- «La forma più grande e potente di politica identitaria è la supremazia bianca. È quella che supera tutte le altre messe insieme, ma è sempre stata considerata naturale, quindi non ci si è preoccupati di parlarne»
- «Quello che è successo è che ora altri gruppi fanno pressione per far valere i propri diritti e la propria identità, che lo facciano in modo giusto o sbagliato, a ogni modo sostanzialmente prendono parte al gioco».
- «Se di qualcuno non apprezziamo i punti di vista, non bisogna cacciarlo dal campus. Non si interrompono i suoi incontri. Non si vandalizza il suo ufficio. Non gli si mandano minacce di morte. Si lascia che venga nel campus e che parli».
Noam Chomsky, professore emerito di Linguistica al Massachusetts institute of technology, è stato per molti decenni uno dei critici più importanti della politica estera degli Stati Uniti. In questa conversazione Chomsky e Yascha Mounk discutono discutono dell’America e del mondo, di ieri e di oggi. Yascha Mounk: Vorrei iniziare la nostra conversazione con una domanda sul cuore del suo lavoro scientifico. Qual è l’idea della grammatica universale e cosa questo ci dice di come dovremmo pensa



