Confindustria non vuole la proroga del blocco dei licenziamenti. Lo ha detto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ripetendo la richiesta al governo di Mario Draghi dopo il discorso pronunciato in parlamento dal presidente del Consiglio in attesa del voto di fiducia.

«Non vorremmo di nuovo, tra poche settimane, assistere a una nuova protrazione del blocco generale dei licenziamenti al fine di prendere ancora tempo. Sarebbe l’invito alle imprese a rinviare ulteriormente riorganizzazioni, investimenti e assunzioni: un segnale decisamente sbagliato» ha detto Bonomi.

«Abbiamo chiesto da 8 mesi di confrontarci su due riforme che vanno avviate subito – ha aggiunto – la prima relativa agli ammortizzatori sociali che tenga conto della complessità del settore produttivo, e la seconda inerente alle politiche attive del lavoro con il pieno coinvolgimento dei privati. Entrambe sono volte alla formazione e alla rioccupabilità dei lavoratori, cosa che invece non avviene con le cig e i centri pubblici per l’impiego».

La posizione non è nuova per il leader degli industriali, che già nei mesi passati si era scontrato sul tema con i sindacati che chiedevano - e chiedono ancora- di far durare lo stop fino alla fine delle restrizioni. Per viale dell'Astronomia, e il vicepresidente Maurizio Stirpe lo ha già spiegato al neoministro del Lavoro Andrea Orlando, che ha incontrato nei giorni scorsi.

Riguardo ai punti toccati dal discorso di Draghi, Bonomi si è detto soddisfatto per la sua visione «internazionale ed europeista» che permetterebbe all’Italia di essere «protagonista in Europa» e ha accolto positivamente la sua volontà di lavorare a una riforma fiscale.

I dati della crisi

Secondo i più recenti dati Istat, nel mese di dicembre 2020 gli occupati sono diminuiti di 101mila unità, di cui 99mila sono lavoratrici. Nei dodici mesi dell’anno della pandemia il saldo negativo si attesta invece a 444mila unità (-1,9 per cento) e ancora una volta lo scotto maggiore lo pagano le donne con 312mila unità di lavoro in meno contro i 132mila degli uomini. A dicembre è aumentato anche il tasso di disoccupazione che ha raggiunto il 9 per cento (+0,2 punti rispetto al mese precedente), mentre la disoccupazione giovanile tocca invece il 29,7 per cento (+0,3 punti).

Dati preoccupanti che la cassa integrazione ha mitigato. Nel 2020, infatti, le ore di cig richieste hanno subito un incremento complessivo del 732 per cento

Nel rapporto di Bankitalia presentato a gennaio 2021 è evidente la flessione avuta dall’economia nazionale, con un Pil che crolla di circa 9 punti percentuali, e il duro colpo inferto dal Covid-19.

Fonte: Bankitalia gennaio 2021

In questo quadro complessivo, non prorogare il blocco dei licenziamenti rischia di acuire la già situazione precaria di milioni di famiglie italiane. •

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