Care lettrici, cari lettori

la settimana della giustizia ha avuto al centro il ricordo dell’anniversario della strage di Capaci del 1992. Ne scrive Attilio Bolzoni, che ha conosciuto Giovanni Falcone e nella Sicilia delle sue inchieste ha iniziato a fare il giornalista investigativo. La sua è una analisi amara: «Le solite passerelle e discorsi banali. Con l’antimafia che in mancanza d’altro punta sul marketing».

Intanto, si avvicina la data del 29 maggio, quando in consiglio dei ministri dovrebbe arrivare la riforma costituzionale della giustizia, che è ancora al centro del dibattito tra magistratura e governo, con molti chiaroscuri però.

Infine sul fronte dei processi ci sono aggiornamenti sul caso Ilaria Salis, ora ai domiciliari, è stato interrogato il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti e l’ex generale dei carabinieri Mario Mori è di nuovo sotto inchiesta, con conseguenti polemiche.

Nordio al festival dell’economia di Trento

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha partecipato al festival dell’economia di Trento e ha dato qualche novità in materia di riforme:

- «Per la prima volta entro il 2026 colmeremo gli organici della magistratura. Attualmente sono circa 9mila i magistrati in servizio, ma dovrebbero essere 10.500. Entro il 2026 avremo un'assunzione di 1.900 nuovi magistrati».

- «Stiamo perfettamente in linea con quello che ha chiesto l'Europa: il ministero ha investito oltre 818 milioni di euro, di cui 133 milioni in digitalizzazione. Entro marzo 2026 verranno riqualificati 481.000 metri quadrati di strutture».

- «I nostri diritti previsti da art. 15 della Costituzione sono stati devastati dalla legislazione sulle intercettazioni e dall'interpretazione che ne ha fatto la giurisprudenza. In Italia si è fatto un uso e un abuso delle intercettazioni coinvolgendo persone che non c'entrano nulla. Stiamo lavorando su una riforma molto più importante per limitare i sequestri degli smartphone che rappresentano una devastazione dei diritti umani estrema». Oggi cellulare può essere sequestrato con sola firma del pm. Nel cellulare c'è una vita delle persone, non solo la vostra ma anche quella altrui". Nordio ha ribadito che la stretta sulle intercettazioni non riguarderà i reati più gravi:"Nella lotta alla mafia, alla criminalità organizzata e al terrorismo le intercetazioni sono solo sono indispensabili ma oggi sono anche insufficienti." fcz 20240524T115918Z

Geografia giudiziaria

Dopo il tribunale della Pedemontana da riaprire a Bassano del Grappa per cui si sta impegnando il governatore del Veneto Luca Zaia e i casi dei tribunali abruzzesi, il tema della geografia giudiziaria torna anche in Toscana.

«Le sedi distaccate non possono essere riaperte per legge. Empoli potrebbe avere la legittimazione per accreditarsi come un nuovo Tribunale», ha detto il viceministro della Giustizia Paolo Sisto. La sindaca Brenda Barnini ha precisato che «Non c'è stata nessuna rassicurazione rispetto alle prospettive di una possibile apertura di un tribunale a Empoli ma solo di una riapertura della sede distaccata del tribunale di Firenze». Tuttavia esiste una proposta in Senato che prevede di «attrarre sotto la propria competenza i comuni di Santa Croce sull'Arno, Castelfranco di Sotto, Montopoli in Val d'Arno e San Miniato per consentire l'apertura del nuovo tribunale».

La questione è aperta e oggetto di scontro. Qualche tempo fa sul tema è intervenuto l’ex procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, estremamente contrario.

Penalisti contro il Ddl Sicurezza

«L'intero impianto normativo del DDl è caratterizzato da ampie zone di imprecisione e di oscurità, ovvero la sovrapposizione a norme preesistenti che ne inficiano l'agevole interpretazione ed applicazione» e «appare soprattutto segnato da inammissibili profili di incostituzionalità, in considerazione della reiterata violazione dei principi di ragionevolezza, proporzionalità nella determinazione degli aumenti della pena, e dei principi di offensività e di tassatività e di determinatezza, con riferimento al disegno delle nuove fattispecie di reato e che pericolosamente mirano a punire il modo d'essere del soggetto piuttosto che il fatto».

Così scrive l'Unione Camere Penali, audita in commissioni congiunte Affari Costituzionali e giustizia della Camera sul ddl Sicurezza.

Istat sulla giustizia civile

L'Istat nel Report “Cittadini e giustizia civile” del 2023 fornisce una serie di dati utili per valutare l’andamento del settore civile, negli anni in cui si dovrebbero realizzare le scommesse del Pnrr in materia di durata dei processi.

Il 49,7% delle cause si sono concluse entro due anni; il 33,4% tra i due e i cinque anni successivi all'anno di inizio e il 16,9% delle cause per concludersi ha avuto bisogno di un periodo superiore a cinque anni.

Il Nord-ovest ha la quota più elevata di cause concluse entro due anni (56,2%) rispetto al Sud o alle Isole per le quali tale proporzione è minore: (rispettivamente 44,4% e 46,3%; media italiana 49,7%).

Le cause che si concludono più frequentemente entro due anni dall'avvio sono quelle relative a interdizioni/inabilitazioni (68,8% di tali cause), separazioni e divorzi (52,8%), incidenti stradali/contravvenzioni al Codice della strada (48,0%) e rilascio di un immobile e fermo amministrativo di bene mobile (47,3%).

Le cause che invece sono risultate durare più a lungo sono quelle relative a eredità e successioni (il 30,5% dura più di sei anni), diritti della persona (18,2%) proprietà su beni mobili e immobili (25,5%).

Quanto ai dati più soggettivi, nel corso della vita quasi 6 milioni di persone con 18 anni e più è stato coinvolto in una causa presso gli uffici giudiziari civili il 13,3% degli uomini e il 10,7% delle donne. Si tratta soprattutto di cause in ambito familiare, principalmente per separazioni e divorzi, e di cause per lavoro.

Un dato significativo è che il 54,2% delle persone di 18 anni e più che sono parte in una causa civile, o lo sono state in passato, si ritiene molto o abbastanza soddisfatto del sistema giudiziario. Solo il 28% dei cittadini coinvolti in una causa civile conosce i costi economici del processo al momento dell'avvio della causa.

La procura di Catania

La procura di Catania sarà contesa tra un candidato espressione dei gruppi associativi e uno che invece è sostenuto dai laici e dagli indipendenti (qui trovate un approfondimento).

La commissione Incarichi direttivi, dopo cinque settimane di rinvii, molte polemiche e dopo aver audito tutti i candidati, ha deciso: sarà una corsa a due, con da una parte il procuratore capo di Potenza Francesco Curcio e dall’altra l’aggiunto di Catania Francesco Puleio.

Peculiare, però, è la dinamica che ha portato questi due candidati ad ottenere tre voti a testa in commissione.

Curcio, “papa straniero” e considerato molto vicino al produratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, era il candidato più vicino alla corrente progressista di Area ma su di lui è confluita anche la preferenza di Unicost e, a sorpresa, anche quella dei conservatori di Magistratura indipendente. Si sta così rinsaldando un’asse inedito, che vede i due principali gruppi associativi uniti nonostante gli orientamenti opposti. Secondo fonti interne, si tratterebbe di tentativi di stabilizzare un accordo in vista della prossima presidenza dell’Associazione nazionale magistrati.

Dall’altra parte, invece, Puleio è stato sostenuto dal togato indipendente Andrea Mirenda, che è anche relatore della pratica e nei giorni scorsi aveva attaccato i gruppi perchè riteneva che volessero ritardare la nomina così da poterla fare “a pacchetto”. Su Puleio sono arrivati anche i due voti dei laici, quella in quota FdI Daniela Bianchini e di Ernesto Carbone di Italia Viva.

Fuori invece i nomi di Ignazio Fonzo, procuratore aggiunto di Catania e considerato uno dei candidati più preparati, e soprattutto l’ex consigliere del Csm, ex direttore del Dap e aggiunto a Catania, Sebastiano Ardita.

Avvocati di Milano contro la procura

L'ordine degli avvocati di Milano e Aiga si sono espresse  contro «la grave vicenda che vede due avvocati indagati dalla Procura di Milano per ricettazione».

La procura, nel corso delle indagini per un caso di criminalità turca, ha chiesto al Gip di adottare misure cautelari interdittive nei confronti dei legali di soggetti indagati, «assumendo che il pagamento dei compensi per la prestazione professionale potesse integrare il delitto di ricettazione». Il Gip ha però rigettato la richiesta.

La notizia è stata data pubblicamente dalla procura con una apposita conferenza stampa.

Le nomine al Csm

Alberto Sgambati è il nuovo procuratore dell'Aquila.

Aldo Policastro, attuale capo della procura di Benevento, e il sostituto pg di Cassazione Antonio Balsamo, sono i due candidati tra cui il plenum del Csm sceglierà il nuovo procuratore generale di Napoli.

Lucia Musti nuovo procuratore generale a Torino, Ettore Squillace Greco procuratore generale a Firenze: le due proposte arrivano all’unanimità in plenum.

La Commissione si è espressa in modo unanime anche sulla proposta di nomina di Andrea Pio Carlo Ghinetti a nuovo presidente del tribunale di Novara e di Walter Carlisi alla guida del tribunale di Sorveglianza di Caltanissetta.

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