- Quando Julien Benda ha pubblicato “Il tradimento dei chierici” il ricordo dell’Affare Dreyfus era ancora molto vivo nell’opinione pubblica francese.
- Benda viene stimolato a riflettere sulla scelta di intellettuali, come Maurras e Barrès, che si erano schierati dalla parte dell’accusa ai tempi dell’Affare Dreyfus.
- Il bilancio più lucido dell’eredità di Benda e dei suoi limiti per chi voglia riflettere oggi sugli intellettuali mi pare sia quello proposto da Michael Walzer: «Non esiste un reame dell’intellettualità assoluta».
Quando Julien Benda ha pubblicato La trahison des clercs il ricordo dell’Affare Dreyfus era ancora molto vivo nell’opinione pubblica francese. Per la generazione cui apparteneva lo scrittore (nato nel 1867), la battaglia in difesa dell’ufficiale ebreo ingiustamente accusato fu un’esperienza memorabile. Benda prese posizione per Dreyfus a pochi giorni dalla pubblicazione dell’articolo di Zola, e in seguito intervenne diverse volte nella polemica, con articoli apparsi nella Revue Blanche e su



