- Nel pieno della pandemia le prefetture italiane avevano inviato ai centri di accoglienza per richiedenti asilo una circolare in cui si richiamava l’attenzione sulla necessità di «assicurare il puntuale adempimento delle misure di contenimento del contagio». Eppure, ad ascoltare le testimonianze degli operatori di alcuni centri si percepisce tutta una altra realtà.
- «A Firenze c’è stato un vero e proprio stillicidio, cominciato nell’ agosto 2020 e che poi è continuato», ha raccontato una operatrice legale di un centro di accoglienza della provincia toscana che ha scelto l’anonimato per tutelare la sua posizione lavorativa».
- «Una altra operatrice di Firenze che ha chiesto - anche lei - la garanzia dell’anonimato, ha riferito che: «nel centro dove lavoro, altro che distanziamento! Dormivano quindici persone in una stessa camerata. Esiste un bagno ogni dieci persone. La prefettura questo lo sa».
Nel pieno della pandemia da Covid le prefetture italiane avevano inviato ai centri di accoglienza per i migranti richiedenti asilo (Cas e Siproimi) una circolare in cui si richiamava l’attenzione sulla necessità di «assicurare, nell’ambito delle strutture di accoglienza, e da parte degli ospiti ivi presenti, il puntuale adempimento delle misure di contenimento del contagio», raccomandando ai gestori di «far garantire il rispetto delle misure igienico-sanitarie, attraverso un’attenta opera di in



