Candidate o bandierine?

Il rogo dei nomi di donne ha scongiurato (anche stavolta) il cambiamento

  • La settimana convulsa di votazioni per eleggere il presidente della Repubblica ha raccontato il disagio e l’incapacità della politica di fronte alla possibilità concreta di portare una donna al Quirinale.
  • L’anomalia di un paese dove il monopolio maschile del potere politico si scontra con la forza delle donne nella società ha prodotto la corsa tra leader per intestarsi l’iniziativa della prima presidente della Repubblica.
  • La figura femminile è stata evocata come salvezza e giocata come diversivo, usata come strumento o carta vincente. Ma infine, in ognuna dei volti che ha assunto, è stata bruciata, come in un rogo liberatorio che, ancora una volta, ha messo l’ordine dei generi al riparo dal cambiamento.

Ho visto cose, durante la settimana convulsa di votazioni per eleggere il presidente della Repubblica. Cose che hanno raccontato il disagio e l’incapacità della politica di fronte alla possibilità concreta di portare una donna al Quirinale, prima che l’accordo ricadesse sul bis di Sergio Mattarella. Ho visto Matteo Salvini – lo stesso leader che ha esposto ragazze minorenni all’odio social, che ha sostenuto la controriforma sul diritto di famiglia di Simone Pillon, che pochi anni fa da un pal

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