Nel programma del governo israeliano, che è passato all’unanimità, si prevede lo spostamento della popolazione verso sud e la negazione della possibilità di distribuire rifornimenti umanitari
Il gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato all’unanimità il piano operativo per la prossima fase della campagna nella Striscia di Gaza, che includerebbe la «conquista di Gaza e il mantenimento dei territori». Ad affermarlo un funzionario israeliano citato dal Times of Israel.
Il piano presentato dal Capo di Stato Maggiore delle Idf, Tenente Generale Eyal Zamir, prevede anche lo spostamento della popolazione civile verso sud e gli attacchi ad Hamas affinché non assuma il controllo degli aiuti umanitari usati come leva politica e di consenso, con l'obiettivo di «distruggere le capacità di governo» del gruppo terroristico.
Il piano prevede, dunque, l’occupazione della Striscia e il mantenimento dei territori, lo spostamento della popolazione verso sud, la negazione ad Hamas della possibilità di distribuire rifornimenti umanitari e attacchi violenti contro i miliziani palestinesi: azioni che contribuiranno a ottenere una vittoria.
In un video diffuso su X, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha parlato della riunione notturna del gabinetto di sicurezza, affermando che è stata approvata un'azione «intensa per la sconfitta di Hamas» che «aiuterà anche nella liberazione degli ostaggi».
Netanyahu ha ribadito che la popolazione della Striscia sarà spostata «per proteggerla» e ha dichiarato che non ci saranno più «ingressi e uscite» né «incursioni» di Hamas in Israele.
Nel pomeriggio, l’Idf ha precisato ai media israeliani che il piano approvato non prevede la conquista dell’intera Striscia di Gaza, ma azioni mirate in vaste aree, escluse quelle dove si sospetta la presenza di ostaggi. Si passerà da incursioni temporanee alla presa di controllo su singole zone, con operazioni di bonifica e interventi intensivi nei tunnel.
L'Hostages and Missing Families Forum ha affermato che il piano, approvato dal governo per conquistare il territorio e sostenere la presenza di Israele a Gaza, dovrebbe essere denominato «piano Smotrich-Netanyahu» per «rinunciare agli ostaggi, alla sicurezza e alla resilienza nazionale di Israele».
Nella dichiarazione le famiglie dei rapiti hanno affermato che questo piano è un'ammissione da parte del governo di scegliere i territori anziché gli ostaggi, il che, a loro dire, è contro la volontà di oltre il 70 percento degli israeliani.
Di segno opposto le parole del ministro di estrema destra Bezalel Smotrich, secondo cui «Israele si appresta finalmente a conquistare la Striscia di Gaza» e «non bisogna più temere la parola ‘occupazione’». Smotrich ha affermato che non ci sarà alcun ritiro dalle aree conquistate, «nemmeno in cambio degli ostaggi», e che «l’unico modo per liberarli è sconfiggere Hamas». Ha poi aggiunto che «gli ostaggi sono in pericolo ogni istante in cui restano nelle mani di Hamas» e che Israele sta facendo tutto il possibile per proteggerli.
Sul fronte degli aiuti umanitari, l’agenzia delle Nazioni Unite ha rilasciato una dichiarazione ripresa dai media locali in cui respinge il piano israeliano che intende cambiare radicalmente le modalità di ingresso e distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza.
Nel frattempo, l’Unione Europea ha espresso «profonda preoccupazione» per il piano israeliano, giudicandolo un rischio per l’aumento delle vittime civili e delle sofferenze nella Striscia. Il portavoce per gli Affari esteri della Commissione europea, Anouar El Anouini, ha invitato Israele a fare marcia indietro, sottolineando che «il negoziato è l’unica via per il ritorno degli ostaggi e la cessazione delle ostilità».
Bruxelles ha inoltre chiesto il ripristino immediato dell’accesso umanitario, la fornitura di elettricità e la revoca del blocco imposto da Israele su Gaza.
Il piano, trapelato sui media israeliani venerdì, prevede che venga abbandonata la distribuzione all'ingrosso e l'immagazzinamento degli aiuti e che, invece, organizzazioni internazionali e appaltatori di sicurezza privati distribuiscano il cibo alle singole famiglie, rappresentate ognuna da una sola persona che sarà controllata dall'Idf e raggiungerà i luoghi di distribuzione, dopo che la popolazione del nord e del centro della Striscia sarà evacuata nella zona tra i corridoi Morag e Filadelfia.
L'Idf non sarà direttamente coinvolta nella distribuzione degli aiuti, ma le truppe avranno il compito di fornire un livello di sicurezza esterno per gli appaltatori privati. Il governo israeliano ritiene che questo metodo renderà più difficile per Hamas dirottare gli aiuti verso i suoi miliziani. Israele ha chiuso i valichi il 2 marzo impedendo il passaggio dei camion con gli aiuti.
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