Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato un cessate il fuoco unilaterale in Ucraina che inizierà domani alle 12 e durerà fino a mezzanotte di sabato. La tregua servirà a consentire a tutti i combattenti di partecipare alle funzioni del Natale ortodosso che cade il 7 gennaio.

L’ufficio del presidente Zelensky ha liquidato l’offerta come una «trappola» e un tentativo di «prendere tempo». Il consigliere del presidente ucraino Zelensky Mikhailo Podolyak l’ha definita frutto di «ipocrisia» in un tweet. Solo dopo che le truppe russe si saranno ritirate «allora potrete avere una tregua temporanea», ha aggiunto. Anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha liquidato l’offerta: «Putin sta solo cercando un po’ di ossigeno» e annuncia l’invio di nuove armi mentre la Germania apre all’invio di nuovi mezzi corazzati pesanti.

Il patriarca

Questa mattina, il cessate il fuoco era stato richiesto con un messaggio ufficiale dal patriarca della chiesa ortodossa russa Kirill, uno stretto alleato di Putin. Podolyak aveva definito l’idea «una trappola cinica e un elemento di propaganda». La chiesa ortodossa guida da Kirill «non è un'autorità per l'ortodossia globale e agisce solo come propagandista di guerra».

Kirill, che ha 75 anni, è un importante alleato di Putin e ha contribuito a cementare il rapporto tra governo russo e chiesa ortodossa. È un conservatore e si è fatto campione della battaglia contro il liberalismo europeo e americano. Dal 2014 e in particolare dopo l’invasione dello scorso febbraio, Kirill è un sostenitore dell’attacco all’Ucraina, ragione per cui si trova sotto sanzioni da parte di Europa e Stati Uniti.

La maggioranza degli ucraini praticano la religione ortodossa, ma solo una minoranza mantiene legami con il patriarcato retto da Kirill. Nel 2019, a causa delle tensioni politici e del sostegno di Kirill a Putin, una grossa parte della chiesa ortodossa ucraina ancora fedele a Mosca ha rescisso i suoi legami. Altri sacerdoti e fedeli hanno lasciato la chiesa di Mosca dopo l’invasione del 24 febbraio.

Il presidente turco

Poche ore dopo Kirill, anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha rivolto un appello a Putin affinché proclami un «cessate il fuoco unilaterale» e fornisca una «visione per una equa soluzione» del conflitto così da far procedere il processo di pace. Erdogan ha parlato al telefono con Putin questa mattina e più tardi ha avuto un colloquio con Zelensky.

Nella conversazione, ha fatto sapere la presidenza turca, i due hanno parlato anche della situazione in Siria, dove la Turchia ha intenzione di attaccare le milizie curde dell’Ypg che operano in una zona pattugliata dai soldati russi.

Il Cremlino ha fatto sapere che nella conversazione Putin ha detto ad Erdogan di essere disposto al cessate il fuoco e a nuove trattative, a patto che l’Ucraina riconosca le conquiste territoriali fatte dalla Russia negli ultimi mesi.

Nel suo resoconto del colloquio, Zelensky non ha nominato le possibili trattative di pace né la proposta di tregua, ma ha detto che insieme ad Erdogan hanno parlato della mediazione turca per futuri scambi di prigionieri e per gli «sviluppi» dell’accordo sul grando garantito dalla Turchia. Infine, ha ringraziato il presidente turco per la sua disponibilità a «implementare il piano di pace ucraino», senza però aggiungere altri dettagli.

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