Soltanto i cardinali che non hanno superato gli 80 anni alla morte del pontefice possono votare per il successore. Si chiudono nella Cappella Sistina finché non raggiungono un quorum di due terzi. Le regole per l’eventuale ballottaggio e la celebre fumata bianca in Vaticano a elezione avvenuta
Con la morte di Bergoglio, avvenuta nella mattinata del 21 aprile, inizia il percorso che poterà all’elezione di un nuovo pontefice.
Il papa viene eletto attraverso un processo chiamato conclave, che si svolge all’interno della Cappella Sistina in Vaticano, per l’occasione chiusa a chiave dall’interno e dall’esterno. Soltanto i cardinali hanno diritto a eleggere il papa, e più nello specifico i cardinali elettori: esistono infatti cardinali che, per motivi di età o disciplinari, non hanno diritto a partecipare al conclave.
L’elezione avviene ancora seguendo le regole stabilite da papa Gregorio X nella seconda metà del Duecento (con qualche rinnovamento). Vediamo quali sono i passaggi che portano alla celebre fumata bianca, che annuncia l’elezione di un nuovo papa.
Chi può essere eletto
Il papa viene sempre scelto tra i cardinali stessi, ma solo per consuetudine: teoricamente anche un semplice sacerdote – o addirittura un laico – potrebbe diventare pontefice. Il candidato deve essere uomo, battezzato e non sposato, le stesse regole che valgono per la nomina a vescovo.
Se però non è ancora vescovo, ai requisiti vanno aggiunti quelli per la nomina episcopale: almeno 35 anni di età, minimo cinque anni di presbiterato, una laurea o licenza in sacra scrittura, teologia o diritto canonico.
I cardinali elettori
Il papa viene eletto dal Collegio dei cardinali elettori, che non devono ancora aver compiuto ottant’anni alla morte, o alla rinuncia come nel caso di Benedetto XVI, del papa (i cardinali ultraottantenni partecipano soltanto alle riunioni preparatorie).
Secondo il diritto canonico, nel conclave non possono essere più di 120. I cardinali sono nominati direttamente dal papa, senza una vera a propria regola. Attualmente nel mondo sono 252. Di questi 135 sono elettori e 117 non elettori.
Inizio del conclave: modi e norme di comportamento
Il conclave deve iniziare il quindicesimo giorno dalla morte o rinuncia del papa e in ogni caso non oltre venti giorni. Tradizionalmente l’elezione avviene nella Cappella Sistina e in grande riservatezza. Non solo lo scrutinio, ma i cardinali sono vincolati da un giuramento al silenzio su tutto ciò che ha a che fare con l’elezione del pontefice.
Durante tutta la durata del conclave i cardinali vivono in totale isolamento, senza poter comunicare o ricevere nulla dall’esterno e tra loro (al di là delle discussioni ufficiali). Solo per le urgenze sono ammessi medici e infermieri.
Oltre all’obbligo del silenzio, Giovanni Paolo II nella costituzione apostolica Universi Dominici Gregis del 1996 ha imposto, pena la scomunica, il divieto di contrattazioni, promesse di voti e di accettare pressioni da qualsiasi autorità civile. È inoltre vietato ai cardinali di accordarsi tra loro su impegni da portare a termine nel caso di elezione al pontificato.
Nella costituzione apostolica ai cardinali è richiesto di «non lasciarsi guidare, nell’eleggere il pontefice, da simpatia o avversione, o influenzare dal favore o dai personali rapporti verso qualcuno, o spingere dall’intervento di persone autorevoli o di gruppi di pressione, o dalla suggestione dei mezzi di comunicazione sociale, da violenza, da timore o da ricerca di popolarità». Devono votare pensando solamente a Dio e al bene della Chiesa.
Come avviene la votazione
Per eleggere un nuovo papa serve che sia votato da una maggioranza di due terzi dei cardinali elettori presenti (più un voto se il numero non è divisibile per tre). Per comunicare all’esterno l’esito delle votazioni quotidiane, nella Cappella Sistina viene montata una stufa nella quale vengono bruciati appunti e voti dei cardinali durante le varie fasi del conclave.
Da qui arrivano le celebri fumate, nera per ogni avvenuta votazione e bianca quando si raggiunge il quorum previsto e quindi si è eletto il nuovo papa.
Lo scrutinio vero e proprio si svolge in tre fasi. La prima è l’ante scrutinium. Vengono distribuite due o tre schede a ogni cardinale elettore e vengono estratti a sorte tre cardinali scrutatori, tre revisori e tre infirmarii (che raccolgono i voti di eventuali cardinali infermi nella Domus Sanctae Marthae).
La seconda è lo scrutinium vere proprieque. Ogni elettore scrive su una scheda il nome del cardinale che vorrebbe eleggere papa, in segreto e mascherando la calligrafia. A turno, ogni cardinale si alza per consegnare la propria scheda piegata in due al tavolo degli scrutatori, ponendola in un’urna. Gli scrutatori mescolano le schede, le contano e poi ne leggono ad alta voce il contenuto.
La terza è il post scrutinium. Vengono conteggiati i voti, si controlla che tutta la procedura sia avvenuta correttamente e si bruciano le schede. Se non si è raggiunto il quorum di due terzi, si procede subito con un’altra votazione. Sono quattro le votazioni che si possono tenere ogni giorno, due la mattina e due il pomeriggio.
L’unica eccezione è il giorno di inizio del conclave, che prevede un solo scrutinio dato che l’elezione comincia nel pomeriggio. C’è un limite massimo di votazioni: se avvengono 34 scrutini senza esito, si procede a un ballottaggio tra i due cardinali che hanno ricevuto più voti, sempre con un quorum di due terzi.
Il nuovo papa
Quando un cardinale ottiene i due terzi dei voti, l’elezione è canonicamente valida. Il cardinale decano chiede all’eletto: «Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?». Se la risposta è sì, a seguire chiede come il nuovo pontefice voglia essere chiamato.
L’eletto comunica quindi il nome scelto per il suo pontificato, vengono bruciate le schede a da piazza San Pietro si innalza la celebre fumata bianca.
Perché si chiama conclave?
Era il 1270 quando gli abitanti di Viterbo, allora sede del papato, chiusero a chiave (clausi cum clave) i cardinali nella sala del palazzo arcivescovile per costringerli a scegliere il nuovo papa, la cui elezione procedeva a rilento.
L’iniziativa non ebbe successo: fu il conclave più lungo della storia della Chiesa, che portò all’elezione di Gregorio X. Pochi anni dopo il papa istituì ufficialmente il conclave e le sue regole, tra cui l’isolamento obbligatorio, che ancora oggi caratterizzano l’elezione del papa.
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