Nell’esposto le accuse ipotizzate sono anche quelle di concorso in crimini di guerra e contro l’umanità. Il team di giuristi e avvocati promotore dell’iniziativa: «Vogliamo che l’Aja apra un’indagine formale»
È ufficiale. Il team legale Giuristi e avvocati per la Palestina ha depositato davanti alla Corte penale internazionale la denuncia. già annunciata. contro la premier Giorgia Meloni, i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e l’amministratore delegato di Leonardo spa Roberto Cingolani. Le accuse ipotizzate sono quelle di concorso in genocidio e in crimini di guerra e contro l’umanità.
«Senza l’appoggio sostanziale proveniente da vari Stati occidentali, tra i quali l’Italia, non sarebbe stata possibile l’offensiva militare che Israele ha intrapreso a partire dal 7 ottobre 2023, provocando un numero di vittime tra la popolazione civile certamente non inferiore alle 60.000, di cui dalla metà a un terzo bambini, per non parlare di quelli che stanno morendo di fame e che hanno riportato danni irreparabili», si legge nel testo della denuncia.
Uno degli avvocati del team, Fabio Marcelli del foro di Velletri, fa inoltre sapere a Domani: «Sosteniamo che vi sia una presumibile complicità del
governo italiano nei crimini israeliani menzionati e che la relativa responsabilità sorga presumibilmente in capo ai principali componenti del governo italiano». Su questo punto l’esposto, del resto, è chiaro: «Si tratta del presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro degli esteri nonché vicepremier Antonio Tajani, e del ministro della difesa Guido Crosetto: da ritenere presumibilmente colpevoli in quanto titolari del potere decisionale in ordine alla cooperazione militare e di sicurezza con Israele e all’autorizzazione delle forniture di armi, senza che possano opporre alcuna immunità di natura personale e funzionale, dato che le relative attività si sono svolte nel più evidente dispregio delle normative interne e internazionali».
La denuncia, come noto, è stata presentata anche nei confronti di Cingolani, «in quanto titolare del potere decisionale relativo al trasferimento di armamenti e marchingegni bellici di vario genere verso Israele, nonché all’attuazione di progetti di cooperazione con tale Stato che stanno agevolando la commissione di tali crimini».
Nel testo presentato e depositato all’Aja non si parla solo di «forniture d’armi», ma anche del «ruolo dell’Italia nell’interruzione del soccorso umanitario alla popolazione palestinese» e delle «prese di posizione dell’Italia sui mandati di cattura della Corte penale internazionale». La richiesta fatta pervenire all’Ufficio del Procuratore della Cpi è, dunque, quella di «avviare un esame preliminare ai sensi dell’articolo 15 dello Statuto di Roma» e «procedere a una valutazione circa la possibilità di aprire un’indagine formale».
La denuncia è firmata, oltre che dal team di giuristi e avvocati pro Gaza, anche da parlamentari e politici.
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