«Proposte nuove e concrete dagli Stati Uniti non sono ancora arrivate». Il Cremlino risponde seccamente a Donald Trump, che nel fine settimana aveva detto di aver discusso con Vladimir Putin di un possibile cessate il fuoco in Ucraina, assicurando che il leader russo «vuole che la gente smetta di morire». Nel frattempo, è arrivato anche il commento della Commissione europea sulla telefonata Putin-Trump: «La nostra posizione è chiara: nulla sull’Ucraina senza l’Ucraina».

La trattativa

Trump sembra iniziare a rendersi conto che risolvere il conflitto in Ucraina non è la passeggiata che sperava di chiudere in 24 ore. Il Cremlino, in particolare, segnala chiaramente di non accontentarsi di un accordo a metà, forte dei successi militari sul campo.

Secondo il viceministro degli Esteri russo, Serghei Ryabkov, al momento «non si vedono cambiamenti» nell’atteggiamento degli americani, che «continuano ad assistere Kiev». Tradotto: Mosca non vuole sentir parlare di un’Ucraina armata dagli Stati Uniti. La “neutralità” ucraina, condizione imprescindibile per avviare i negoziati, significa niente Nato per Kiev, niente armi e quindi nessuna possibilità di opporsi a future aggressioni.

Questa è la posizione attuale del Cremlino, ma secondo alcuni membri dell’amministrazione Trump potrebbe cambiare se Washington introducesse nuove sanzioni per spingere Putin a trattare. Secondo il network americano NBC, infatti, il team di Trump sarebbe diviso tra “colombe”, ansiose di scaricare Kiev il prima possibile, e “falchi”, come l’inviato per l’Ucraina Keith Kellogg, che preferirebbero una pace meno umiliante per gli ucraini e i loro alleati, anche se questo dovesse allungare i tempi per portare a un cessate il fuoco.

Una settimana intensa

Nei prossimi giorni dovremmo avere un quadro più chiaro su chi avrà la meglio in questo confronto. L’inviato per l’Ucraina Kellogg sarà questa settimana alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, in Germania, insieme al vicepresidente Usa, J.D. Vance, che ha già annunciato un incontro con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Negli ultimi giorni, il leader ucraino ha ribadito la sua disponibilità a incontrare Putin e a discutere di pace «in qualsiasi formato», a patto che Stati Uniti ed Europa offrano al suo paese garanzie militari in grado di scongiurare futuri attacchi russi. Trump ha dichiarato di essere pronto a garantire nuovi aiuti a Kiev in cambio di diritti per lo sfruttamento delle terre rare ucraine (un accordo per ora piuttosto nebuloso), ma la reazione del Cremlino fa sospettare che per Putin una soluzione simile potrebbe essere inaccettabile, almeno in un primo momento.

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