- Da quando avvertì l’esigenza di condannare il carattere totalitario del fascismo Benedetto Croce elaborò la sua visione del liberalismo, inteso come una visione totale del mondo e della realtà
- Nella celebre polemica su liberalismo e liberismo, Croce difendeva una concezione ideale della libertà, in cui la sfera economica risultava solo strumentale
- Per Croce la libertà costituiva «la premessa sana e morale di tutti i partiti» e il liberalismo non poteva «rimpicciolirsi» in un partito, ma doveva rappresentare un «pre-partito»
In Elementi di politica, nel 1925, Benedetto Croce scriveva che la modesta attenzione da lui riservata fino a quel momento alla concezione liberale aveva certamente creato disorientamento fra i suoi lettori. È infatti a partire da quegli anni, da quando cioè avvertì l’esigenza di condannare il carattere totalitario del fascismo, che Croce elaborò la sua visione del liberalismo, inteso come una visione totale del mondo e della realtà. Come è stato rilevato da Giovanni Sartori, una teoria meta



