La pubblicazione sui giornali delle chat private di alcune note influencer-attiviste femministe ha innescato un dibattito sul cortocircuito tra il ruolo di attiviste e quello di influencer. Nelle chat in questione, le influencer Carlotta Vagnoli e Valeria Fonte - indagate per stalking - insultavano politici, giornalisti e scrittori. Tra questi: Sergio Mattarella, Cecilia Sala, Liliana Segre e Michela Murgia.

Una settimana fa, sul nostro giornale, la professoressa Giorgia Serughetti ha firmato un editoriale in cui sottolineava l'importanza di distinguere la dimensione collettiva del movimento femminista con quella individuale dei social. «Per quanto disturbante possa risultare il contenuto velenoso dei commenti - ha scritto Serughetti - restano pensieri e parole scambiate in privato. Che, per questo, avrebbero dovuto rimanere tali». Tuttavia, per la professoressa, nessuna delle persone coinvolte rappresenta un movimento, ma solo sé stessa. Per questo, si analizza nell'editoriale, serve distinguere i movimenti di piazza dalla performatività dei social.

Nella nostra newsletter quotidiana, Oggi è Domani, abbiamo chiesto ai nostri lettori e alle nostre lettrici cosa pensano della distinzione tra i movimenti di piazza e la bolla dei social e se, alla luce del contenuto dei messaggi, prevale il diritto di venire a conoscenza degli scambi privati ​​di personaggi pubblici o il diritto alla riservatezza delle attiviste. 

Dimensione collettiva e individuale

La maggior parte dei lettori e delle lettrici si è dimostrata d'accordo con il contenuto dell'editoriale di Serughetti. «I femminismi vanno riconosciuti e predicati per quello che significano, non per come ci possono essere utili individualmente», ha commentato un utente.

Secondo un altro, la dimensione pubblica e privata delle influencer viene a coincidere: «La manifestazione delle idee non può essere considerata un fatto privato perché è parte essenziale del personaggio». Per gli influencer in questione «la notorietà non è frutto di un incarico o un ruolo pubblico, ma di una libera auto-esposizione attraverso le reti sociali».

Un altro utente contesta la lettura dei social come spazi a priori ostili nei confronti del femminismo: «Non c'è dubbio che l'attività sui social tenda all'individualismo, ma mi sento di riconoscere una grande importanza ai social nella mia formazione femminista». Nello specifico, continua l'utente, «una delle persone che li utilizzava al meglio, unendovi idee e dimensione collettiva, era proprio Michela Murgia».

Diritto alla riservatezza

Secondo il parere di un altro lettore, la possibilità di avere accesso al contenuto di chat private «dipende dal contenuto, non escludendo a priori la necessità di venirne a conoscenza solo per il fatto che si tratti di chat private».

Per molti altri, invece, la tutela della privacy rimane fondamentale: «Che diritto abbiamo di conoscere cosa si dice in privato le persone, anche pubbliche? Mi sembra una violazione dei diritti di libertà personale. Non condivido nulla dei contenuti di quella chat e posso condividere il giudizio di Serughetti su un certo modo di concepire l'attivismo politico. Ma la cosa centrale è quelle frasi non dovrebbero mai uscire dal luogo in cui sono state pronunciate».

Un altro utente si sofferma, invece, sul cambio di registro che si adotta tra pubblico e privato: «Non ci esprimiamo nello stesso modo quando parliamo in un contesto intimo e quando lo facciamo in pubblico. Non per ipocrisia ma perché di volta in volta vanno adottati registri comunicativi diversi. Un grave danno dei social media è quello di cancellare queste differenze», concludono.

Gli altri sondaggi

La settimana scorsa abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa pensavano dell'utilizzo dei metal detector nelle scuole e se sia necessaria per garantire la sicurezza nelle classi. La maggior parte degli utenti è stata critica, sostenendo che l'educazione emotiva, la prevenzione del bullismo e una maggiore formazione dei docenti sono strumenti più appropriati ed efficienti.

In precedenza abbiamo chiesto ai nostri lettori quali consigli e desideri avrebbero da proporre per un fisco più giusto in vista della pubblicazione della nuova legge di bilancio. La maggior parte degli utenti è stata critica, sostenendo la necessità di contrastare l'evasione fiscale e di sostenere le pensioni.

Ancor prima abbiamo chiesto se fosse giusto giocare il match di qualificazioni per il Mondiale tra Italia e Israele. La maggior parte ha chiesto sostegno alla popolazione palestinese, tra chi ha chiesto di non giocare e chi invece ha proposto gesti più piccoli ma simbolici.

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