- Le immagini dei carri armati in avanzamento, degli elicotteri da combattimento sopra i villaggi ucraini, dei caccia in volo pronti a bombardare le città, hanno reso il settore della difesa prioritario agli occhi delle capitali occidentali: Germania, Francia, Italia, ma anche Svezia, Danimarca e Finlandia.
- Il desiderio di rendere più efficienti i propri eserciti, o quantomeno versare più soldi nell’industria e nel comparto della difesa, ha attraversato anche paesi tradizionalmente “pacifici” o neutrali.
- Il testo fa parte del nuovo numero di Scenari: “Corsa alle armi”, in edicola e in digitale da venerdì 2 dicembre.
C’è un prima e un dopo. L’invasione russa in Ucraina è uno spartiacque nella storia dei due paesi coinvolti, ma anche del resto d’Europa e del mondo. Riflessioni retoriche e può darsi un po’ banali, ma la realtà è che la decisione di Vladimir Putin di attaccare Kiev ha avuto ripercussioni immediate sul continente europeo, con imprevedibili implicazioni per il futuro. Praticamente tutti gli stati europei, nel giro di pochi giorni dall’inizio della guerra, hanno infatti comunicato la volontà di



