Alla visita di Prevost al Quirinale era presente anche Meloni. Gli scenari internazionali sono stati al centro degli interventi: il pontefice ha ricordato gli appelli inascoltati di Benedetto XV durante la prima guerra mondiale, e di Pio XII alla vigilia del secondo conflitto mondiale
La prima uscita ufficiale di Leone XIV “oltre confine” è stata per ricambiare la visita che fece il presidente Sergio Mattarella lo scorso 6 giugno in Vaticano a poco meno di un mese dalla sua elezione a pontefice. Il papa e il capo dello stato si erano incontrati anche il 18 maggio, al termine della messa di inizio pontificato di Prevost, e il 7 settembre, in occasione della canonizzazione di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis.
Dunque, quello svoltosi martedì 14 ottobre, è stato un incontro classico, all’insegna dei tradizionali buoni rapporti fra Santa Sede e Quirinale, dominato da un fair play diplomatico nella forma, ma non così scontato nella sostanza.
Alla visita del papa al Quirinale era presente anche la premier Giorgia Meloni che ha salutato Leone XIV. Sia Prevost che Mattarella, nei rispettivi interventi, hanno voluto sottolineare la bontà delle relazioni fra le due sponde del Tevere regolati dai patti lateranensi e dal concordato del 1984 che quegli accordi rinnovava e aggiornava, garantendo sia alla chiesa che allo stato la necessaria autonomia.
Ma certo, inevitabilmente, gli scenari internazionali segnati da gravi crisi, da drammatici conflitti e da qualche spiraglio di pace sono stati al centro degli interventi del vescovo di Roma e del presidente della Repubblica. Ed è proprio su questo aspetto che si sono registrate le maggiori e meno formali convergenze fra i due.
Due popoli, due stati
«Oggi c’è “una scintilla di speranza” – come vostra santità ha rimarcato – che va sostenuta con convinzione», ha detto nel suo intervento Mattarella, facendo riferimento alle parole del pontefice che accoglievano positivamente il principio di accordo fra Israele e Hamas per la cessazione delle ostilità.
«La liberazione degli ostaggi rimasti in vita è di grande valore e coinvolge quanti hanno a cuore civiltà e dignità delle persone, rivolgendo un pensiero a quanti sono morti in quella crudele condizione di prigionia» ha proseguito il capo dello stato.
Che poi ha aggiunto: «Il cessate il fuoco a Gaza consente di iniziare a porre riparo a quella popolazione, così provata da brutale sofferenza. Ci auguriamo che il negoziato in atto sulle tappe successive si concluda positivamente e conduca, al più presto, a un’interruzione definitiva delle ostilità e delle violenze nella Striscia, a beneficio anche della generale stabilità del Medio Oriente e della condizione dei luoghi santi, per rilanciare la soluzione di uno stato per ciascuno di due popoli, la sola in grado di consentire la possibilità di un futuro in cui tutti – Israele e Palestina - trovino pace e sicurezza».
Giustizia e equità
Da parte sua Leone XIV, ha voluto richiamare come impegno prioritario nella collaborazione chiesa-stato, «quello per la pace. Sono numerose le guerre che devastano il nostro pianeta, e guardando le immagini, leggendo le notizie, ascoltando le voci, incontrando le persone che ne sono dolorosamente colpite riecheggiano forti e profetiche le parole dei miei predecessori».
Prevost ha ricordato gli appelli inascoltati di Benedetto XV durante la prima guerra mondiale, e di Pio XII alla vigilia del secondo conflitto mondiale. «Guardiamo i volti di quanti sono travolti – ha poi detto Leone – dalla ferocia irrazionale di chi senza pietà pianifica morte e distruzione. Ascoltiamo il loro grido e ricordiamo, con il santo papa Giovanni XXIII, che “ogni essere umano è persona, cioè una natura dotata di intelligenza e di volontà libera; e quindi è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono immediatamente e simultaneamente dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili”».
«Rinnovo pertanto l’appello accorato – ha proseguito il pontefice – affinché si continui a lavorare per ristabilire la pace in ogni parte del mondo e perché sempre più si coltivino e si promuovano i principi di giustizia, di equità e di cooperazione tra i popoli che ne sono irrinunciabilmente alla base».
A questo punto, Prevost ha voluto esprimere il proprio apprezzamento «per l’impegno del governo italiano in favore di tante situazioni di disagio legate alla guerra e alla miseria, in particolare nei confronti dei bambini di Gaza, anche in collaborazione con l’ospedale Bambino Gesù (di proprietà del Vaticano, ndr). Si tratta di contributi forti ed efficaci per la costruzione di una convivenza dignitosa, pacifica e prospera per tutti i membri della famiglia umana».
Il pontefice poi ha messo in luce l’importanza del multilateralismo quale strumento indispensabile per affrontare «le sfide complesse del nostro tempo» le quali «rendono quanto mai necessario che si ricerchino e si adottino soluzioni condivise». Lo stesso multilateralismo secondo Mattarella oggi sempre più «accantonato». Nel pomeriggio, infine, il papa ha ricevuto re Abdallah di Giordania in Vaticano con il quale è tornato a discutere del conflitto che infiamma la regione.
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