- Stanno affiorando diverse opere metaletterarie con caratteristiche comuni. Narrano dello scontro tra due paradigmi editoriali antitetici, la scrittura di progetto contro il bestsellerismo, la letteratura contro il genere, l’impegno intellettuale contro il disimpegno dell’intrattenimento puro
- Queste storie hanno il merito di far ragionare il lettore sulla letteratura come intrattenimento e sulla cultura bestsellerista. Come nei titoli Sara assente l’autore di Giampaolo Simi e I manoscritti dei morti viventi di Giovanni Mariotti.
- Ma da dove viene l’esigenza di ridere grazie a storie di scrittori? La risata è un elemento dirompente: quando una situazione diventa insostenibile si può sfasciare tutto oppure mettersi a ridere.
La letteratura è piena zeppa di scrittori immaginari (ma del tutto verosimili). Lasciando da parte la numerosissima galleria degli scrittori che si sono dotati di un alter ego – su tutti Fante con Arturo Bandini, Bukowski con Henry “Hank” Chinaski, Roth con Nathan Zuckerman – la bibliografia di opere il cui protagonista è uno scrittore di pura invenzione è molto lunga. Si va dalla Morte a Venezia di Thomas Mann a Wonder Boys di Michael Chabon, dal Ritratto dell’artista da giovane di James Joy



