Lo Strega si prende la cima della classifica. È prima, e lo è su Amazon e le altre piattaforme, Ada D’Adamo, che ha vinto il più importante premio letterario italiano con il suo commovente Come d’aria, entrato nella dozzina del premio Strega il giorno prima della sua morte, il 31 marzo. Pubblicato da Eliott. Una piccola casa editrice di certo non abituata all’aria rarefatta della vetta.

È un libro potente e breve, tanto che forse il ministro della Cultura ha nel frattempo fatto in tempo a leggere e riflettere. Racconta di sua figlia Daria, nata quasi 18 anni fa con una disabilità gravissima per via di una mancata diagnosi, una disabilità che le precludeva la speranza di arrivare un giorno a camminare o a parlare e imponeva un’attenzione, un accudimento senza freni. E lo racconta da madre malata. La sua vicenda rende il premio un piccolo trionfo sulla morte.

Il cognome delle donne

Feltrinelli, seconda per 15 voti con Rosella Postorino, porta in classifica l’esordio di Aurora Tamigio, un romanzo familiare ampio e dal passo veloce, fatto di tutti gli ingredienti che servono per farsi notare: epica popolare, saggezza antica e leggerezza immaginifica, riso e pianto, personaggi memorabili impossibili da dimenticare.

Sembra una ricetta semplice, e non lo è. Come sa bene chi scrive, e sa chi pubblica libri. Semplice è leggerlo. Non ci si ferma più fino all’ultima parola. All’origine c’è Rosa. Nata nella Sicilia di inizio Novecento, cresciuta in un paesino arroccato sulle montagne, rivela sin da bambina di essere fatta della materia del suo nome, ossia di fiori che rispuntano sempre, di frutti buoni contro i malanni, di legno resistente e spinoso. Al padre e ai fratelli, che possono tutto, non si piega mai sino in fondo.

«Lo sapete, vero, che il cognome delle donne è una cosa che non esiste. Portiamo sempre quello di un altro maschio.»

«Comincia tu a tenerti il tuo, e poi si vede.»

Cosa resta dell’eredità delle nonne, delle madri, di tutte le donne venute prima di noi?

Titolo programmatico: Il cognome delle donne. Un po’ Ferrante che incontra Murgia. Sempre in classifica il suo romanzo corale, fatto di una rete di personaggi come fossero i protagonisti narrativi della sua famiglia queer, Tre ciotole, Mondadori.

Il libro dei Bts

Per la sua felicità, di Murgia che ne è pazza, entrano trionfalmente anche nella classifica dei libri i Bts, il gruppo musicale sudcoreano più seguito e amato al mondo. Un altro modo di declinare il gruppo, la rete di relazioni, insomma la famiglia queer. Michela Murgia è malata e li ascolta con soddisfazione e felicità in continuazione. Beyond the story, il racconto di 10 anni di Bts, il libro da Mondadori.
Così, scegliendo di muoversi su un terreno mai battuto prima, alimentano la loro speciale capacità di illuminare le giornate. Anche quelle di Michela Murgia. Il suo sorriso si è illuminato di gioia e di ironia quando gliel’ho regalato. E mi ha detto che lo sta leggendo con grande divertimento e interesse. E che la sua volontà è di poterlo presentare ai primi di settembre al festival della Letteratura di Mantova. I Bts, acronimo di "Bangtan Sonyeondan" o "Beyond the Scene", sono una boy band della Corea del Sud che ha debuttato il 13 giugno 2013. I membri dei Bts sono RM, Jin, SUGA, j-hope, Jimin, V e Jung Kook.

Sono stati accolti con entusiasmo in tutto il mondo, superando i confini di nazioni, etnie, lingue, genere e generazioni grazie alla loro musica, alle loro esibizioni appassionate e al loro profondo legame con i fan.  Sono sempre alla ricerca di nuovi modi per ricambiare, attraverso la loro musica, l’amore che ricevono.

Dato che, come artisti digitali, i Bts comunicano con il mondo attraverso Internet, in questo libro i lettori possono accedere immediatamente a trailer, video musicali e altri materiali online per avere una comprensione dettagliata di tutti i momenti chiave della loro storia.

È davvero un peccato che questi giovani artisti non abbiano contezza di avere tra i propri fan una delle più importanti scrittrici, intellettuali e attiviste italiane. Ma non è detto. Murgia lo studia da anni il coreano. Quella lingua attende i suoi romanzi memorabili: Accabadora, Chirù, Tre ciotole.

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