È un principe, ma è un uomo ferito nel profondo. Frustrato, represso, traumatizzato. Prova invidia per il fratello, nutre rabbia contro il padre, cova odio verso la matrigna.

«Aprii l’Amleto: un principe solitario (cioè Harry), ossessionato dal genitore defunto, (Diana) osserva quello superstite (Carlo) innamorarsi dell’usurpatore (Camilla) Richiusi il libro: grazie, non fa per me».

Shakespeare il più bravo di tutti nel costruire tragedie, uno che oltretutto della famiglia reale inglese ci capiva parecchio, aveva già previsto l’intera trama. E questa scena di Harry che legge Amleto e lo richiude, perché emotivamente non ce la fa, è una delle più belle di Spare; il suo libro, come tutto il mondo sa, in Italia edito da Mondadori, che, dopo le centomila della prima settimana, ne ha fatte sessanta la seconda. Numeri da capogiro per il principe, stressato, della classifica.

La vita intima di Ammaniti

A ruota, al secondo posto, con un’ottima partenza, sta Niccolò Ammaniti con La vita intima. Da Einaudi Stile libero. Con cui l’autore torna in libreria a distanza di otto anni dall’ultimo libro Anna. Di questo libro ha scritto a lungo un altro scrittore, Tiziano Scarpa, domenica scorsa su Domani.

Non era scontato. Quanti sono gli scrittori italiani che dopo un’assenza del genere suscitano tanto interesse? Evidentemente le storie di Ammaniti hanno una potenza narrativa tale da colpire l’immaginario letterario delle lettrici, per lo più, e dei lettori, meno, di romanzi.
Questo accade perché Ammaniti è l’inventore di storie e, soprattutto, di personaggi più bravo della letteratura dei nostri anni. A memoria: memorabili il chitarrista e la prof di Ti prendo e ti porta via, Michele, il bambino di Io non ho paura, Lorenzo e Olivia di Io e te. Ma anche i personaggi pulp degli inizi, ricordo un’Alba tragica, una fantastica Parietti vampira e cannibale. Al centro di La vita intima sta Maria Cristina Palma in un sol colpo la moglie del presidente del Consiglio italiano e la donna più bella del mondo. Sullo sfondo cameo  della madre, Teresa Sangermano, che quando lei è bambina le fa questo discorso formativo e programmatico. «La bellezza, senza coraggio, è un guaio. Proprio perché sei bella non verrai presa sul serio e ti dovrai impegnare cento volte di più delle altre per dimostrare che sei intelligente, profonda, per non essere usata e trattata come una scema dagli uomini. Noi, che abbiamo il sangue dei Sangermano, dobbiamo fottercene del giudizio della gente. Persino tuo padre, che è uno stronzo, ha scalato l’Everest. Tu, gioia, non emergi per carattere, ma almeno impara a portare la bellezza come una regina». E poi c’è Il Bruco, il social manager, e c’è Walter Sarti, l’ex fidanzato fantastico bellimbusto.  E alberghi romani e case di campagna conquistate da cani randagi. E social media manager laureati che abitano in una roulotte, e i mostri del nostro tempo. Perché Ammaniti ha lo sguardo comico e cattivo, beffardo e amaro, di un Dino Risi contemporaneo.

Padre Georg e papa Ratzinger

Spare è rubricato nella saggistica. Al secondo posto c’è il libro di Georg Gänswein Nient’altro che la verità, Piemme, che racconta la sua vita al fianco di Benedetto XVI. Un racconto  schietto in cui, coadiuvato dalla esperta penna del vaticanista Saverio Gaeta, monsignor Gänswein propone l'autorevole ricostruzione di un periodo molto difficile per la chiesa cattolica, affrontando gli interrogativi su enigmatiche vicende, quali i dossier di Vatileaks e i misteri del caso Orlandi, lo scandalo della pedofilia e i rapporti fra il papa emerito e il successore Francesco. Per un effetto stravagante di questa classifica, dopo un principe e un monsignore, al terzo posto sta un papa. Che cos’è il Cristianesimo. Quasi un testamento spirituale, il libro che papa Benedetto XVI ha voluto fosse pubblicato dopo la sua scomparsa. Da Mondadori.

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