Europa

L’Europa trent’anni dopo Maastricht. Una nuova riforma ci sarebbe, ma manca la visione

Le panchine di diverse città europee sono state ridipinte dagli europeisti con la bandiera Ue. Qui nei giardini\\u00A0Oreste del Buono di Milano in onore di\\u00A0David Sassoli. Foto Ansa
Le panchine di diverse città europee sono state ridipinte dagli europeisti con la bandiera Ue. Qui nei giardini Oreste del Buono di Milano in onore di David Sassoli. Foto Ansa

Negli anni Novanta prendeva forma un’Unione con tanti limiti, soprattutto sul lato sociale, ma con molto slancio. E leader come Delors. Oggi, a dispetto delle tante crisi in corso, manca una chiara volontà di rilanciare l’integrazione politica. E pure i capi di governo latitano. Lo si vede anche da come sta andando l’iniziativa solitaria dell’Europarlamento per riformare i trattati

Snobbati dai governi, abbandonati dai leader, nella quarta settimana di novembre gli eurodeputati, con un voto in plenaria, spingeranno per una riforma dei trattati. Ovviamente si defileranno sovranisti e conservatori, i gruppi di riferimento di Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Nella migliore delle ipotesi gli eletti europei, che sono a fine mandato, otterranno che se ne riparli dopo giugno 2024. E già da qui si vede la distanza siderale che ci separa da un altro novembre, il primo novembre 1

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