Al primo posto della classifica dei libri di inizio dell’estate – che è pur sempre un termometro semiotico della nazione (più della Borsa di Milano e delle dichiarazioni di Giuli e di Meloni messi insieme) che ci segnala che l’Italia che legge continua a dividersi tra gli affetti, le saghe e le patate fritte all’aria – svetta di nuovo Isabel Allende con Il mio nome è Emilia del Vale (Feltrinelli). È la storia epica della giovane donna che affronta la vita come fosse una telenovela cilena rivisitata da Virginia Woolf: amore, guerra, reinvenzione e una redenzione finale degna di un battesimo laico tra le acque della resilienza.

Secondo posto: L’amore mio non muore di Roberto Saviano (Einaudi Stile Libero), che si presenta con un titolo che sembra un tatuaggio sulla pelle ma è, invece, una cronaca d’amore tragico, tra il memoriale civile e l’invettiva contro la 'ndrangheta. L’autore mette in campo tutti gli elementi del melodramma etico: Rossella, la ragazza uccisa, è un’eroina involontaria, e Saviano la racconta con la furia sacra del testimone che ha letto Stendhal e ha guardato Gomorra. Il lettore soffre, si indigna e magari versa una lacrima eticamente compatibile.

Poi, terzo gradino per Benedetta Rossi, sacerdotessa delle friggitrici ad aria, che con In cucina con la friggitrice ad aria. 200 nuove ricette veloci e leggere (Mondadori Electa) ci insegna a cuocere le zucchine senza olio. La cultura italiana, dopotutto, è una questione di digestione: chi cucina con l’aria ricette e parole leggère non ha bisogno di lèggere Proust.

Da De Gregorio a Valerio

Al quarto posto Concita De Gregorio, che con Di madre in figlia (Feltrinelli) scrive un romanzo stratificato come una torta a tre piani della memoria: tre donne, tre epoche, tre stili narrativi che si parlano, si accarezzano, si rinfacciano dolori e verità taciute. Un libro che sembra scritto per quelle lettrici che hanno letto Ferrante e ora vogliono passare a un atlante emozionale più corto, ma non meno denso. C’è il segreto della nonna (c’è sempre un segreto), c’è la madre farmacista del sud (totem narrativo dal forte valore simbolico), c’è la guaritrice in convento.

Quinto: Stephen King con Never flinch – La lotteria degli innocenti (Sperling & Kupfer), dove il maestro dell’orrore torna in forma gotica e morale, raccontando il male come un algoritmo di sangue e redenzione. Dentro ci trovate un’assassino inquietante, una cantante gospel e una storia che più americana di così si muore. Un'opera che fonde suspense, profondità psicologica e grande intrattenimento, confermando, ancora una volta, la maestria di uno scrittore che non ha mai smesso di esplorare ciò che ci rende umani e ciò che ci rende mostri. E King non sbaglia un colpo: nemmeno quando scrive col pilota automatico, riesce a essere più profondo della media dei nostri premi letterari.

Al sesto posto entra in top ten Bozze non corrette di Stefano Bartezzaghi con Pier Mauro Tamburini. Per Mondadori. Il libro più figo dell’estate. È un gioco, è un giallo, è un manifesto di sentimento e risentimento intellettuale. Un correttore di bozze riceve messaggi cifrati dal suo amico scrittore suicida (forse): dagli errori si risale al senso, in una parabola che unisce gli errori al lutto elaborato via paratassi. È il libro perfetto per chi ha nostalgia delle Settimane Enigmistiche lette con la matita in spiaggia, ma oggi lavora nell’editoria e sogna la vendetta. Così se volete sapere come sia andata davvero quella faccenda della morte dello scrittore dovete trovare i mille errori contenuti nel libro e in ogni capitolo selezionare l’unico errore utile per comporre il messaggio nascosto.

Infine, tra le nuove entrate, segnaliamo i racconti ritrovati di Michela Murgia Anna della pioggia (Einaudi) – postumo letterario e militante, come solo lei sapeva fare – e La fila alle poste di Chiara Valerio (Sellerio), romanzo giallo e sentimentale in cui il delitto è il desiderio e la vittima è il tempo perso davanti allo sportello 6.

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