La cucina per molti è un luogo funzionale destinato alla preparazione di cibo a fini nutrizionali. Per altri, invece, è un luogo in cui riunirsi, in cui creare legami e in cui godersi momenti intimi con familiari e amici. Non tutti vivono questo spazio della casa nello stesso modo. Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa ne pensano
- Iscriviti alla newsletter Oggi è Domani, tutte le mattine la nostra selezione di notizie e letture per cominciare la giornata
La cucina è una delle stanze fondamentali per rendere vivibile una casa oltre il bagno, la camera da letto e altri spazi standardizzati che si trovano in un appartamento. Ogni luogo della casa ha una precisa funzione, ad esempio la camera da letto per riposarsi, e così via. Non tutti viviamo, però, i luoghi nello stesso modo e, soprattutto, non tutti li percepiamo ugualmente. Ad esempio, per molti il bagno è il luogo più rilassante della casa; qui ci si trucca, ci si prepara per uscire, si fanno bagni caldi.
Invece la cucina? Secondo il dizionario è quell’«ambiente della casa o di una comunità, in cui si preparano e cuociono i cibi, fornito perciò degli impianti necessari a questo fine» ed è definito come un «complesso di mobili». Questa definizione però non esaurisce il senso intimo della cucina, per molti infatti è un luogo di condivisione. La cucina si può abitare e quindi vivere, riempiendola di significato e momenti.
In base allo stile di vita o alle esigenze poi, il tempo che si trascorre in questa stanza è diverso e cambia anche il rapporto. Molti scoprono, ad esempio, intolleranze in età adulta e questo li costringe a cambiare strategia alimentare e cambiare le proprie abitudini. Chi scopre l'allergia al glutine dovrà passare molto tempo in cucina, iniziare a utilizzare utensili propri, non contaminati da altri, molti cercheranno di predisporre spazi appositi per isolare i cibi senza glutine.
Molti invece si trovano a riorganizzare la cucina per motivi etici, scegliendo una dieta vegetariana o vegana. La cucina è però quel luogo in cui, a prescindere dal proprio modo di vivere, si può condividere e quindi co-abitare. Molti la utilizzano come momento di riconciliazione o riunione per sentire il calore dei nonni, della famiglia o per godersi un calice di vino con gli amici mentre si prepara la cena. Oppure per godersi momenti di pacifica solitudine con sé stessi preparandosi comfort food.
Nella nostra newsletter quotidiana, Oggi è Domani, abbiamo chiesto ai nostri lettori e alle nostre lettrici cosa ne pensano e quale sia il loro rapporto con la cucina, se la si vive come stanza o come come luogo dell'anima. Ecco cosa ci hanno risposto.
La cucina come luogo di cura di sé stessi
Molti lettori e molte lettrici ci hanno raccontato della cucina come un luogo difficile ma anche di riscatto: «Sono un’anoressica “rieducata” e il mio rapporto col cibo è stato pessimo», ma poi «è migliorato quando sono andata a vivere da sola. Ora mi piace cucinare per gli ormai pochi amici». Per molti invece è un luogo in cui esprimere calore e sentimenti: «Riservo alla cucina un senso di calore e accoglienza, di uno spazio luminoso e ampio», «La cucina è amore».
Per molti, è un luogo in cui prepararsi pasti buoni e profumati: «È sempre aperto a chiunque abbia voglia di mangiare e bere, o solo parlare. Emana sempre odori di cibo», scrive un lettore.
La cucina come scrigno di ricordi
Molti lettori e molte lettrici ci hanno raccontato che la cucina è un luogo a cui legano molti ricordi, soprattutto d'infanzia: «Mi ricordo mia nonna che, quando era in camera, appena sveglia mi chiedeva di accompagnarla in cucina, era la sua casa», le cucine infatti, raccontano storie: «La mia cucina è vecchia e come me ha una lunga storia».
Molti vedono la cucina come luogo che parla di sé e che svela la propria personalità: «La cultura culinaria mi ha sempre incuriosito anche da psicologa, perciò ne colgo gli aspetti intimi, profondi e comunicativi».
Per molti la cucina è quel luogo sereno in vivere il focolare familiare: «La cucina da sempre l'associo alla memoria. Ricordo quando da bambino nei giorni gelidi mia madre cucinava uno splendido brodo bollente».
GLI ALTRI SONDAAGGI
La settimana scorsa abbiamo chiesto ai nostri lettori e alle nostre lettrici cosa pensano e si aspettano dalla Cop30, se pensano che i paesi industrializzati potranno riuscire a stanziare finanziamenti sufficienti per sostenere l'adattamento dei paesi più vulnerabili agli impatti climatici e se hanno fiducia nell'accordo. La maggior parte dei lettori e delle lettrici ripongono notevole sfiducia nella qualità e realizzazione delle premesse della Cop30. Inoltre, gli utenti si preoccupano per i rischi verso cui potremmo imbatterci se si rimane inermi.
In precedenza abbiamo chiesto ai nostri lettori e lettrici cosa pensavamo della distinzione tra i movimenti di piazza e la bolla dei social e se, alla luce del contenuto dei messaggi , se prevale il diritto di venire a conoscenza degli scambi privati di personaggi pubblici o il diritto alla riservatezza delle attiviste. La maggior parte degli utenti ritiene che la tutela della privacy rimanga fondamentale e si è dimostrata d'accordo con il contenuto dell'editoriale di Serughetti.
In precedenza abbiamo chiesto ai nostri lettori e lettrici cosa pensavano dell'utilizzo dei metal detector nelle scuole e se sia necessaria per garantire la sicurezza nelle classi. La maggior parte degli utenti è stata critica, sostenendo che l'educazione emotiva, la prevenzione del bullismo e una maggiore formazione dei docenti sono strumenti più appropriati ed efficienti
© Riproduzione riservata


