Sono giorni difficili per Matteo Salvini, obbligato a ritrattare su molte questioni per rimanere nella maggioranza di governo. L’ultima capriola riguarda vaccini e green pass. Tra la folla senza mascherine di Jesolo, località turistica veneta descritta dal  sindaco come una «discoteca a cielo aperto», per l’invasione di giovani, il leader della Lega ha detto: «Mi rifiuto di vedere qualcuno che insegue mio figlio, che ha 18 anni, con un tampone o con una siringa mentre va a fare due passi con gli amici. Prudenti sì, terrorizzati no». Una frase diventata cavallo di battaglia, utile per raccogliere qualche voto anche tra l’elettorato No vax.

Green pass

Dopo la conferenza stampa convocata dal presidente del consiglio Mario Draghi per comunicare le novità sul decreto Covid, il tweet fissato in alto nella pagina di Salvini che recitava «Vaccino, tampone o Green pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo» ha magicamente perso d’importanza e non dà più il benvenuto ai follower che quotidianamente visitano il profilo dell’ex ministro.

Il presidente del Consiglio, infatti, invitando tutti gli italiani a vaccinarsi e ad assumersi la responsabilità per sé stessi e per gli altri, ha spiegato la motivazione dietro alla decisione di introdurre il Green pass: «Il certificato verde non è un arbitrio, è una condizione per tenere aperte le attività economiche. La scelta era tra procedere normalmente, classificando le regioni nuovamente in giallo, oppure introdurre il Green pass in modo da tenere le regioni in zona bianca». Ha poi continuato con parole dure: «Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore. L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire». E così, il tweet di Matteo Salvini non si trova più nell’apertura della sua pagina Twitter, al suo posto una foto del segretario sorridente con in mano una tazzina di caffè e sul tavolo quella che sembra essere la prenotazione del vaccino. Secondo quanto riportano le agenzie, infatti, il segretario della Lega avrebbe ricevuto la prima dose del vaccino - che gli darà la possibilità di accedere al Green pass, fino a qualche giorno fa considerato «inutile» e «devastante» - questa mattina a Milano, dopo aver rinviato l’appuntamento dello scorso 28 giugno per testimoniare a un processo per diffamazione.

Il leader della Lega da tempo sta remando contro la certificazione, definendo “ultras”, come i tifosi fanatici di una squadra di calcio, chiunque voglia applicare il Green pass: «significa impedire il diritto al lavoro, il diritto alla vita ad almeno la metà della popolazione italiana», ha detto davanti alle telecamere. Secondo lui il vaccino «per i giovani non serve», ma a settembre le scuole devono tornare in presenza perché «non possiamo condannare alla paura a vita i ragazzi e le ragazze che hanno sofferto per un anno e mezzo di scuole chiuse», ha detto. Il Green pass, sempre secondo Salvini, danneggerebbe la stagione ai vacanzieri e agli esercizi commerciali ma le zone gialle, arancioni, rosse, avrebbero avuto forse un effetto peggiore.  

La Lega ha perso consensi

Non è un caso se il leader della Lega torna sempre sui suoi passi. Prima minacciava di andare a elezioni e di sfiduciare il ministro della Salute Roberto Speranza, al fianco di Fratelli d’Italia. Poi, considerando che, secondo un recente sondaggio di Youtrend, Fdi di Giorgia Meloni è il primo partito del paese, togliendo così tre anni di primato alla Lega, conviene rimanere dentro la maggioranza e sostenere il premier Draghi. Tuttavia prevale sempre il suo spirito populista, Salvini recita un ruolo diverso ma resta quello di un tempo, leader di una destra radicale. 

Legittima difesa

Come dimostra la questione della legittima difesa, che secondo l’ex ministro «è sempre legittima». «Altro che Far west a Voghera, si fa strada l’ipotesi della legittima difesa. Un docente di diritto penale, ex funzionario di polizia, avvocato penalista noto e stimato in questa bella città, vittima di un’aggressione ha risposto accidentalmente ed è partito un colpo che purtroppo ha ucciso un cittadino straniero, che secondo quanto trapela è già noto purtroppo alle forze dell’ordine per violenze aggressioni, addirittura atti osceni in luogo pubblico», ha detto la mattina dopo il fatto.

Il discorso di Salvini presenta molte incongruenze: da un lato il ceto sociale dovrebbe legittimare una persona a ucciderne un’altra, dall’altro se il colpo è partito accidentalmente non si tratta di legittima difesa, che in base all’articolo 52 del codice penale occorre essere stato «costretto dalla necessità di difendere un diritto proprio od altrui contro il pericolo attuale di un'offesa ingiusta, sempre che la difesa sia proporzionata all'offesa». La magistratura stabilirà se l’imputazione dell’eccesso colposo di legittima difesa sia o meno confermata.

Il segretario della Lega continua a pensare che le parole non abbiano un peso e che possano essere cancellate come un tweet.

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