Care lettrici, cari lettori

la polemica politica intorno al ruolo della magistratura rispetto al governo non si è ancora placata e ritorna sempre più spesso l’espressione «opposizione giudiziaria» utilizzata dal ministro della Difesa, Guido Crosetto.

In questo clima, tuttavia, il tavolo delle riforme anche in materia di giustizia prosegue. Sul tema si era espresso anche il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, nel dibattito che ho avuto con lui durante la due giorni di incontri organizzata da Domani e che ho sintetizzato in questa intervista.

La polemica

Da una parte sembrava che il governo fosse intenzionato ad abbassare i toni dello scontro con la magistratura, dall’altra però le frecciate e gli attacchi non si sono conclusi.

Ad esserne convinto è il segretario di AreaDg, Giovanni Zaccaro, che ha commentato la risposta scritta data dal ministro Nordio sul caso Apostolico, dicendo che «Il ministro Nordio pensa ad un illecito disciplinare dal contenuto fumoso e generico: una pistola puntata contro i magistrati scomodi o che si permettono di partecipare al dibattito pubblico sulla Giustizia».

Sul fronte del governo, invece, nuovi affondi sono arrivati anche dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha detto che «Ci sono stati sempre dei magistrati molto politicizzati e schierati con la sinistra e quindi che davano giudizi negativi su qualsiasi governo di centrodestra. Basti pensare a quello che è successo con Berlusconi... Ma ritengo che si tratti di una esigua minoranza, rumorosa, attiva ma un'esigua minoranza».

Anche il sottosegretario Andrea Delmastro, attualmente imputato per rivelazione del segreto nel caso Cospito, ha aggiunto che «Ci sono alcuni magistrati che hanno posizioni influenzate dalle loro ideologie».

Sisto sui Trojan

Il viceministro della Giustizia, Francesco paolo Sisto, è tornato sul tema delle intercettazioni e dei Trojan, spiegando che «Noi di Forza Italia ci battiamo contro i trojan, uno strumento invasivo che va usato solo per mafiosi e terroristi, perché viola il principio fondamentale della riservatezza. Allo stesso modo nessuno nega che le intercettazioni siano strumento fondamentale, ma in commissione chiederemo per la proroga delle intercettazioni una motivazione rafforzata. Si deve trattare di un sacrificio giustificato da emergenze che arrivano dall'indagine e non di una mera ripetizione per dire 'vediamo se per caso'», ha detto al convegno “Le mafie nell'era digitale”, organizzato a Palermo dalla Fondazione Magna Grecia.

Nordio sul femminicidio

Il ministro Nordio è intervenuto nell commissione di inchiesta sul femminicidio e ha detto che «Il patriarcato si è sedimentato nei millenni nell'animo dei maschi e in questo momento arrivano in Italia persone abituate a concepire la donna come una cosa. Dal loro punto di vista un atteggiamento che noi riteniamo criminoso è quasi inesplicabile che venga punito. Sono problemi che si accumulano e sta al giudice cercare di risolverli con razionalità e buon senso» e sul caso di Giulia Cecchettin, di cui ha partecipato al funerale a Padova, ha detto che «Il funerale di Giulia è stato straziante, ma da un punto di vista etico dobbiamo metterci anche nei panni dei genitori del'autore del reato, che sono in una situazione straziante», e «Siamo ancora molto indietro nello scopo di evitare, prima ancora che di punire questi delitti», «ce la mettiamo tutta come legislatori cosi come ce la mettono tutta i miei ex colleghi magistrati. Sia noi nel fare le leggi e sia loro nell'applicarle però a monte di tutto c'è l'educazione: l'educazione al rispetto, alla dignità, alla libertà e a vedere in ciascuno il riflesso di noi stessi».

Ritorna la loggia Ungheria?

Il gup di Milano, Guido Salvini, ha mandato a processo l’avvocato siciliano Piero Amara (autore delle rivelazioni sulla presunta loggia Ungheria) per calunnia nei confronti di alcuni esponenti delle istituzioni, mentre ha prosciolto Giuseppe Calafiore, ex collaboratore di Amara. Il dibattimento inizierà il 2 febbraio. 

Tuttavia, Salvini ha aggiunto un ulteriore elemento importante, perchè ha disposto la trasmissione degli atti alla procura per approfondimenti in merito al «reato di calunnia e/o agli altri reati prospettabili a seguito dei comportamenti attribuiti a sé dallo stesso Amara e da questi agli altri soggetti individuati quali persone offese nella richiesta di rinvio a giudizio» con riferimento a Lucia Lotti, Luigi De Ficchy e Francesco Saluzzo. In questo modo, dunque, si riaprirebbe almeno una parte dell’indagine sulla presunta loggia Ungheria, archiviata dal tribunale di Perugia. Nel provvedimento si chiede ai pm Roberta Amadeo e Stefano Civardi di valutare l'eventuale acquisizione dell'elenco dei presunti aderenti alla fantomatica associazione che si troverebbe a Dubai. Ciò per verificare se «il contesto descritto sia continuazione della disciolta associazione P2 o espressione/estensione del cosiddetto sistema Palamara». 

Il caso Apostolico

L’ispezione ministeriale al tribunale di Catania si è conclusa e nessun rilievo è stato mosso alla giudice Iolanda Apostolico, autrice dell’ordinanza che lasciò uscire dai cpr alcuni migranti disapplicando l’ultimo decreto sicurezza e poi al centro della polemica sulla sua presenza a una manifestazione contro Matteo Salvini.

Tuttavia, il ministro Nordio ha ipotizzato, rispondendo a una interrogazione, di reintrodurre per le toghe il divieto di comportamenti che, anche al di fuori dell'esercizio della funzione, possano minare il decoro del ruolo o che possano anche solo apparire come lesivi dell'imparzialità del giudice.

Nordio scrive che «al fine di evitare il ripetersi di situazioni analoghe a quella in esame, resta tema centrale l'eventuale reintroduzione nel nostro ordinamento (anche con una diversa modulazione pienamente aderente al principio di tipicità degli illeciti disciplinari), tra i doveri del magistrato, del divieto di 'tenere comportamenti, ancorché legittimi, che compromettano la credibilità personale, il prestigio e il decoro del magistrato o il prestigio dell'istituzione giudiziaria', con la seguente previsione, quale illecito disciplinare extrafunzionale, del divieto di tenere 'ogni altro comportamento tale da compromettere l'indipendenza, la terzietà e l'imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell'apparenza'».

La prescrizione

A fronte del fatto che il ministero della Giustizia ha presentato alle camere la sua proposta di modifica della prescrizione per come già modificata dalla riforma Cartabia, eliminando la prescrizione processuale, sono intervenuti i presidenti delle Corti d’Appello.

I 26 presidenti, infatti, hanno firmato una lettera indirizzata a Nordio in cui lanciano l’allarme sul rischio di «paralisi dell’intera attività delle corti di appello» nel caso in cui la riforma non contenga una disciplina transitoria.

«Ogni eventuale modifica imporrà, necessariamente, altra rivisitazione di parte molto consistente della pendenza di ciascun Ufficio» e «questa rivisitazione imporrà il materiale accesso a decine di migliaia di fascicoli cartacei pendenti. E non ‘a costo zero’, perché sarà ancora tempo, tanto, di magistrati e personale amministrativo che fronteggiano scoperture di organico rilevantissime, sottratto alla trattazione delle udienze, i cui tempi inevitabilmente si allungheranno. In questo contesto, l’assenza di una tempestiva, chiara, esauriente disciplina transitoria renderebbe tale gravosissimo lavoro ingovernabile e in definitiva inutile: ciò, in periodo di PNRR e pertinenti obiettivi da raggiungere». Inoltre «questo ennesimo ravvicinato intervento sul tema dell’influenza del passaggio del tempo sulla sorte del procedimento penale, e quindi sulla stessa possibilità di deliberare nel merito delle imputazioni è, questa volta, caratterizzato da problemi di diritto transitorio assolutamente nuovi e peculiari». Infine, «in un contesto di ben note attuali carenze pesantissime, di risorse umane e di sistemi informatici efficaci, potrebbe condurre alla paralisi dell’intera attività delle corti di appello ed alla moltiplicazione di definizioni per Prescrizione dei reati: contro le giuste aspettative della collettività».

Il Csm e la digitalizzazione

E' stato approvato all'unanimità dal plenum del Csm lo schema di convenzione quadriennale con la società a capitale pubblico Sogei per "la reingegnerizzazione" dei sistemi informatici, per raggiungere gli obiettivi di efficienza del sistema giustizia previsti dal Pnrr.

La convenzione dovrà rendere più moderni ed efficienti i propri sistemi informatici e di implementarne i livelli di sicurezza, ma anche di progettare strumenti di lavoro effettivamente aderenti agli standard di sicurezza e ai più recenti sviluppi tecnologici.

Il trasferimento dei procedimenti penali

Il Consiglio dell'Ue ha concordato la sua posizione negoziale su una proposta di legge dell'Ue relativa al trasferimento dei procedimenti penali. La proposta mira a prevenire inutili procedimenti paralleli e a contribuire all'efficiente e corretta amministrazione della Giustizia penale negli Stati membri. Questo regolamento, una volta adottato, stabilirà norme sul trasferimento dei procedimenti penali tra Stati membri.

Dunque, in futuro sarà possibile che le autorità di un paese possano chiedere il trasferimento di un procedimento in un altro paese sulla base di un elenco di critieri comuni, che includono: il reato è stato commesso nel territorio dello Stato membro nel quale il procedimento deve essere trasferito; uno o più indagati o imputati sono cittadini o residenti in quello Stato membro; nello Stato membro nel quale il procedimento deve essere trasferito sono presenti uno o più indagati o imputati; la maggior parte delle prove rilevanti per l'indagine o la maggior parte dei testimoni rilevanti si trovano/risiedono in quello Stato membro.

Il congresso del Cnf

I prossimi 15 e 16 dicembre, presso l’Ergife Palace Hotel in Roma, si terrà la sessione ulteriore del XXXV Congresso Nazionale Forense sul tema: “Un nuovo ordinamento per un’Avvocatura protagonista della tutela dei diritti nel tempo dei cambiamenti globali”.

La nuova presidente di Md

Nella sua prima riunione il Consiglio nazionale di Magistratura democratica, uscito dal Congresso di Napoli del 10-12 novembre 2023 ha eletto i nuovi organi direttivi dell'associazione di magistrati. Presidente è Silvia Albano, giudice del tribunale di Roma; confermato il segretario Stefano Musolino, procuratore aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria;

Nell'Esecutivo gli eletti sono: Ottavia Civitelli, giudice del tribunale di Castrovillari, Fabrizio Filice, giudice del tribunale di Milano, Andrea Natale, giudice del tribunale di Torino, Pina Porchi, giudice del tribunale di Palmi, Domenico Santoro, giudice del tribunale di Milano, Simone Silvestri, giudice del tribunale di Lucca, Elisabetta Tarquini, giudice della corte di appello di Firenze.

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