- Jhumpa Lahiri ha pronunciato questa lezione su Antonio Gramsci traduttore in occasione del conferimento della laurea ad honorem in Specialized Translation presso il dipartimento di Interpretazione e traduzione dell'Università di Bologna Alma Mater Studiorum.
- Nel testo la scrittrice e studiosa sospesa tra lingue e culture, si rispecchia nell’altrettanto poliedrica figura di Gramsci che emerge dalle Lettere dal carcere, nella cui sostanza materiale, emotiva e linguistica si staglia il profilo di un padre, figlio, sposo che interroga la storia e spera che il nostro mondo possa diventare giusto e tollerabile.
- Il traduttore e la traduttrice hanno un ruolo attivo anche, forse soprattutto, quando sono confinati: partecipano del farsi della storia in un andirivieni di senso e d’identità.
Quando sono a Roma e passo davanti al carcere di Regina Coeli a Trastevere, penso a Gramsci. Mi sono trovata più di una volta davanti alla sua ultima dimora nel cimitero protestante di Testaccio. Quando però mi hanno chiesto di parlare delle sue lettere, per celebrarne la nuova e definitiva edizione critica presso Einaudi, ero lontana da Roma, e insegnavo un corso di traduzione in remoto a un gruppo di studenti universitari a Princeton, nel New Jersey. Non stupirà che immergermi nella realtà



