Dopo gli incendi Los Angeles è di nuovo il fulcro dello scontro politico dell’America, ma questa volta l’incendio è sociale e politico. II presidente Donald Trump ha dichiarato che schiererà 2.000 soldati della Guardia Nazionale a Los Angeles, mentre gli agenti federali si scontravano con alcune centinaia di manifestanti: da venerdì, infatti, sono in corso dure proteste a seguito dei raid di agenti federali per arrestare migranti senza permesso di soggiorno, che hanno portato all’arresto di almeno 44 persone. Il Segretario alla Difesa, Pete Hegseth, ha avvertito che il Pentagono è pronto a mobilitare truppe affermando che i marines sono «in stato di allerta». Lunedì, mentre gli scontri continuavano, sono stati effettuati altri 27 arresti.

Lunedì, la polizia di Los Angeles ha ordinato lo sgombero di tutto il centro della città e ogni assembramento nell'area downtown è stato dichiarato illegale. Dopo l'annuncio, pubblicato su X, i manifestanti hanno iniziato a spostarsi verso Sud, bloccando il traffico sulla Figueroa Street e sull'undicesima strada, aggiunge la polizia, secondo la quale ci sarebbero «notizie di scontri all'interno del gruppo».

A gettare benzina sul fuoco anche il presidente. Trump è intervenuto su Truth: «Jim McDonnell, il rispettato capo della polizia di Los Angeles, ha appena dichiarato che i manifestanti stanno diventando molto più aggressivi e che “dovrà rivalutare la situazione” per quanto riguarda l'invio delle truppe. Dovrebbe farlo, ORA!!! Non lasciamo che questi teppisti la facciano franca. RENDIAMO L'AMERICA DI NUOVO GRANDE!!!», ha scritto Trump sul suo social Truth, per poi aggiungere pochi minuti dopo: «A L.A. si sta mettendo male: SCHIERATE LE TRUPPE!!!» e «ARRESTARE SUBITO CHI INDOSSA MASCHERE!»

Il governatore della California, Gavin Newsom, ha intanto smentito che il presidente gli abbia parlato di un possibile invio della Guardia Nazionale nella loro telefonata di venerdì sera, quando a Los Angeles iniziarono le rivolte contro un'operazione per arrestare immigrati clandestini. 

Le giornate precedenti

Sabato, agenti della sicurezza federale hanno affrontato i manifestanti nell’area di Paramount, nel sud-est di Los Angeles, dove alcuni dimostranti hanno esposto bandiere messicane. Una seconda protesta nel centro di Los Angeles, sabato sera, ha attirato altre persone, che hanno scandito slogan tra cui «Ice fuori da Los Angeles!». L’Ice è l’agenzia federale, responsabile del controllo delle frontiere e dell’immigrazione.

Trump ha firmato un ordine per schierare le truppe della Guardia Nazionale per «affrontare l’illegalità che è stata lasciata inasprire», ha dichiarato la Casa Bianca. Lo zar responsabile dei confini di Trump, Tom Homan, ha dichiarato che la Guardia Nazionale sarebbe stata schierata a Los Angeles al più presto. 

L’opposizione del governatore Newson

Il governatore democratico della California, Gavin Newsom, possibile candidato alla presidenza, ha definito la decisione «volutamente provocatoria». La California è uno stato fondamentale: la sua economia da sola secondo il Fmi è pari al quarto Pil del mondo. Newsom ha scritto che Trump stava schierando la Guardia Nazionale «non perché ci sia carenza di forze dell’ordine, ma perché vogliono uno spettacolo», un diversivo dalla lotta tra il presidente e Elon Musk, aggiungendo: «Non fornite loro pretesti. Non usate mai la violenza». Newsom ha affermato che è un «comportamento folle» da parte di Hegseth «minacciare di schierare Marines in servizio attivo sul suolo americano contro i propri cittadini». Ma la destra cerca la provocazione per imporre la propria visione autoritaria della società.

Trump ha scritto che se Newsom e la sindaca di Los Angeles Karen Bass non riusciranno a fare il loro lavoro «allora il governo federale interverrà e risolverà il problema, di rivolte e saccheggiatori». Le proteste mettono a confronto le due Americhe: la Los Angeles democratica, dove una parte significativa della popolazione è ispanica e nata all’estero, con la Casa Bianca repubblicana di Trump, che ha fatto della repressione dell’immigrazione un segno distintivo del suo secondo mandato, soprattutto quando si manifestano le lacerazioni interne ai repubblicani su dazi e tagli alla spesa pubblica.

«Questi sono gli Stati Uniti d’America: non ci faremo intimidire da un aspirante dittatore», ha postato su X Hakeem Jeffries, leader della minoranza dem al Congresso, denunciando come «inaccettabile» l’arresto del sindacalista David Huerta. 

«Insurrezione violenta»

«Gli insorti con bandiere straniere stanno attaccando gli agenti dell’immigrazione, mentre metà della leadership politica americana ha deciso che il controllo delle frontiere è un male», ha scritto gettando benzina sul fuoco il vicepresidente JD Vance. Stephen Miller, collaboratore della Casa Bianca ha descritto le proteste come una «violenta insurrezione». La legge del 1807 autorizza un presidente a schierare l’esercito per reprimere eventi come i disordini civili. L’ultima volta che è stata invocata è stata durante le rivolte di Los Angeles del 1992, su richiesta del governatore della California. Riprese video della protesta hanno mostrato decine di agenti di sicurezza in uniforme verde, schierati su una strada disseminata di carrelli della spesa rovesciati. La polizia di Los Angeles ha reso noto che «diverse persone sono state arrestate per non essersi disperse».

«Ora sanno che non possono andare in nel paese e cercare di rapire la nostra gente, non possono farlo senza una resistenza organizzata e feroce», ha dichiarato il manifestante Ron Gochez, 44 anni. Il Dipartimento per la Sicurezza Interna ha dichiarato che alle proteste di venerdì c’erano circa «1.000 manifestanti».

La repressione di Trump sull’immigrazione

Trump si è impegnato a espellere un numero record di persone presenti illegalmente nel paese e a bloccare il confine tra Stati Uniti e Messico, con la Casa Bianca che ha fissato l’obiettivo per l’Ice di arrestare almeno 3.000 migranti al giorno. Ma la radicale repressione dell’immigrazione ha colpito anche le persone residenti legalmente nel paese, comprese alcune con residenza permanente, e ha portato a cause legali.

I notiziari televisivi di venerdì hanno mostrato veicoli senza contrassegni, simili a mezzi militari, e furgoni carichi di agenti federali in uniforme, che percorrevano le strade di Los Angeles nell’ambito di un’operazione di controllo dell’immigrazione. Karen Bass, la sindaca di Los Angeles, ha condannato i raid anti-immigrazione. «Sono arrabbiata per quanto accaduto», ha dichiarato Bass. «Queste tattiche seminano il terrore nelle nostre comunità e violano i principi fondamentali della sicurezza nella città. Non lo tollereremo».

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