Il Governo di unità nazionale di Tripoli di Abdul Hamid Dbeibah, riconosciuto dalle Nazioni Unite, ha annunciato tre giorni di lutto nazionale dopo la morte del capo di stato maggiore dell’esercito libico, Mohammed Ali Ahmed al-Haddad, in un incidente aereo vicino alla capitale turca Ankara. Al-Haddad viaggiava a bordo di un jet privato con altri quattro alti ufficiali militari libici. Poco dopo il decollo da un aeroporto locale, di ritorno verso Tripoli, l’aereo si è schiantato. 

Tutte le istituzioni statali, rende noto il governo libico, avrebbero esposto le bandiere a mezz’asta in segno di lutto, mentre le cerimonie e le celebrazioni ufficiali sarebbero state sospese.

ll ministro dell’Interno turco Ali Yerlikaya ha fatto sapere questa mattina, 24 dicembre, che è stata ritrovata la scatola nera. «Ora le autorità competenti hanno avvitato le procedure di esame e valutazione di questi dispositivi» per accertare le cause dell’incidente, nel quale sono morte otto persone, tra cui tre membri dell’equipaggio, ha aggiunto.   

A confermare la morte del capo di stato maggiore, il primo ministro libico Dbeibah, che in una dichiarazione su Facebook ha detto che il «tragico incidente» è avvenuto mentre lui e la sua delegazione stavano tornando a casa. «Una grande perdita per la nazione, l’establishment militare e tutto il popolo – ha affermato – Abbiamo perso uomini che hanno servito il loro paese con sincerità e dedizione e sono stati un esempio di disciplina, responsabilità e impegno nazionale».

Un messaggio di cordoglio è arrivato anche dal generale Khalifa Haftar, comandante della Libia orientale. Haftar ha espresso «profondo dolore per questa tragica perdita» e ha inviato le sue condoglianze alla famiglia del generale, alla sua tribù, alla sua città e «a tutto il popolo libico».

La Libia, colpita da questo incidente, è un paese diviso in due dove permane l’instabilità politica e istituzionale, tra il governo di Tripoli riconosciuto dall’Onu e l’amministrazione dell’est guidata da Haftar.

Dbeibah ha poi ricevuto una chiamata dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che – secondo quanto riporta la piattaforma governativa libica “Hakomitna” – ha espresso le «più sentite condoglianze» e «solidarietà alle famiglie delle vittime e al popolo libico», assicurando «il sostegno della Repubblica di Turchia alla Libia in questa dolorosa perdita». Per il primo ministro libico la «presenza professionale» ed «esperienza» di al-Haddad – «esempio di disciplina e responsabilità» – «hanno contribuito a rafforzare la cooperazione con i partner internazionali, tutelando gli interessi della Libia e rafforzando il prestigio delle sue istituzioni».

Le prime ricostruzioni

Secondo il ministro dell’Interno turco, dalle prime indicazioni, risulta che l’aereo sarebbe precipitato una quindicina di minuti dopo il decollo a causa di «un problema elettrico: il Falcon 50 ha fatto sapere che avrebbe invertito la rotta, poi si sono persi i contatti nella regione di Haymana». Anche alcuni funzionari turchi hanno riferito ad Al Jazeera che le prime indagini avrebbero escluso il sabotaggio e indicato piuttosto un guasto tecnico come causa dell’incidente. Ad affiancare le autorità turche nell’inchiesta ci sarà una delegazione libica di 22 persone, arrivata oggi ad Ankara. 

Il generale si trovava nella capitale su invito del suo collega turco, nell’ambito di rapporti stretti di cooperazione militare ed economica tra i due paesi. Secondo funzionari turchi, si trattava di colloqui di alto livello sulla difesa con l’obiettivo di rafforzare la cooperazione militare.

Le vittime

Il capo di stato maggiore Al-Haddad era il comandante militare di vertice nella Libia occidentale, guidata dal governo di Dbeibah. Ha svolto un ruolo cruciale negli sforzi in corso, mediati dalle Nazioni Unite, nel tentativo di unificare il paese, diviso dalla caduta del regime di Gheddafi nel 2014.

Gli altri quattro ufficiali morti nell’incidente erano il generale Al-Fitouri Gharibil, capo delle forze di terra libiche; il generale di brigata Mahmoud Al-Qatawi, a capo dell’autorità per la Manifattura Militare; Muhammad Al-Asawi Diab, consigliere del capo di stato maggiore e Muhammad Omar Ahmed Mahjoub, fotografo militare presso l'ufficio del capo di stato maggiore.


 

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