«Tutti i partiti e tutti i candidati sono a favore della vita. Il manifesto pro vita che tende ad attribuire agli amici dell’associazione questa battaglia, mentre gli altri, si presume, sarebbero a favore della morte, è un’idiozia e un inganno per gli elettori». Così la presidente di Azione e deputata Mara Carfagna commenta su X la presentazione del manifesto valoriale per le elezioni europee di Pro vita & Famiglia.

L’associazione anti-choice, contro l’interruzione volontaria di gravidanza e in generale contraria ai diritti riproduttivi e sessuali delle donne, ha lanciato il manifesto in conferenza stampa mercoledì. Tra i primi 27 firmatari Roberto Vannacci, fresco candidato della Lega alle europee, il leghista Claudio Borghi e diversi altri candidati di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia – Noi Moderati.

Vannacci, spesso contestato per le dichiarazioni omofobe e maschiliste, ha detto di aver firmato «convintamente» il documento, perché si tratta di valori «fondanti» e di essere pronto, nel caso in cui lui riuscisse ad arrivare al Parlamento europeo, al «sabotaggio» di «chi non la pensa come noi». «La campagna è finalizzata a influenzare l’esito delle elezioni europee orientando il voto dei cittadini sui candidati che hanno o avranno sottoscritto il Manifesto di impegni valoriali», scrive la onlus. 

La narrazione dell’associazione antiabortista è stata contestata da Carfagna che ha sottolineato come l’autodefinirsi “pro vita” comporta considerare gli altri contro la vita, «ingannando così l’elettorato». 

«Quanto alla natalità e alla famiglia, la mole di provvedimenti attivati dal governo precedente, dall’assegno unico al piano asili nido del Pnrr, di cui mi sono occupata personalmente, testimonia che ci sono due modi di affrontare questi problemi: quello di chi produce fatti e quello di chi produce solo parole», continua la presidente di Azione. «Credo che gli italiani e le italiane saranno in grado di capire questa differenza e di scegliere di conseguenza».

Il manifesto

Pro vita & Famiglia ha presentato il documento in conferenza stampa al Senato nel giorno del 46esimo anniversario della legge 194, che nel 1978 ha depenalizzato l’aborto e ha disciplinato le modalità di accesso per le donne al diritto. Alla conferenza stampa promossa dal capogruppo di Fratelli d’Italia Lucio Malan sono intervenuti il portavoce dell’organizzazione antiabortista, Jacopo Coghe, e Antonio Brandi, presidente della onlus. Oltre a Vannacci e Borghi, secondo cui «servono persone che siano molto attente a vigilare sui nostri valori perché una cosa è essere tolleranti con tutti, altra è essere sopraffatti e non credo sia intenzione di nessuno di noi».

Il “Manifesto valoriale” al primo punto impegna i firmatari alla «difesa della vita umana e al contrasto all’introduzione dell’aborto come valore comune nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea». L’Europarlamento, lo scorso 11 aprile, ha infatti approvato la risoluzione per introdurre il diritto all’Ivg tra i diritti fondamentali dell’Unione europea, ma l’ultima parola resta al Consiglio dell’Unione, che deve avviare la revisione del trattato.   

Nel manifesto si chiede poi di opporsi ai diritti delle persone Lgbt+ e all’educazione sessuale nelle scuole. 

L’attacco alla 194

Da Malan e dalla destra «l’attacco alla 194 è esplicito», ha commentato il deputato del Partito democratico Marco Furfaro, alla conferenza organizzata dal partito per l’anniversario della legge del 1978. E ha aggiunto: «Siamo ancora una volta davanti uomini che vogliono decidere sul corpo delle donne».

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