Le parole d’ordine sono quelle di sempre: difesa della patria, no all’Unione europea e tutela dei valori cristiani. Ma dopo la pandemia si sono aggiunte altre battaglie, come la contrarietà ai vaccini e il no al Green pass, nonostante oggi la certificazione verde non sia più richiesta per la stragrande maggioranza delle attività. La galassia di estrema destra risponde “presente” alle elezioni del 25 settembre, sfidando anche il centrodestra sovranista, guidato da Fratelli d’Italia.

Paragone e CasaPound

Il mantra dei neofascisti è quello di andare oltre il sistema e quindi agli schieramenti in campo. I più noti esponenti delle forze nere sono sparpagliati in diverse liste. E sono stati gli unici ad agitare i temi della pandemia, fin dall’inizio della campagna elettorale, seppur declinati a loro piacimento.

Un dibattito avviato ben prima della candidatura di Andrea Crisanti nelle liste del Pd. Sull’asse ostile alla «dittatura sanitaria» è nata la sintonia tra Italexit, il partito fondato da Gianluigi Paragone, e CasaPound Italia (Cpi).

La comunanza di vedute si è sostanziata con la scelta del giornalista, che ha candidato alla camera Carlotta Chiaraluce, compagna di Luca Marsella, storico portavoce dell’associazione di estrema destra. Chiaraluce, 38 anni, è la punta di diamante del movimento, protagonista del miglior risultato elettorale di sempre, nel 2017, quando nel municipio di Ostia, a Roma, ottenne 1.788 preferenze, pari al nove per cento dei voti.

Da allora, CasaPound ha però inanellato una serie di sconfitte. L’ultimo flop è datato 2019: alle europee ha raggiunto appena lo 0,3 per cento. Il presidente Gianluca Iannone ha perciò cambiato strategia: niente più partecipazione diretta al voto ed è iniziata di conseguenza una fase nuova, caratterizzata da una maggiore fluidità. Viene fornito l’appoggio, di volta in volta, alle liste considerate più vicine.

Polemiche No-vax

Un modello già perseguito alle ultime comunali a Lucca, in cui Fabio Barsanti, ex leader locale di Cpi, ha garantito il sostegno al candidato di centrodestra, poi vincente, Mario Pardini. La svolta sulla mimetizzazione politica non è stata indolore, ha provocato qualche addio, come quella di Mauro Antonini, storico coordinatore di CasaPound nel Lazio, approdato alla corte della Lega. Per il voto del 25 settembre il partner prescelto è stato, appunto, Italexit. Chiaraluce ha trovato un naturale interlocutore nel progetto di Paragone, rilanciando l’impegno No pass e contro il «sistema».

La decisione di indicare Chiaraluce come capolista è stata anche la ragione che ha portato alla rottura tra Italexit e Alternativa, il partito fondato dagli ex del M5s con posizioni marcatamente no pass. «Non c’è spazio per veicolare candidati in cui prevalgono connotazioni personali d’ispirazione fascista militante», ha detto Pino Cabras, presidente di Alternativa.

Paragone ha tirato dritto, senza fare alcuna selezione all’ingresso rispetto ai saluti romani e alle posizioni estremiste. «Eppure, ogni forza politica che si candidi a queste elezioni dovrebbe, per statuto, prevedere l’allontanamento di soggetti legati a queste frange», dice Andrea Maestri, ex deputato e firmatario di una proposta di legge per favorire lo scioglimento di partito di ispirazione fascista.

Mentre CasaPound si allea con formazioni affini, a sbandierare il vessillo di ispirazione neofascista resta Forza nuova: a poco meno di un anno dall’assalto alla sede della Cgil, il partito non è stato sciolto. Il sito è tuttora sotto sequestro, ma dal punto di vista giuridico la formazione estremista non è stata dichiarata fuori legge, tanto che ha depositato il simbolo al Viminale, entro i termini previsti.

L’intento è quello di poter correre alle prossime elezioni, sperando nell’esenzione delle firme attraverso il collegamento, presente nel logo, con l’associazione europea di estrema destra Apf. Un cavillo che non rende scontata la presenza sulle schede, ma certifica la rinnovata vitalità registrata dai neofascisti dopo la scarcerazione del segretario, Roberto Fiore.

Castellino e co

Forza nuova è comunque uscita ammaccata dagli arresti, disposti dopo le violenze dell’ottobre 2021. Un altro volto storico dell’organizzazione, Giuliano Castellino, appena uscito dal carcere, ha annunciato l’adesione al movimento di monsignor Viganò, interprete di un pensiero cattolico estremista, ideologo di un’alleanza anti globalista.

«Non vogliamo più stare all’angolo», ha sostenuto Castellino, motivando la decisione di intraprendere una nuova strada. Anche se dal punto di vista ideologico non cambia molto: «Ci sono milioni di italiani che non si sono vaccinati e altrettanti che si sono pentiti di averlo fatto». Tesi No-vax, dunque.

Su posizioni si ritrova anche Simone Di Stefano, ex volto mediatico e segretario di CasaPound. Nei mesi scorsi ha consumato la rottura: era dato in avvicinamento a Fratelli d’Italia, invece si è messo in proprio fondando Exit, un movimento tutto suo «contro l’oppressione digitale, libertà di scelta per le vaccinazioni, libertà economica per l’Italia e gli italiani», è la mission leggibile sul profilo Twitter.

Sulla base della condivisione dei valori etici e politici è stata cementata l’alleanza elettorale con il Popolo della famiglia, Mario Adinolfi, facendo così nascere la lista Alternativa per l’Italia, impegnata nella raccolta firme, che nella parte alta del simbolo ostenta la dicitura «no green pass». Il nuovo collante delle forze estremiste che vogliono combattere il sistema. Con slogan riadattati ai tempi, ma che riconducono a una precisa matrice.

 

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