrestre e che sarà presentato nella giornata di oggi.

A muoversi in prima persona è il Commissario europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski. «È necessario organizzare corridoi alternativi per l’esportazione, soprattutto per il grano, il mais, perché l’Ucraina ha un sacco di scorte», ha detto Wojciechowski a Politico. «Vogliamo garantire le catene di approvvigionamento alimentare per l’Europa e il resto del mondo».

Il Commissario europeo ha anche detto che la Russia intende sfruttare la crisi alimentare a proprio favore, bloccando i silos nei porti e poi distribuendo il grano ai paesi più poveri in segno di carità. «Questa è la propaganda russa. Stanno distruggendo intenzionalmente il potenziale (agricolo ndr.) ucraino ... e i prossimi passi saranno che sono amici del mondo e si ritraggono come il salvatore».

Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha detto che è l’Ucraina a rifiutare di cooperare per facilitare le partenze dei carichi. Inoltre, secondo Lavrov, l’esercito ucraino avrebbe piazzato delle mine nei porti dove ci sono le navi.

La soluzione

La soluzione è cercare di trasportare le tonnellate di grano verso la Polonia per trasportarli nel resto del mondo attraverso il mar Baltico. Tuttavia, il problema principale è che c’è un divario tra i binari delle ferrovie ucraine e quelle polacche, questo significa che ogni treno merci deve essere scaricato e caricato ogni volta lungo il confine, aumentando di gran lunga i tempi di trasporto. Di questo passo ci vorranno quasi due anni per smaltire le attuali riserve, senza contare che nei prossimi mesi ci sarà la prossima raccolta nei campi che non sono stati danneggiati dalla guerra.

L’altra opzione sul tavolo è creare dei “corridoi umanitari” che permettano di trasportare il materiale attraverso il mar Nero, ma non è la via principale che al momento stanno vagliando a Bruxelles. Nel mar Nero, dove nelle scorse settimane è affondato l’incrociatore missilistico Moskva e sono state attaccate diverse navi di entrambi gli eserciti, sono in corso pesanti combattimenti, soprattutto nell’Isola dei serpenti.

I numeri

Secondo quanto riportano le autorità di Kiev, prima della guerra l’Ucraina era in grado di esportare quasi cinque milioni di tonnellate di grano ogni mese e fino a 700mila tonnellate di olio di girasole, attraverso il mar Nero. Rispetto all’aprile dello scorso anno, Kiev è riuscita a trasportare solo un milione di tonnellate di grano, mentre lo scorso anno erano a tre milioni.

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