In un contesto di crisi umanitaria e alimentare senza precedenti, è entrata in vigore la "pausa tattica", annunciata dall'Idf, delle operazioni dell'esercito israeliano nelle Striscia di Gaza: sarà in vigore a livello locale «ogni giorno fino a nuovo avviso» dalle 10 fino alle ore 20 (dalle 9 alle 19, ora italiana). La pausa, hanno aggiunto le forze militari del governo guidato da Benjamin Netanyahu, «verrà mantenuta nelle aree in cui l'Idf non è operativa: Al-Mawasi, Deir al-Balah e Gaza City».

AFP

Israele ha anche annunciato di aver effettuato lanci aerei di aiuti nella Striscia: uno dei pallet arrivati dal cielo è caduto su una tendopoli, provocando almeno 11 feriti. Nella giornata di ieri, sia l’Onu (tramite il Programma alimentare mondiale) sia l’Unrwa avevano lanciato l’allarme sulla pericolosità del lancio di aiuti umanitari via cielo.

La condanna internazionale per la carestia che sta colpendo il territorio palestinese ha portato Tel Aviv a dare il via libera anche all’apertura di corridoi umanitari, con la garanzia dell’istituzione di «percorsi sicuri» per garantire il passaggio dei convogli. Dal valico di Shalom sono passati i primi camion con aiuti umanitari, altri sono partiti dalla Giordania. Nonostante ciò non si fermano i bombardamenti israeliani: dall’alba sarebbero state uccise almeno 38 persone, molte delle quali in attesa degli aiuti. 

Intanto, la nave della Freedom Flotilla, sequestrata nella serata di sabato mentre tentava di forzare il blocco navale, è stata abbordata ed è approdata in Israele da dove, fa sapere l’Idf, gli attivisti verranno rimpatriati. 

PUNTI CHIAVE

15:12

Lettera aperta di 34 ex ambasciatori a Meloni: "Riconosca lo stato di Palestina"

11:06

Approda in Israele la nave Freedom Flotilla sequestrata

10:34

Media: "Attacchi israeliani a Gaza, 38 morti dall'alba"

17:23

Il Regno Unito: "La pausa non basta, serve cessate fuoco e accelerare aiuti"

La decisione di Israele di sospendere le operazioni militari per 10 ore al giorno in alcune zone di Gaza e di consentire nuovi corridoi di aiuti non è sufficiente ad alleviare le sofferenze nella Striscia. Lo dice il ministro degli Esteri britannico David Lammy in una nota. L'annuncio di Israele è "essenziale ma atteso da tempo" ha aggiunto Lammy, ma "l'annuncio da solo non può alleviare i bisogni di coloro che soffrono disperatamente a Gaza". "Abbiamo bisogno di un cessate il fuoco che possa porre fine alla guerra, che gli ostaggi vengano rilasciati e che gli aiuti possano entrare a Gaza via terra senza ostacoli".

15:12

Lettera aperta di 34 ex ambasciatori a Meloni: "Riconosca lo stato di Palestina"

"L'iniziativa da assumere con urgenza, di altissimo significato politico e tutt'altro che meramente simbolica, è l'immediato riconoscimento nazionale dello Stato di Palestina, in vista della Conferenza internazionale sull'attuazione della soluzione e due Stati". È l'appello contenuto in una lettera aperta alla premier Giorgia Meloni firmato da 34 ambasciatori in pensione - tra cui ex Direttori politici, ex ambasciatori alla Ue e alla Nato, in Cina, Regno Unito e Russia - nella quale si sottolinea: "Ci sono momenti nella storia in cui non sono più possibili ambiguità né collocazioni intermedie. Questo momento è giunto per Gaza". "Ormai da molti mesi non ci sono più giustificazioni possibili o argomentazioni convincenti sulla condotta delle operazioni militari israeliane a Gaza. Gli esecrabili attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 non hanno più alcuna relazione, né quantitativa né qualitativa, con l'orrore perpetrato nella Striscia da Israele nei confronti della stragrande maggioranza di civili inermi, che non ha nulla a che vedere con il diritto di Israele all'autodifesa - denunciano - e che non è affatto improprio qualificare in termini di pulizia etnica, mentre la Corte Internazionale di Giustizia esamina gli estremi del genocidio". 

15:08

Onu pronta a sostenere ricostruzione della Striscia di Gaza

Le Nazioni Unite sono pronte a sostenere il popolo palestinese nella ricostruzione della Striscia di Gaza: lo ha dichiarato l'Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani, Volker Turk. "Siamo pronti a sostenere i palestinesi nella costruzione dello Stato, ponendo al centro i diritti umani e lo stato di diritto. Quando arriverà quel momento, i programmi di supporto alle vittime e ai sopravvissuti saranno una strada importante per aprire la strada alla responsabilità e alla giustizia", ha concluso.

14:21

Merz a Netanyahu: "Fornire urgentemente aiuti a Gaza"

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, invitandolo a fornire "urgentemente" aiuti umanitari "alla popolazione civile affamata a Gaza". Lo ha reso noto l'ufficio di Merz. Questi aiuti "devono raggiungere la popolazione civile in modo rapido, sicuro e nelle quantità necessarie", si legge in una nota.

12:38

Papa Leone XIV: "Rispettare il diritto umanitario a Gaza"

Un "accorato appello" a rispettare il diritto umanitario a Gaza. Lo ha lanciato Papa Leone XIV al termine dell'Angelus. Il Pontefice si è detto "molto preoccupato" per la situazione umanitaria a Gaza, "schiacciata dalla fame" e dalle violenze. "Rinnovo il mio accorato appello al cessate il fuoco, alla liberazione degli ostaggi e al rispetto integrale del diritto umanitario", ha sottolineato.

12:11

Onu: "Bene le pause a Gaza, faremo tutto per raggiungere affamati"

Il responsabile umanitario delle Nazioni Unite, Tom Fletcher, ha scritto su X dopo l'annuncio da parte di Israele di pause tattiche umanitarie: "Gradito l'annuncio delle pause umanitarie a Gaza per consentire il passaggio dei nostri aiuti. In contatto con i nostri team sul campo che faranno tutto il possibile per raggiungere quante più persone affamate possibile in questa finestra temporale". 

11:09

Italiano sulla Freedom Flotilla: "Governo chieda il nostro rilascio"

Lancia un appello il giornalista e blogger antimilitarista messinese Antonio Mazzeo bloccato da ieri sulla nave Handala della Freedom Flotilla che voleva forzare il blocco marittimo al largo della Striscia di Gaza. Prima dell'irruzione dei militari israeliani ha trasmesso un video-appello a familiari, amici, concittadini e istituzioni affinché venga fatta pressione sul governo italiano per chiedere il suo rilascio e il rilascio di tutti coloro che erano a bordo della imbarcazione. "Mi chiamo Antonio Mazzeo e vengo dall'Italia - ha detto -. Se state guardando questo video sappiate che sono stato intercettato in mare e sono stato rapito dalle forze di occupazione israeliane o da un Paese complice del genocidio palestinese perpetrato da Israele. Faccio un appello a tutte e a tutti: fate pressione sul governo italiano affinché chieda il mio rilascio e quello di tutti coloro che si trovavano a bordo dell'Handala il prima possibile. Grazie".

La nave con cibo e giocattoli era salpata il 20 luglio dal porto di Gallipoli. Era diretta verso la Striscia di Gaza dopo una prima sosta fatta a Siracusa. "Vogliamo rompere il blocco illegale e letale imposto da Israele e portare aiuti umanitari essenziali ma soprattutto un messaggio forte e chiaro: non resteremo in silenzio mentre Gaza viene affamata, bombardata e sepolta sotto le macerie", dicono gli attivisti. A bordo della nave ci sono ventuno persone: attivisti, operatori umanitari, parlamentari e giornalisti provenienti da diversi Paesi del mondo. E oltre ad Antonio Mazzeo c'è anche un altro italiano: il barese Antonio La Picirella.

Il sindaco di Messina Federico Basile ha annunciato la convocazione immediata di una seduta urgente della giunta comunale. Contestualmente chiederà l'attivazione di ogni canale di diplomazia internazionale per ottenere l'immediata liberazione del professore Antonio Mazzeo e degli altri attivisti presenti a bordo: "Messina si stringe attorno a chi opera per la pace - ha dichiarato il primo cittadino peloritano - e non può restare in silenzio di fronte a un'azione che colpisce chi si impegna quotidianamente per i diritti umani e la solidarietà internazionale". 

11:05

Freedom Flotilla: "Abbordaggio è un atto di pirateria"

"L'esercito di occupazione israeliano ha abbordato con la forza la nave Handala, impegnata in una missione civile e umanitaria verso la Striscia di Gaza. Si tratta di un'azione illegale e violenta, compiuta in acque internazionali o comunque non soggette alla giurisdizione israeliana, che configura un grave atto di pirateria navale e violazione del diritto internazionale". È questo il commento ufficiale della Freedom Flottilla dopo l'abbordaggio della nave partita dall'Italia con a bordo 21 attivisti internazionali da parte dell'Idf. "A bordo di Handala si trovavano attivisti per i diritti umani, operatori umanitari, parlamentari e giornalisti provenienti da diversi Paesi del mondo - prosegue la nota -. Le autorità israeliane li stanno detenendo illegalmente, in violazione della loro libertà personale e delle Convenzioni internazionali. Secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (Unclos), nessuna forza militare ha il diritto di assalire un'imbarcazione civile in acque internazionali senza giustificazione legale, tanto più se essa è impegnata in una missione umanitaria" La barca Handala, 37/a missione in 18 anni della Freedom Flotilla, si è avvicinata alle acque di Gaza ed è stata intercettata verso le 22.45. Le immagini in diretta hanno mostrato i soldati salire a bordo, che hanno iniziato a identificare i presenti.

10:34

Media: "Attacchi israeliani a Gaza, 38 morti dall'alba"

Sono 38 i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza dal fuoco delle forze israeliane dall'alba e 24 di loro erano in attesa di aiuti umanitari. Lo riferisce Al-Jazeera, citando fonti ospedaliere

09:30

Hamas: "La tregua serva per salvare vite umane"

"Questa tregua non avrà alcun significato se non si trasformerà in una reale opportunità per salvare vite umane. Ogni ritardo si traduce in un nuovo funerale, ogni silenzio significa un altro bambino che muore tra le braccia di sua madre senza medicine né latte": lo ha detto in una dichiarazione pubblicata oggi su Telegram il direttore generale del ministero della Salute della Striscia di Gaza controllato da Hamas, Munir Al-Barsh. "All'ombra di una tregua temporanea soffocata dall'indecisione e dal silenzio internazionale, i feriti chiedono aiuto, i bambini muoiono di fame e le madri crollano sulle rovine di ciò che resta della loro vita - si legge nella dichiarazione -. Chiediamo misure immediate e urgenti per salvare vite umane, in particolare: l'evacuazione medica urgente dei feriti e l'introduzione urgente di forniture mediche e alimentari". 

09:17

Idf: due soldati uccisi ieri sera nel sud della Striscia

Due soldati israeliani sono stati uccisi e un ufficiale è rimasto ferito ieri sera in seguito all'esplosione di un ordigno nel sud della Striscia di Gaza: lo ha annunciato questa mattina l'Esercito (Idf), come riporta il Times of Israel. I soldati uccisi sono il capitano 22enne Amir Saad, ufficiale del Corpo Tecnologico e di Manutenzione in servizio nell'unità di ricognizione della Brigata Golani e il sergente 20enne Inon Nuriel Vana, della stessa unità. Secondo le prime informazioni, i due si trovavano a bordo di un veicolo blindato Namer per il trasporto delle truppe che è stato colpito da un ordigno esplosivo durante le operazioni a Khan Yunis. 

09:06

Attacco israeliano nel sud di Gaza: ucciso un bambino

Un bambino palestinese è stato ucciso e diverse altre persone sono rimaste ferite in seguito ad un attacco israeliano vicino a un centro di assistenza a Khan Yunis, nel sud della Striscia di Gaza: lo ha riferito una fonte del Nasser Medical Complex ad Al Jazeera Arabic.

08:56

Media: camion di aiuti entrano a Gaza da Egitto e Giordania

Dopo la pausa umanitaria di 10 ore nei combattimenti stabilita da Israele in alcune zone di Gaza, la Mezzaluna rossa egiziana ha fatto sapere di avere lanciato oggi, in qualità di meccanismo nazionale di coordinamento degli aiuti a Gaza, una operazione di aiuto per Gaza. Un convoglio denominato 'Zad al Azza' (dall'Egitto a Gaza) composto da 100 camion che trasportano oltre 1.200 tonnellate di cibo, tra cui 840 tonnellate di farina e 450 tonnellate di generi alimentari vari, sono diretti nella Striscia di Gaza meridionale attraverso il valico di Kerem Shalom, "nell'ambito degli sforzi dell'Egitto per fornire aiuti alimentari alla popolazione della Striscia di Gaza", precisa la Mezzaluna Rossa egiziana sui suoi profili social.

L'ente, ricorda, "è presente al confine dall'inizio della crisi, con il valico di Rafah sul lato egiziano che non è mai stato chiuso" e ha continuato i suoi sforzi per distribuire aiuti grazie all'impegno di 35.000 volontari. Dall'inizio della crisi, sono entrati a Gaza più di 35.000 camion carichi di oltre 500.000 tonnellate di aiuti, tra cui cibo, acqua, forniture mediche e medicinali, materiali di soccorso e per la costruzione di rifugi, articoli per l'igiene personale, latte e pannolini, oltre ad ambulanze e autocisterne.

Convogli umanitari si sono mossi anche dalla Giordania. La direzione della pubblica sicurezza giordana ha condiviso su X immagini di tir carichi di aiuti in viaggio verso Gaza. 

AFP
08:45

Tajani: "Provo dolore per Gaza, la Palestina va costruita"

"Provo dolore per Gaza, Netanyahu non ascolta nessuno e Hamas si fa scudo con i civili". Lo sostiene, intervistato da Avvenire, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Se ci fosse qualcosa in grado di fermare Netanyahu, l'avremmo già fatto e deciso" spiega e aggiunge: "Secondo noi l'unico modo per far vincere la pace fra Israele e Palestina è interrompere la guerra e tornare alla politica, alla diplomazia".

Poi sottolinea: "Le nostre parole sono ferme da mesi e le ribadiamo: la reazione di Israele è sproporzionata. Tel Aviv ha vinto la guerra, non c'è alcun motivo per continuare i bombardamenti che uccidono civili. Dobbiamo convincerli a fermarsi. E stiamo facendo di tutto". Quanto allo Stato di Palestina dice: "va prima costruito e poi riconosciuto". "Ad oggi in Palestina esistono due entità separate, Cisgiordania e Gaza, non esiste ancora uno Stato - spiega Tajani -. Noi vogliamo che nasca, che riconosca Israele e che sia riconosciuto da Israele. E siamo disponibili a mettere i nostri contingenti per una missione dell'Onu a guida araba, per raggiungere questo obiettivo".

Poi aggiunge: "L'accusa al governo italiano è anche quella di continuare collaborazioni con Israele nel campo della difesa. Abbiamo interrotto le forniture militari dal 7 ottobre 2023 rispettando la legge italiana. E il ministero della Difesa ha smentito le ultime indiscrezioni di giornali". Per Tajani, "o partiamo da questo dato o ci arroventiamo in una guerra di slogan che non avvicinerà la pace nemmeno di un centimetro". 

08:24

Emirati: "Riprenderemo subito lanci aerei di aiuti"

Il ministro degli Esteri degli Emirati Arabi Uniti, Abdullah bin Zayed Al Nahyan, ha annunciato che il suo paese riprenderà subito gli aiuti aerei a Gaza. "La situazione umanitaria a Gaza ha raggiunto un livello critico e senza precedenti", ha sottolineato in un post su X, "garantiremo che gli aiuti essenziali raggiungano i piu' bisognosi, via terra, via aria o via mare. I lanci aerei riprenderanno immediatamente". 

08:15

Herzog: "Bene pause umanitarie, falso che Israele blocchi aiuti"

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha accolto "con favore" la decisione del governo e dell'esercito israeliano di attuare pause umanitarie per consentire la distribuzione sicura degli aiuti. Herzog ha anche affermato, in un post su X, che è "falso" che Israele blocchi gli aiuti. "In coordinamento con i partner internazionali, Israele sta facendo tutto il possibile per migliorare il flusso di rifornimenti vitali attraverso corridoi designati, lanci aerei e zone umanitarie ampliate", ha scritto Herzog su X.

"Chiedo alle agenzie delle Nazioni Unite e alle organizzazioni internazionali che collaborano con Cogat di fare la loro parte e garantire che gli aiuti raggiungano senza indugio chi ne ha bisogno, come Israele chiede da tempo", ha proseguito Herzog nel suo post su X. "E' inaccettabile che gli aiuti consegnati a Gaza non vengano distribuiti o siano dirottati da Hamas, nonostante accusino falsamente Israele di bloccarli", ha concluso.

07:32

Idf: "Corridoi sicuri per convogli di aiuti"

Le forze armate israeliane creeranno corridoi sicuri per la distribuzione di aiuti umanitari a Gaza. Lo ha annunciato la stessa Idf nel post su Telegram con cui ha comunicato che saranno rispettate quotidianamente pause tattiche per la consegna di generi di prima necessità. "Dalle ore 06:00 alle ore 23:00 saranno istituiti percorsi sicuri designati per consentire il passaggio sicuro dei convogli delle Nazioni Unite e delle organizzazioni umanitarie che consegnano e distribuiscono cibo e medicine alla popolazione in tutta la Striscia di Gaza", si legge.

07:29

Idf: "Pause tattiche quotidiane a Gaza per invio aiuti umanitari"

L'esercito israeliano ha annunciato "pause tattiche" quotidiane nelle operazioni in alcune parti di Gaza per consentire l'afflusso di aiuti umanitari. La sospensione delle attività è stata decisa "in conformità con le direttive della dirigenza politica e nell'ambito dell'impegno costante dell'Idf, guidato dal Cogat, per aumentare la portata degli aiuti umanitari che entrano nella Striscia di Gaza". Dunque "dalle 10:00 (le 9:00 in Italia) e fino alle ore 20:00 sarà osservata una tregua tattica locale delle attività militari per motivi umanitari. La tregua avrà inizio nelle zone in cui l'Idf non è operativa: Al-Mawasi, Deir al-Balah e la città di Gaza, ogni giorno fino a nuovo avviso". La decisione, si spiega, "è stata coordinata con le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali".

07:18

Macron sente Erdogan: "Fare tutto il possibile per pace e sicurezza"
 

"Ho appena parlato con il presidente Erdogan della situazione a Gaza e delle prospettive della conferenza per la soluzione dei due stati. Occorre fare tutto il possibile per garantire la pace e la sicurezza degli israeliani e dei palestinesi". Lo scrive su X il presidente francese Emmanuel Macron spiegando di aver sentito l'omologo turco Recep Tayyip Erdogan per discutere della crisi in Medio Oriente. 

07:17

Fratoianni: "Meloni si attivi per l'incolumità dell'equipaggio sulla Freedom Flotilla"

"Ancora una volta l'esercito israeliano attacca la Freedom Flotilla per impedire che arrivi a Gaza con il suo carico di aiuti. A bordo anche cittadini italiani. Il governo si attivi subito per garantirne l'incolumità e faccia qualcosa, se ne trova il coraggio, per fermare l'orrore e il genocidio", scrive sui social il leader Avs Nicola Fratoianni. Il sequestro è stato trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube dell'organizzazione internazionale di attivisti umanitari fino a quando un agente dell'Idf ha interrotto bruscamente il collegamento. A bordo della Handala salpata una decina di giorni fa da Siracusa ci sono 19 persone di diverse nazionalità: attivisti, politici e due giornalisti. 

Il precedente tentativo di forzare il blocco navale intorno a Gaza da parte della Freedom Flotilla era stato condotto nel mese di giugno con la nave Madleen con a bordo 12 persone: due giornalisti e dieci attiviste e attivisti, fra le quali Greta Thunberg. Allora, a seguito del sequeestro, la nave fu riportata in Israele e le persone espulse e rimpatriate nei Paesi d'origine dopo essere state interrogate dalle forze di sicurezza israeliane.

07:02

Macron sente al-Sisi: a Gaza situazione inaccettabile, pace possibile

Il presidente francese Emmanuel Macron con un post su X ha spiegato di aver sentito l'omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi. "Tre mesi dopo la mia visita di Stato in Egitto - afferma via social -, abbiamo fatto il punto sulla nostra cooperazione e discusso a lungo dell'inaccettabile situazione umanitaria a Gaza. Il continuo blocco degli aiuti e l'espansione dell'intervento israeliano rappresentano un rischio insostenibile di carestia e di sfollamento forzato delle popolazioni". "Non possiamo accettare che persone e un gran numero di bambini muoiano di fame", prosegue quindi Macron spiegando che "la conferenza del 28 e 29 luglio a New York deve aprire una nuova dinamica a favore di una soluzione giusta e duratura del conflitto israelo-palestinese, sulla base di due Stati, unica soluzione in grado di garantire pace e sicurezza a tutti nella regione. L'Egitto presiede, insieme al Regno Unito, il gruppo di lavoro sulla ricostruzione di Gaza e della Cisgiordania. Ringrazio il presidente al-Sisi per il contributo dell'Egitto al successo di questa conferenza e lo ringrazio per questo".

"Questo lavoro proseguirà all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York a settembre, dove riconoscerò lo Stato di Palestina", ribadisce quindi il presidente francese aggiungendo che "lavoro da mesi per coinvolgere altri Stati in questo processo, inviando un messaggio chiaro: la pace è possibile". Macron chiude il post pubblicato sul social network con la lista delle azioni necessarie per superare la crisi in Medio Oriente: "Cessate il fuoco. Liberazione di tutti gli ostaggi. Aiuti umanitari massicci e immediati alla popolazione di Gaza. Smilitarizzazione di Hamas. Proteggere e ricostruire Gaza. Stato demilitarizzato di Palestina che riconosce pienamente Israele". 

06:55

L'Australia al momento non riconoscerà lo stato palestinese

Il premier australiano Anthony Albanese afferma che il blocco israeliano degli aiuti diretti alla Striscia di Gaza è una "violazione della dignità e della moralità umana", ma che non intende riconoscere "nell'immediato" la Palestina come Stato. Lo riporta l'emittente pubblica Abc. "È abbastanza chiaro che impedire la consegna di cibo è una violazione del diritto internazionale" e le immagini della fame nella Striscia "spezzano il cuore", dice Albanese. "È necessario riconoscere uno Stato palestinese come parte di un percorso di progresso. Come si può escludere Hamas da qualsiasi coinvolgimento in questo? Come si può garantire che uno Stato palestinese operi in modo appropriato senza minacciare l'esistenza di Israele?", si chiede il premier dell'Australia. "E quindi non prenderemo alcuna decisione come gesto: la prenderemo come una via da seguire se le circostanze lo permetteranno", spiega. 

06:31

Camion di aiuti in marcia dall'Egitto verso Gaza

Camion di aiuti umanitari hanno iniziato a muoversi dall'Egitto verso la Striscia di Gaza, riportano i media locali. Israele ha affermato che da oggi saranno istituiti "corridoi umanitari" per garantire la circolazione in sicurezza dei convogli delle Nazioni Unite che consegnano aiuti alla popolazione dell'enclave palestinese e che saranno implementate "pause umanitarie" nelle aree densamente popolate. 

04:12

Al Jazeera: pallet di aiuti su una tenda, ferite 11 persone a Gaza

Secondo l'emittente araba Al Jazeera undici persone sono rimaste ferite quando uno dei pallet di aiuti paracadutati stanotte dalle Forze di difesa israeliane (Idf) sulla Striscia di Gaza ha colpito una tenda di sfollati vicino a Beit Lahiya, nel nord dell'enclave palestinese. 

01:50

L'Idf annuncia lanci aerei di aiuti umanitari su Gaza

L'esercito israeliano ha annunciato di aver lanciato aiuti umanitari con un'operazione aerea nella Striscia di Gaza, dove migliaia di palestinesi sono minacciati dal rischio carestia. "In linea con le direttive dell'esecutivo, l'Idf ha recentemente effettuato un lancio aereo di aiuti umanitari, nell'ambito degli sforzi in corso per consentire e facilitare l'ingresso di aiuti nella Striscia di Gaza", si legge in un post pubblicato su Telegram dalle forze armate israeliane. Secondo l'esercito, il lancio ha incluso sette pacchi contenenti farina, zucchero e cibo in scatola.

Al Jazeera afferma di aver visionato alcune foto scattate nel sito in cui è avvenuto il lancio aereo degli aiuti. L'area si troverebbe nella parte nord della Striscia di Gaza, nei pressi di Beit Lahiya, lungo la strada costiera. Secondo le informazioni disponibili, undici persone sarebbero rimaste ferite dopo che uno dei pallet è precipitato direttamente sulle tende di un campo per sfollati vicino ad al-Rasheed Road, nella zona settentrionale della Striscia. Nonostante l'incidente, diversi civili sono riusciti a recuperare alcune delle scatole e dei pacchi alimentari caduti dal pacco. L'esercito israeliano ha dichiarato di aver sganciato sette pacchi, ma fonti locali parlano di cinque, di cui almeno tre sarebbero stati recuperati dalla popolazione. Gli altri due sarebbero invece finiti in una zona più distante dai campi per sfollati e vicina alle postazioni militari israeliane. 

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