Un rapporto presentato dalla Commissione reale svela 50 anni di violenze nella chiesa cattolica neozelandese: oltre 1.300 i bambini abusati. A Domani denunciano: «La chiesa fa solo gesti simbolici».
- In Nuova Zelanda un rapporto dettagliato ha rilevato violenze su minori da parte del 14% del clero cattolico, inclusi religiosi e suore. Sono oltre cento i laici coinvolti.
- Per i coordinatori delle indagini, le cifre sottostimano la portata reale del fenomeno, tra centinaia di persone non ancora identificate e istituti cattolici finiti sotto indagine.
- Le vittime oggi riconoscono che l’ascolto non è sufficiente. Da ciò l’importanza di una commissione indipendente, diversamente da quanto prospettano i vescovi italiani.
Se «il mondo si vede meglio dalle periferie» come ha detto di recente papa Francesco, in Nuova Zelanda si consuma l’ultimo strappo della chiesa di Roma in fatto di abusi. Dal 1950 al 2000, nel paese oltre 1.300 minori e 164 adulti hanno riferito di essere stati abusati in ambienti cattolici. È quanto ha reso noto nei giorni scorsi la Commissione reale neozelandese, istituita dal primo ministro Jacinda Ardern nel 2018, ma che solo negli ultimi due anni ha inserito nelle indagini le istituzioni



