Tra le novità del governo per il nuovo anno ci sono la rottamazione delle cartelle e il taglio del secondo scaglione Irpef al 33 per cento. Secondo la maggior parte di voi lo Stato dovrebbe intervenire di più nella lotta all’evasione, ma c’è anche chi chiede con forza l’introduzione di una patrimoniale
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La legge di bilancio per il 2026 è stata, come ogni anno, al centro del dibattito politico delle ultime settimane. Il Consiglio dei ministri del 17 ottobre ha approvato una serie di misure che dovranno essere poi approvate in parlamento. Tra le principali novità ci sono il taglio del secondo scaglione Irpef dal 35 al 33 per cento (costo: 3 miliardi l’anno) e una nuova rottamazione delle cartelle. Di recente il Centro studi e ricerche Itinerari previdenziali ha calcolato che il 77 per cento di tutta l’Irpef è pagato dal 27 per cento dei contribuenti; mentre un italiano su due non versa un euro.
Nella nostra newsletter quotidiana, Oggi è Domani, abbiamo chiesto ai nostri lettori e alle nostre lettrici quali sono per loro le misure più urgenti che il governo dovrebbe introdurre per avere un fisco più giusto.
Così non basta
Una lettrice ha condiviso con noi quanto guadagnerebbe in più di pensione grazie alle nuove aliquote. Dai conteggi, racconta, «avrei solamente un aumento di tre euro al mese. Non basterebbe nemmeno per una colazione al bar». Per questo, come per atri motivi, diversi lettori e lettrici ci hanno scritto proponendo l’introduzione di nuove misure.
Anzi, come scrive uno di loro, «le cose da fare sono le solite», ma dovrebbero essere introdotte con più forza. «Tornare a una vera e stringente progressività, eliminare gli “scaloni” determinando le aliquote con una funzione continua, introdurre l’imposta patrimoniale, eliminare ogni genere di bonus, sconfiggere l’evasione fiscale». Ma, come sempre, c’è chi protende più per un’opzione e chi per un’altra.
Lotta all’evasione
La maggior parte delle risposte arrivate sostengono che sia necessario come primo passo combattere più duramente l’evasione fiscale. «Esiste un’unica soluzione: combattere sul serio l’evasione e far pagare tutti, non solo i dipendenti e i pensionati», scrive una lettrice. C’è perfino chi chiede l’introduzione di uno «ius impostae», ovvero: «Se paghi le imposte sei cittadino italiano, se le evadi perdi la cittadinanza, indipendentemente dal luogo di nascita».
Si tratta forse di una proposta radicale, ma molti lettori e lettrici chiedono azioni simili. Qualcuno propone «non solo l’accertamento ma anche il versamento dell'accertato evaso» e per farlo utilizzerebbe la tecnologia. «Visto che con gli attuali strumenti informatici si entra così facilmente nella nostra privacy credo che non sarebbe difficile conoscere capillarmente chi evade e chi elude».
«Siccome non pagare le tasse significa rubare alla comunità», ci dice un lettore «invece di pensare a condoni o rottamazione delle cartelle che non riempiono le casse delle stato, potrebbero essere riviste pene detentive più severe per gli evasori». Gli fa eco una lettrice che molto sinteticamente chiede «basta rottamazioni».
La patrimoniale
Tra i nostri lettori e lettrici, c’è chi chiede l’introduzione di una vera «patrimoniale per i più ricchi». Alcuni, come ci scrivono, la ritengono «una misura necessaria, come si è dimostrata in altri paesi europei». Per un lettore il «governo dovrebbe cambiare platea di persone a cui chiedere le tasse perché lavoratori a basso reddito e pensionati sono orami alla canna del gas».
Gli fa eco una lettrice secondo la quale «tutti dobbiamo contribuire, proporzionalmente alle proprie capacità, alle spese dello stato, anche perché tutti usufruiamo dell'assistenza sanitaria, della scuola pubblica, di tutti i servizi sociali a prescindere dal reddito». E conclude: «Chi ha poco potrebbe avere di più e chi ha tanto potrebbe dare di più. Che senso avrebbe allora uno stato democratico come il nostro».
GLI ALTRI SONDAGGI
La settimana scorsa abbiamo chiesto ai nostri lettori se fosse giusto giocare il match di qualificazione per il Mondiali tra Italia e Israele. La maggior parte ha chiesto sostegno alla popolazione palestinese, tra chi ha chiesto di non giocare e chi invece ha proposto gesti più piccoli ma simbolici.
In precedenza abbiamo chiesto se sia giusto che le scuole indichino agli studenti cosa indossare in classe: ci sono i sostenitori del dress code «sobrio» e chi invece difende la libere espressione dell’identità.
Ancor prima abbiamo chiesto se l’aumento dei prezzi avesse cambiato le abitudini degli italiani al supermercato: per molti il carrello della spesa non è più quello di un tempo, con tecniche ingegnose per arginare il problema.
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