Secondo un database classificato dell’intelligence militare israeliana l’83 per cento delle persone uccise a Gaza sono vittime civili. A riportarlo è un’inchiesta del The Guardian realizzata insieme a +972 Magazine e Local Call secondo cui su 53mila uccisioni registrate fino allo scorso maggio, soltanto 8.900 erano miliziani di Hamas o della Jihad islamica palestinese.

Stando al database, quindi, su ogni sei palestinesi uccisi nella Striscia nei primi 19 mesi di guerra cinque sono civili. Si tratta di un rapporto inusuale per un conflitto moderno, con livelli di mortalità civile quasi senza precedenti negli ultimi decenni.

La causa non risiederebbe soltanto nella densità abitativa della Striscia ma nelle regole di ingaggio estremamente permissive adottate dall’esercito, che hanno reso marginale la distinzione tra obiettivi civili e militari.

«Le persone vengono promosse al rango di terrorista dopo la loro morte», ha detto una fonte dell'intelligence citata dal Guardian. «Se avessi ascoltato la brigata, sarei giunto alla conclusione che avevamo ucciso il 200 per cento degli agenti di Hamas nella zona».

Più volte l’Idf ha ammesso di aver commesso “errori” in attacchi che hanno ucciso giornalisti, operatori umanitari, sfollati nelle tende e anche i luoghi di culto, come accaduto nel caso dell’attacco alla chiesa della Sacra famiglia.

Secondo un recente report pubblicato dall’organizzazione Action on Armed Violence (Aoav) nell’88 per cento dei casi i presunti abusi commessi dall’esercito israeliano tra Gaza e Cisgiordania negli ultimi due anni non hanno portato ad alcuna conseguenza concreta. Nessuna imputazione, condanna o almeno spiegazione che giustifichi gli errori commessi dai soldati.

A tutto questo si sommano le uccisioni indiscriminate contro i civili nei centri di distribuzioni gestiti dalla Gaza humanitarian foundation e controllati dai soldati dell’Idf che quasi quotidianamente spara sulla folla in attesa dei pacchi alimentari. Al momento si contano circa 1400 uccisioni negli hub costruiti dall’esercito israeliano all’interno della Striscia, tra questi ci sono donne, bambini e anziani.

La risposta dell’Idf

All’inchiesta realizzata dalle testate indipendenti l’esercito israeliano ha risposto dicendo che i numeri menzionati nell’articolo «non riflettono i dati disponibili nei sistemi dell’Idf», senza specificare quali dati fossero contestati.

Le autorità israeliane non hanno contestato i dati, ma si sono limitati a segnalare che eventuali precisazioni sarebbero state formulate in futuro. Se confermati, i dati dimostrerebbero il fallimento dell’operazione militare israeliana e che la leadership politica e militare dello stato ebraico ha mentito più e più volte pubblicamente sui numeri dei miliziani di Hamas uccisi a partire dal 7 ottobre 2023.

Nel solo 2024, secondo l’Ong Action on Armed Violence, la Striscia ha concentrato quasi il 40 per cento e delle vittime civili causate nel mondo da esplosivi, mentre gli ospedali sono stati colpiti più di 650 volte.

L’indagine arriva in un momento cruciale della guerra. L’esercito israeliano ha iniziato l’operazione militare per occupare Gaza City che secondo il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, porterà a «distruzioni di massa». Nonostante le critiche della comunità internazionale e il malcontento crescente tra i generali dell’Idf, il gabinetto di guerra guidato dal premier Benjamin Netanyahu non ha intenzione di fare dietrofront.

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