«Vedo che il popolo italiano sostiene davvero l’Ucraina», ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, intervistato da Lorenzo Cremonesi per il Corriere della Sera. La sua convinzione, però, sembra essere smentita dalle analisi sul sentiment della popolazione italiana in merito alla guerra.

Le rilevazioni Ipsos

L’istituto Ipsos, specializzato in ricerche di mercato e sondaggi politici, a partire dal 10 marzo 2022, a due settimane dallo scoppio del conflitto russo-ucraino, ha condotto in Italia rilevazioni periodiche sulla percezione della guerra da parte dei cittadini. 

Se nella prima rilevazione il sentimento prevalente era l’incertezza, nei due successivi (del 18 marzo 2022 e del 25 marzo 2022) a crescere sono paura, tristezza e rabbia, inaugurando un trend che si rivelerà stabile per tutto il tempo successivo e che si accompagna a un calo della speranza rispetto ai primi giorni successivi all’invasione russa. 

Ciò che inizia a emergere già dalla sesta rilevazione, quella del 15 aprile 2022, è il calo di persone che si dicono dalla parte dell’Ucraina, nonostante all’epoca fossero ancora la quota maggioritaria, il 54 per cento. Parallelamente aumenta la percezione che molti degli indecisi siano in realtà sostenitori della Russia. Dalle successive rilevazioni, fino all’ultima, quella del 13 ottobre 2022, emerge l’impressione che siano in aumento i sostenitori della Russia, considerando anche quelli che non si dichiarano tali. «Se è minima la parte di italiani che rivela di parteggiare per la Russia (sette per cento), esiste la percezione che siano oltre due volte tanto quelli che stanno con Mosca (19 per cento). In crescita chi ha posizioni «equidistanti» e sotto quota 50 per cento il sostegno all’Ucraina», scrivono gli analisti di Ipsos.

Dalla fine di aprile inizia a ridursi a dieci punti percentuali anche la forbice tra i favorevoli alle sanzioni e i contrari, fino ad arrivare, nella rilevazione di metà settembre, a cinque punti percentuali. 

Ad aumentare è, parallelamente, la preoccupazione per l’impennata dell’inflazione e il timore per la trasformazione del conflitto in guerra mondiale e nucleare. 

A confronto con l’Europa

A metà maggio anche il primo thik tank paneuropeo, l’European Council on Foreign Relations (Efcr), ha condotto un’analisi sul sentiment dei cittadini di dieci paesi europei rispetto alla guerra. Nell’indagine sono state coinvolte circa 8 mila persone che vivono in:

  • Polonia,
  • Romania, 
  • Francia,
  • Germania,
  • Italia,
  • Portogallo,
  • Spagna,
  • Finlandia,
  • Svezia e
  • Gran Bretagna. 

Dai dati raccolti gli europei si collocano in due schieramenti distinti: il cosiddetto «campo della pace» e il «campo della giustizia». Gli appartenenti al primo vogliono la pace subito, anche qualora questa fosse vincolata a concessioni da parte dell’Ucraina nei confronti della Russia. Al contrario, chi si pone nell’altro campo ritiene che solo una chiara sconfitta della Russia possa portare la pace.

Circa un terzo (il 35 per cento) degli intervistati si colloca nello schieramento della pace, un quinto (il 22 per cento) in quello della giustizia e un altro quinto (il 20 per cento) non sa scegliere tra pace e giustizia, ma è ampiamente favorevole alle azioni intraprese dall’Ue in risposta all’attacco russo. Ciò che rileva è che l’Italia è il paese nel quale il numero di “pacifisti” è maggiore rispetto agli altri nove. 


L’Italia occupa un posizionamento peculiare anche per quanto attiene all’attribuzione delle responsabilità della guerra. In Polonia, Svezia, Finlandia, Portogallo e Gran Bretagna oltre l’80 per cento degli intervistati non ha dubbi sul fatto che sia la Russia la principale responsabile del conflitto. Un dato che si scontra con quello più modesto di Italia (56 per cento), Francia (62 per cento) e Germania (66 per cento) e che vede ancora una volta il nostro paese in testa alla classifica di quelli che sono più indulgenti nei confronti della Russia. 

Inoltre, emerge un sentimento anti americano abbastanza diffuso. Il 28 per cento dei cittadini italiani ritiene, infatti, che ad ostacolare la pace siano gli Stati Uniti. Negli altri paesi la quota di chi la pensa così si ferma al nove per cento. 

Conclusioni

Il sostegno degli italiani agli ucraini stando ai dati è, dunque, più modesto di quanto sperato da Zelensky. Gli italiani sono spaventati dalle incertezze e i timori sulle conseguenze della guerra. Di più, si registra un atteggiamento piuttosto indulgente nei confronti delle responsabilità della Russia, sostenuto anche da un sentimento anti americano diffuso.

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