Le notizie di oggi 4 gennaio: sono aumentati i contagiati, i morti e i ricoveri nelle ultime 24 ore; le regioni si sono riunite per discutere le misure per il rientro a scuola, da presentare al governo; arriva in distribuzione nelle regioni la pillola anti Covid; crescono ancora le ospedalizzazioni in terapia intensiva e in area medica; il vaccino Johnson&Johnson sarebbe efficace all’85 per cento contro Omicron; i ministri degli esteri della Nato si riuniranno in via straordinaria, venerdì, per discutere la questione ucraina; è in vigore la direttiva europea sul divieto di alcuni inchiostri per tatuaggi; in Sudan continuano le proteste dei movimenti pro-democrazia; un matematico del Cnr afferma che il governo non ritarda il ritorno a scuola per motivi di immagine; negli Stati Uniti superato il milione di contagiati in un solo giorno; l’Ue erogherà un’assistenza macrofinanziaria di 150 milioni di euro alla Moldova

Bollettino Covid, aumentano il postivi, le vittime e le ospedalizzazioni

Nell'ultimo bollettino giornaliero diffuso dal ministero della Salute sono 170.844 i casi nuovi, contro i 68.052 di ieri. Record anche di decessi: registrati 259 vittime, il numero più alto dal 12 maggio quando i morti erano stati 262. Il numero di vittime così elevato è da attribuirsi ai ritardi di notifica dei giorni festivi.

I tamponi processati sono stati 1.228.410, più del doppio rispetto a ieri (oltre 445mila), la percentuale di positivi è al 13,9 per cento, in diminuizione rispetto al 15,3 per cento di ieri.  

In aumento anche le occupazioni in terapia intensiva, con 41 ricoveri in più e in area medica con 579 nuove ospedalizzazioni.

Dopo alcuni riconteggi si stima che i decessi totali, dall’inizio della pandemia, siano stati 138.045, mentre il numero dei contagiati totali, compresi i guariti e i morti, sarebbe di 6.566.947.

Scuola, Colloqui a palazzo Chigi e tra le regioni 

Nel pomeriggio a palazzo Chigi si è svolto un incontro tra il presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministri della Salute e dell’Istruzione, Roberto Speranza e Patrizio Bianchi, e il commissario all'emergenza Covid, Francesco Paolo Figliuolo. Al centro del colloquio ci sarebbe stato il tema delle misure anticontaglio nella scuola, in vista della riapertura post festività. 

Ma secondo quanto riporta LaPresse, non ci sarebbe stato nessun ripensamento sulla data di riapertura delle scuole, che resta confermata per lunedì prossimo, 10 gennaio. Anzi, non sarebbe mai stata in discussione. 

Per affrontare il problema della gestione dei contagi nelle scuole, nello stesso pomeriggio di oggi, 4 gennaio, si è riunita anche la Conferenza delle regioni, che ha stilato una bozza con delle richieste, sul tema, da presentare al governo.

La Conferenza era stata convocata ieri, 3 gennaio, dal governatore del Friuli-Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, allo scopo di «approfondire il tema della gestione dei contatti con particolare riguardo a quelli in ambito scolastico», come si legge nel comunicato. 

Nella bozza delle richieste al governo, secondo quanto riferisce LaPresse, si richiederebbe l’attivazione della quarantena di 7 giorni, con didattica a distanza, per l’intera classe, nella quale si siano verificati due casi di positività al Coronavirus, se si tratta di ragazzi fino a 12 anni, quindi delle elementari fino alla prima media. Il test antigenico o molecolare in uscita si dovrebbe effettuare, secondo i governatori, tra il 5° e il 7° giorno dal contatto con positivi.

In presenza di un solo positivo in classe, invece, la proposta delle regioni, è quella di restare a scuola in autosorveglianza con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola e senza testing.

Per i ragazzi sopra i 12 anni, cioè dalla seconda media fino all’ultimo anno delle superiori, quarantena, sempre di sette giorni, si attiverebbe invece in presenza di 3 o più casi positivi in classe. Al termine della quarantena, il test antigenico o molecolare, oltre che un tampone al quinto giorno dai contatti.

Qualora i positivi fossero due, non ci sarebbe quarantena, ma autosorveglianza con la raccomandazione di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti dalla scuola e senza testing, e utilizzando la mascherine Ffp2.

«Per i soggetti che si siano già sottoposti alla dose booster, o vaccinati con ciclo completo primario da meno di 120 giorni o guariti da meno di 120 giorni è prevista auto-sorveglianza e esecuzione test solo alla comparsa di sintomi», si legge nella bozza.

Per la scuola dell'infanzia, infine, dove non esiste una copertura vaccinale ed è impossibile praticare le misure di prevenzione, come il distanziamento o l’uso della mascherina, la quarantena per le classi si attiverebbe a partire dalla presenza di un solo caso positivo. In questo caso la durata del periodo di quarantena sarebbe di 10 giorni, con al termine un test antigenico o molecolare per rientrare a scuola. 

La bozza suggerirebbe anche di evitare la ripresa delle attività di educazione fisica per tutte le scuole di ordine e grado.

La raccomandazione "razionale" delle regioni è quella di prevedere questa misura in vista di una copertura vaccinale al 70 per cento, con contatti a basso rischio e di tenere conto dell'andamento epidemiologico e in particolare della variante omicron.

Le regioni hanno chiesto che la riapertura delle scuole sia valutata sulla base di uno specifico parere del Cts che «evidenzi una ricaduta non negativa della riapertura scolastica sull'andamento pandemico». 

La pillola anti Covid della Merck

Nella giornata di oggi, le regioni riceveranno in distribuzione il primo antivirale per curare il Covid. Si tratta del Molnupiravir dell’azienda farmaceutica Merck, il suo nome commerciale è Lagevrio.   

L’arrivo della pillola anti Covid di Merck era stato annunciato dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, lo scorso 30 dicembre, in una nota in cui si comunicava che il Comitato tecnico scientifico avrebbe distribuito il farmaco a partire dal 4 gennaio.

Il Molnupiravir serve per curare i pazienti Covid non ospedalizzati e «con malattia lieve-moderata di recente insorgenza» che presentino «condizioni cliniche concomitanti» tali da rappresentare «specifici fattori di rischio per lo sviluppo di una forma grave».

Il farmaco può essere assunto entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi e va a interferire con la capacità del virus di replicarsi, inducendo errori nel codice genetico del virus, che ne impediscono la duplicazione. Questo riduce il rischio di sviluppare forme gravi della malattia e prevenire così il ricovero. Secondo gli esperti, dovrebbe essere efficace su tutte le varianti.

Il trattamento dura 5 giorni e prevede l’assunzione di 800mg di farmaco al giorno, cioè 4 capsule due volte al giorno.

In caso di gravidanza è sconsigliato e l’allattamento al seno «deve essere interrotto durante il trattamento e per 4 giorni dopo il trattamento». 

La distribuzione ai pazienti sarà curata dalle singole regioni. La sua autorizzazione, in Italia, è arrivata con il decreto del ministero della Salute del 26 novembre scorso.

Agenas, salgono i ricoveri in terapia intensiva e in area medica

Matthias Balk/dpa via AP

Crescono le ospedalizzazioni in Italia in terapia intensiva e in area medica. Dall’ultima rilevazione dell’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, risultano occupati al 15 per cento i riparti di terapia intensiva e al 19 per cento quelli in area medica. Entrambi i dati mostrano una crescita di 1 punto percentuale rispetto alla rilevazione di ieri, 3 gennaio.

La soglia critica è fissata al 10 per cento di occupazione per le terapie intensive e al 15 per cento per l’area medica. 

Il dato relativo all’occupazione in terapia intensiva è cresciuto per nove regioni: Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia Autonoma di Bolzano, Piemonte, Puglia, Sardegna, Umbria.
Per quanto riguarda le ospedalizzazioni in area medica, le regioni con una situazione maggiormente critica sono:  Valle d'Aosta, al 45 per cento, cioè 9 punti percentuali in più rispetto a ieri, Calabria, a 31 per cento, e Liguria al 30 per cento.

La Liguria, in zona gialla, si avvicina alla zona arancione. La percentuale dei ricoveri in terapia intensiva ha raggiunto il 22 per cento, la soglia critica per il passaggio di colore, da giallo ad arancione è il 20 per cento. I ricoveri in area non critica hanno raggiunto invece il 28 per cento.

Vaccino Johnson & Johnson, efficace fino all’85 per cento contro Omicron

Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved

Johnson & Johnson ha annunciato i nuovi risultati preliminari dello studio sudafricano di fase 3b Sisonke 2, sull’efficacia del proprio vaccino, Janssen, contro i contagi da Omicron.

Lo studio, condotto dal South African Medical Research Council, ha messo in luce che un richiamo omologo dello stesso vaccino J&J contro il Covid-19 ha dimostrato un'efficacia fino all'85 per cento contro l'ospedalizzazione correlata alla malattia.

Il rischio di ospedalizzazione da Covid-19, tra gli operatori sanitari in Sudafrica, si è ridotto dopo che Omicron è diventata la variante dominante, arrivano al 98 per cento dei casi nel paese nel mese di dicembre, mentre lo studio era in corso. 

In un altro studio, condotto dal Beth Israel Deaconess Medical Center, si è analizzata la risposta immunitaria a diversi regimi vaccinali. 

Nelle persone in cui il vaccino J&J era stato somministrato come dose di richiamo dopo una prima vaccinazione a mRna, la risposta degli anticorpi neutralizzanti entro quattro settimane dopo il richiamo è stata di 41 volte superiore.

Ucraina, riunione straordinaria tra i ministri degli Esteri Nato 

(AP Photo)

La Nato ha annunciato, in una nota, che venerdì prossimo, 7 gennaio, si terrà un incontro virtuale straordinario del Consiglio Nord Atlantico (Nac) a livello di ministri degli Affari esteri, presieduto dal segretario generale dell’Alleanza atlantica, Jens Stoltenberg.

Al centro delle discussioni: il  massiccio dispiegamento di forze militari russe ai confini dell'Ucraina e «più ampie questioni di sicurezza europea».

L’incontro, annunciato oggi, arriva a pochi giorni di distanza da quello già previsto per il 12 gennaio tra Nato e Russia.

Da oggi vige in Ue il divieto di alcuni inchiostri per tatuaggi

LaPresse

La Commissione europea ha comunicato che da oggi, 4 gennaio, entra in vigore nell’Unione la restrizione sulle sostanze chimiche pericolose contenute nelle miscele per inchiostri per tatuaggi e trucco permanente.

La restrizione riguarda quelle sostanze classificate come cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione, le sostanze chimiche vietate nei cosmetici, i sensibilizzanti della pelle, gli irritanti per la pelle e gli occhi, le impurità metalliche, le ammine aromatiche e alcuni pigmenti. 

La direttiva arriva dopo uno studio di cinque anni, condotto dall’Echa, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche, per conto della Commissione europea. L’Agenzia, dopo aver valutato i rischi per la salute delle sostanze chimiche contenute negli inchiostri per tatuaggi, ha redatto delle linee guida nel 2020.

Entrano in vigore oggi, dopo aver dato il tempo al settore di adeguarsi alle nuove direttive e stabiliscono che tutte le sostanze vietate nei cosmetici devono essere vietate anche negli inchiostri permanenti. 

Sudan, convocate nuove proteste di massa

AP Photo/Marwan Ali

Le organizzazioni pro-democrazia del Sudan hanno convocato nuove proteste di massa contro il regime instaurato dal colpo di stato militare del 25 ottobre.

Nella tarda serata di domenica 2 gennaio il premier Abdalla Hamdok, dopo una violenta giornata di proteste, aveva rassegnato le dimissioni. E in un discorso alla nazione aveva detto: «Ho fatto del mio meglio per tentare di impedire al paese di precipitare verso il disastro».  

Dopo il golpe del 25 ottobre, l’esercito aveva ripristinato Hamdok nel ruolo, ma il politico non è riuscito a formare un governo e ha dovuto affrontare proteste non solo contro l'esercito ma anche contro il suo accordo con i militari.

Gli attivisti hanno ora fatto sapere che le forze armate hanno chiuso le strade della capitale Khartoum e di Omdurman, tattica già usata nei mesi precedenti.

Dal colpo di stato almeno 60 dimostranti sono stati uccisi, centinaia sono stati feriti e hanno subito abusi, violenze, stupri. Il movimento pro-democrazia continua a chiedere che un governo totalmente civile guidi la transizione, ma i generali rifiutano.

Matematico Cnr, a scuola per motivi di immagine

Cecilia Fabiano/ LaPresse

Giovanni Sebastiani, matematico del Cnr, in una intervista a LaPresse afferma che «ritardare di circa un mese la riapertura delle scuole sarebbe la scelta più razionale». Ma il governo non lo farà «per motivi di immagine».

«Per ridurre l’impatto sulla curva epidemica sarebbe utile ritardare di circa un mese la riapertura delle scuole, offrendo la possibilità dello smart working ai genitori, specialmente dei più piccoli. Sarebbe la scelta più razionale, ma non credo che il governo la adotterà, per motivi di immagine. È una scelta politica». 

L'esperto ha suggerito che le settimane di chiusura «potrebbero essere recuperate durante l'anno scolastico (o alla fine)» e poi potrebbero «essere sfruttate per fare test a tappeto sui ragazzi, sia tamponi che sierologici, e per potenziare le terze dosi in maniera selettiva, non solo negli anziani più a rischio per l’età, ma anche nei giovani che fanno circolare di più il virus».

«Ad oggi  – ha sottolineato –  la copertura vaccinale è solo il 4,5 per cento per i bambini tra i 5 e i 12 anni, mentre nella fascia tra i 12 e i 19 anni siamo al 75 per cento».

Stati Uniti, oltre 1 milione di contagi in un giorno

Copyright 2021 The Associated Press. All rights reserved.

Nella giornata di ieri, negli Stati Uniti ci sono stati oltre un milione di nuovi casi positivi al Coronavirus. 

Il dato è della Johns Hopkins University, lo ha riportato l'agenzia Bloomberg che parla di «tsunami di omicron che ha invaso ogni aspetto della vita quotidiana americana».

In quattro giorni, il numero degli infetti, negli Stati Uniti, è quasi raddoppiato, rispetto a quello che era il record finora stabilito di 590mila contagiati, ed è quadruplicato rispetto al numero di casi di poco più di una settimana fa. 

Dall'inizio della pandemia negli Stati Uniti i contagi sono oltre 56 milioni e le vittime del virus quasi 830 mila.

L’Ue eroga 150 milioni di euro alla Moldova

Stephanie Lecocq, Pool Photo via AP

La Commissione europea ha adottato una proposta sostenere con 150 milioni di euro la Repubblica di Moldova. Il finanziamento arriva a seguito di una richiesta da parte dello stato dell’est Europa, e rappresenta una operazione di assistenza macrofinanziaria (Amf). A comunicarlo è stata la stessa Commissione, in una nota diffusa oggi, 4 gennaio.

Di questi 150 milioni di euro, 30 milioni saranno elargiti in sovvenzioni e fino a 120 milioni  saranno finanziamenti a medio termine a condizioni di finanziamento agevolate.

La nuova Amf si basa sulle due precedenti operazioni di assistenza macrofinanziaria, attraverso le quali l'Unione europea ha erogato alla Moldova un totale di 160 milioni di euro dal 2017. 

La Moldova ha recentemente affrontato una  crisi energetica, che insieme alla ripresa post-pandemica ha reso più fragile il paese, già indebolito da problemi di corruzione e governabilità. 

I rapporti tra Ue e Moldova sono regolati da un accordo di associazione che comprende una zona di libero scambio globale e approfondita (Dcfta). L’accordo, siglato nel luglio del 2016, dopo essere stato applicato a titolo provvisorio dal settembre 2014, prevede come condizione l’attuazione di riforme da parte della Moldova nella direzione di maggiore democraticità, l’affermazione dello stato di diritto e del pluralismo.

© Riproduzione riservata