Martedì 4 gennaio è stato un altro giorno di record per il Covid-19, in Italia e non solo. I nuovi casi registrati nelle ultime 24 ore sono stati 170.844, il nuovo livello più alto dagli inizi della pandemia. Record anche per i tamponi, ne sono stati analizzati 1,2 milioni.

Pessime notizie sul numero dei decessi, saliti a 259, il numero più alto dall’inizio dello scorso maggio, quando l’Italia stava uscendo dalla terza ondata. Parte di questi decessi, però, è stato soltanto notificato nella giornata di ieri. Crescono anche i ricoverati Covid-19 in terapia intensiva, sono 41 in più, e quelli in area medica, più 579.

Nel frattempo, la Francia ha superato per la prima volta i 300mila casi in un giorno e il Regno Unito i 200mila. In Italia intanto si discute di scuola e quarantena per gli alunni, le novità potrebbero essere approvate già nel Consiglio dei ministri previsto oggi, mentre le prime regioni si preparano ad entrare in zona arancione (dove però rispetto alla gialla, non cambia più quasi nulla).

Scuola e quarantena

Il ritorno in classe del 10 gennaio (il 7, per alcune scuole superiori) si avvicina e con i contagi sempre più fuori controllo, la politica mostra segni di nervosismo. Fonti di governo respingono seccamente l’ipotesi di rinviare l’inizio delle lezioni, come chiesto più volte da presidenti di regione come Luca Zaia del Veneto e Vincenzo De Luca della Campania. Il governo, però, potrebbe accettare la proposta di modifica della quarantena scolastica. La richiesta arriva sempre dalle regioni, che ieri si sono riunite ed hanno approvato una bozza.

Il nuovo regolamento introduce differenze per la tipologia di scuola ed elimina quelle tra studenti vaccinati e non vaccinati. Per le scuole dell’infanzia si prevede una settimana di quarantena con un solo caso positivo. Per elementari e studenti medi con meno di 12 anni, la quarantena inizia con due o più positivi. Per le scuole superiori e per gli studenti medi con 12 anni o più si prevede quarantena con tre o più casi.

Le regioni chiedono anche l’abolizione del cosiddetto “tampone 0”, quello che si deve somministrare a tutti i compagni di classe di un contagiato nel più breve tempo possibile. Propongono invece un unico tampone tra il quinto e settimo giorno di quarantena. Attualmente, la quarantena scatta dopo due casi positivi ed è differenziata tra studenti vaccinati e non.

Il Cdm di domani

La proposta delle regioni potrebbe essere discussa e approvata già domani, nel corso del Consiglio dei ministri fissato per decidere sulle nuove norme anti Covid. Non sono attese novità per quanto riguarda le restrizioni, ma viene data ormai per certa una stretta sul green pass.

In particolare, il governo dovrebbe approvare l’estensione del super green pass ai luoghi di lavoro. In teoria, dopo l’eventuale entrata in vigore del decreto approvato oggi, non si potrà più lavorare con un green pass ottenuto tramite tampone. Servirà la vaccinazione oppure la guarigione da Covid-19. Negli ultimi giorni si era parlato anche di una possibile introduzione dell’obbligo vaccinale, ma questa ipotesi sembra che sia sfumata.

Oggi, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha anche incontrato il ministro della Funzione pubblica Renato Brunetta, al centro delle polemiche in questi giorni per il suo rifiuto di concedere uno smart working emergenziale ai dipendenti pubblici. L’incontro, hanno fatto sapere fonti di governo, è stato «positivo» e si è parlato di lavoro a distanza «soltanto nel quadro delle regole attuali».

Zone arancioni

L’aumento dei ricoveri in questi giorni è più lento rispetto a tutte le passate ondate grazie all’efficacia dei vaccini, ma dopo settimane di continue ospedalizzazioni le soglie d’allarme iniziano ad essere superate in tutta Italia e le prime regioni si avvicinano alla zona arancione.

La Liguria ha già oggi numeri praticamente da zona arancione, con il 21 per cento dei posti letto occupati in terapia intensiva e il 30 per cento in area medica. Anche Marche, provincia autonoma di Trento e Friuli-Venzia Giulia sono vicine alle soglie d’allarme. Abruzzo, Toscana, Campania, Umbria, Emilia Romagna e Valle d’Aosta passeranno invece, quasi certamente, dalla zona bianca alla gialla.

Ma sono i passaggi in arancione quelli che suscitano maggiore interesse. Se ci saranno davvero, saranno i primi dalla scorsa primavera. Sarà anche la prima volta che saranno adottate le nuove restrizioni previste dopo le modifiche al funzionamento delle zone colorate decise dal governo Draghi.

Di fatto, per le persone vaccinate, esenti o guarite, cioè oltre il 90 per cento degli italiani, col passaggio in arancione non cambierà assolutamente niente. Chi ha un green pass soltanto grazie a tampone potrà uscire dal proprio comune anche senza valide ragioni (tutti potranno farlo per ragioni lavorative o di urgenza). La novità principale per chi non vuole vaccinarsi sarà che per acquistare uno ski pass diventerà obbligatorio il super green pass. In altre parole, non basterà un tampone per sedersi in seggiovia.

La «pillola di Thor»

Oggi, le regioni hanno iniziato a ricevere la prima pillola antivirale per curare il Covid-19. Si tratta del Molnupiravir, prodotto dall’azienda farmaceutica Merck con il nome commerciale di Lagevrio. Il nome originale, hanno raccontato gli inventori della pillola, era un omaggio al nome del martello del dio nordico Thor.

La pillola funziona bloccando la replicazione del virus e nei test ha dato ottimi risultati quando somministrata nelle prime fasi della malattia. Le prime due persone a riceverla sono state una donna di 91 anni cardiopatica e diabetica e una donna di 72 anni cardiopatica e immunodepressa. Entrambe hanno sintomi lievi e sono ricoverate all’ospedale Spallanzani di Roma.

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