Le parole del capo dello stato sono state interpretate superficialmente. La sua è una narrazione opposta a quella del governo. Esiste e resiste un canale diretto i coordinatori della missione e i cardinali, che non esitano a parlare delle responsabilità del governo Netanyahu a differenza di Meloni, che anzi arriva a permettersi di richiamare all'ordine parlamentari della Repubblica come se fossimo ai suoi ordini o a sua disposizione, fingendo di non conoscere il mandato istituzionale al quale siamo chiamati a rispondere
Non avrei mai immaginato che fosse così difficile tenere un diario di bordo. Forse pensavo che su una barca ci fosse più tempo per scrivere, forse immaginavo che in una giornata sola potessero succedere molte meno cose. E invece, almeno su questa barca qui, spesso non c'è tempo nemmeno per dormire, mentre succedono talmente tante cose, che appena si scrive una riga è già vecchia.
La cosa che personalmente ho trovato più eclatante e più importante della giornata di venerdì è però senza dubbio una: l'ingresso sulla scena del presidente Sergio Mattarella, con tutta la sua umanità e autorevolezza (figura a cui, tra l'altro, mi ero permessa di rivolgere il mio primissimo appello, dopo aver deciso di partire con la Flotilla).
Tra interpretazioni eccessivamente superficiali, reazioni troppo rapide e tentativi di leggere cose che a mio avviso non c'erano affatto nel testo, si è alzato un fitto polverone di parole, tra le quali anche le mie e quelle di Arturo Scotto, ormai irrinunciabile compagno di viaggio e di elaborazione politica:
«Con le sue parole il presidente Mattarella riconosce il valore umanitario preziosissimo della Global Sumud Flottilla e, con una narrazione totalmente diversa da quella del governo, rinnova il suo sconcerto per le atroci sofferenze a cui è sottoposta la popolazione di Gaza, invitando gli attivisti a valutare seriamente la disponibilità del Patriarcato Latino di Gerusalemme. Reputiamo queste parole molto importanti, perché riconoscono il valore di una missione della società civile, nella sua piena autonomia, con la quale ci siamo messi e continuiamo a metterci a disposizione, che ha l'obiettivo di aprire un canale umanitario nel solco di una legalità internazionale violata dal governo di Israele con il blocco navale. Come abbiamo avuto già modo di dire, auspichiamo in tal senso che il dialogo tra i cardinali Zuppi e Pizzaballa e i coordinatori della Global Sumud Flotilla continui profuicamente, certi che sia per tutti gli interlocutori cruciale innanzitutto alleviare la sofferenza inimmaginabile della popolazione di Gaza».
Continua il dialogo
Dopo i molti sussulti della giornata e le tante notizie che si sono rincorse, anche di segno opposto tra di loro, siamo stati felici di ascoltare le parole di uno dei punti di riferimento del coordinamento della Flotilla, Tony La Piccirella, che in un video caricato sui social in serata ha ringraziato il presidente Mattarella e ha rassicurato tutti sulla prosecuzione delle interlocuzioni.
Esiste, sussiste e resiste, quindi, un canale diretto tra la testa della Flotilla e persone come i cardinali Zuppi e Pizzaballa, il cui atteggiamento verso la popolazione straziata della striscia di Gaza e le cui parole rispetto alle responsabilità del governo di Benjamin Netanyahu e rispetto alla necessità di ripristinare il diritto internazionale sono e sono sempre state forti, chiare e coerenti.
Cosa che, invece, non è affatto vera per il governo Meloni che continua a ritenere Israele un paese amico, che continua a opporsi (seppur con una crescente difficoltà, che si traduce in proposte lunari e senza costrutto come quella del «riconoscimento condizionato») al riconoscimento dello Stato di Palestina, che continua a permettere il commercio di armi con Israele, che continua a opporsi alla sospensione degli accordi di associazione con Israele in ogni sede in Europa, che continua a parlare di fantomatici canali istituzionali esistenti che potrebbero essere utilizzati (dimenticandosi che a Gaza c'è una carestia indotta, proprio perché questi canali non funzionano, volutamente), che arriva a permettersi di richiamare all'ordine parlamentari della Repubblica come se fossimo ai suoi ordini o a sua disposizione, fingendo di non conoscere il mandato istituzionale al quale, unico e solo, siamo chiamati a rispondere (con disciplina e onore).
Sono ore difficili, inutile negarlo. Ci sono state discussioni complicatissime, assemblee accese, rotture e ricomposizioni, ci sono state persone che hanno deciso di sbarcare e barche da riorganizzare. A rinfrancare lo spirito sono arrivate in serata le immagini di Netanyahu che rimane pressoché solo nel suo discorso delirante alle Nazioni Unite, mentre la stragrande maggioranza delle delegazioni lo contestano e lasciano l'aula. Il mondo intero, salvo sempre più isolate eccezioni, lo sta mettendo dalla parte sbagliata della storia. Noi, intanto, restiamo al fianco della Flotilla, che ha svelato al mondo intero, finalmente, quale sia quella giusta.
Le altre puntate del diario
© Riproduzione riservata



