In due settimane sono almeno 17 le persone morte per freddo e maltempo. Un attacco israeliano provoca una vittima e 11 feriti. L’Idf: «È stato un errore». Il papa parla con Herzog: «più impegno per la popolazione civile»
La scorsa settimana era successo a Rahaf Abu Jazar, morta a Gaza per assideramento a soli otto mesi di vita, ieri la stessa sorte è toccata a Mohammed Khalil Abu al-Khair. Mohammed era nato da appena due settimane, nel bel mezzo della tregua tra Hamas e Israele, prima di morire per una grave ipotermia.
Nella Striscia la popolazione civile è in balia del maltempo e del gelo, ma quando non sono le condizioni meteorologiche a uccidere ci pensano di nuovo gli attacchi dell’esercito israeliano. Ieri un colpo di mortaio vicino a Gaza City ha ucciso una persona e ne ha ferite altre undici.
Inverno estremo
A Gaza non ci sono servizi in grado di fornire protezione dal freddo e dalle alluvioni alla popolazione civile. E così, in pochi giorni, la Striscia è stata ridotta a un acquitrino, con la conseguenza anche della diffusione veloce delle malattie.
A favorire il disastro umanitario, secondo quanto riporta Al Jazeera, è anche l’esercito israeliano che continua a limitare l’ingresso di nuove forniture e ripari. Gli aiuti entrati finora sono totalmente inadatti per l’inverno, e la maggior parte sono oramai da buttare. La situazione è collassata, e si vede anche dalle testimonianze pubblicate online e provenienti direttamente da Gaza.
Il 90 per cento delle tende è allagato, e migliaia di famiglie non hanno più un rifugio. In pochi giorni le squadre della Protezione civile hanno ricevuto oltre cinquemila richieste di aiuto, a cui faticano a rispondere. Nelle ultime due settimane sono almeno 17 le persone morte per il freddo. Tra queste, quattro bambini. Da quando è entrato in vigore il cessate il fuoco, lo scorso 10 ottobre, sono quasi quattrocento i palestinesi uccisi a Gaza e almeno 1.075 i feriti.
Come se non bastasse, secondo quanto ha dichiarato ieri Mahmoud Basal, portavoce della Protezione civile palestinese, a Gaza almeno 17 edifici sono crollati completamente e altri 90 solo parzialmente a causa delle alluvioni e dei forti venti. Nelle ultime operazioni di soccorso sono stati tratti in salvo sei palestinesi tra cui anche due bambini che si erano rifugiati dentro uno dei pochi palazzi che erano rimasti precariamente in piedi.
“L’errore” a Gaza City
Intanto un attacco aereo dell’esercito israeliano su Gaza City ha causato almeno un morto e oltre undici feriti. A riferirlo nel pomeriggio di ieri sono stati i media palestinesi. L’attacco sarebbe avvenuto in una zona lontana dalla cosiddetta “Yellow Line”, ovvero la linea che segna il confine verso l’area della Striscia sotto il controllo dei militari dello stato ebraico.
Sul caso, l’Idf ha annunciato l’apertura di un’inchiesta. In un post su X l’esercito ha scritto che «un colpo di mortaio sparato durante le operazioni ha deviato dal suo obiettivo» a Gaza City. Intanto, secondo quanto riporta il quotidiano arabo, Asharq al Awsat, Hamas vorrebbe lanciare nuovi negoziati indiretti per discutere sul suo disarmo in attesa della transizione alla seconda fase del piano di pace firmato in Egitto lo scorso ottobre. Ma lo scenario resta complicato.
Il disarmo totale del gruppo è una delle linee rosse imposte fin dall’inizio dal governo israeliano, che difficilmente accetterà qualche tipo di compromesso al riguardo. Anche gli altri attori internazionali non sono disposti a cedere sulla questione.
Secondo quanto si legge in una bozza delle conclusioni del Consiglio europeo in programma oggi e pubblicata da Public Policy, i leader Ue chiedono di stabilizzare la situazione a Gaza «anche garantendo la dismissione definitiva delle armi di Hamas e di altri gruppi armati non statali».
Intanto la transizione alla prossima fase dell’accordo di pace prosegue. Ieri altri dodici prigionieri palestinesi sono stati liberati dalle carceri israeliane e consegnate al Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) al valico di Karem Abu Salem.
Nel pomeriggio di ieri, Papa Leone XIV ha ricevuto una telefonata da parte del presidente israeliano, Isaac Herzog, in occasione delle imminenti festività natalizie e della festa ebraica di Hanukkah.
No all’antisemitismo
Secondo quanto si legge nel bollettino pubblicato dalla Santa Sede, durante il colloquio telefonico, il pontefice «ha ribadito la ferma condanna della Chiesa Cattolica verso ogni forma di antisemitismo, che in tutto il mondo continua a seminare paura nelle comunità ebraiche e nell’intera società». Il riferimento è all’attentato di Bondi Beach di qualche giorno fa nel quale gli attentatori hanno ucciso 15 persone durante una festività ebraica sulla spiaggia.
Inoltre, Leone XIV «ha rinnovato il suo appello affinché si perseveri nei processi di pace in corso nella regione, soffermandosi anche sull’urgenza di intensificare e proseguire gli sforzi in materia di aiuti umanitari» per la popolazione civile di Gaza.
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