Proteste dentro e fuori dal Forum, un centinaio di manifestanti ha chiesto nuovamente l’esclusione di Israele dalle competizioni sportive, ricordando gli oltre 800 atleti uccisi a Gaza. Dentro al palazzetto, però, poco spazio al dissenso: bandiere e striscioni “pro-Pal” fatti rimuovere e un consigliere regionale identificato per aver esposto una bandiera della Palestina. Intanto per l’Euroleague, da dicembre, le squadre israeliane potranno tornare a giocare nelle proprie città
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Mentre cresce l’attesa per il match di stasera, 21 novembre, tra Virtus Bologna e Maccabi Tel Aviv, nella serata di giovedì l’Eurolega ha regalato un altro incrocio tra Italia e Israele. Al forum di Assago l’Hapoel Tel Aviv, capolista nella massima competizione europea, ha sconfitto nettamente l’Olimpia Milano mettendo in mostra tutti i limiti della squadra di coach Ettore Messina.
Ma mentre sul parquet l’Hapoel ha dominato in lungo e in largo sul club biancorosso, sugli spalti e fuori dall’impianto a prendersi la scena sono state le proteste contro la presenza di squadre israeliane nelle competizioni sportive.
All’esterno del forum si sono riuniti un centinaio di manifestanti per «mostrare il cartellino rosso a Israele» mentre dentro l’impianto la digos interveniva per far rimuovere bandiere e striscioni in solidarietà con il popolo palestinese.
Fuori dal forum
All’esterno del Forum la partita era iniziata ore prima della palla a due. Già dal tardo pomeriggio decine di persone si erano radunate fuori dall’impianto per esprimere la loro ferma condanna all’arrivo a Milano della squadra israeliana. Con l’avvicinarsi della partita i manifestanti si sono spostati in prossimità dell’ingresso del settore ospiti, proprio al termine del ponte pedonale che collega il Forum alla vicina fermata della metropolitana.
Li sono stati srotolati striscioni di supporto alla campagna «Show Israel the red card», che da settimane porta avanti la richiesta di escludere le squadre israeliane dalle competizioni europee.
«Israele - dicono i manifestanti - porta avanti una campagna di sportwashing per ripulire la sua immagine. È intollerabile, soprattutto se consideriamo che hanno ucciso più di 800 atleti a Gaza». Una posizione rilanciata da varie realtà del movimento pro-Pal milanese, che sui social hanno invitato tutti a boicottare le competizioni a cui partecipano squadre israeliane: «Vogliono - si legge sulla pagina del collettivo Kasciavit - ripulire l’immagine di uno stato criminale, legittimandone le azioni e dirottando l'attenzione da un genocidio che non si è mai fermato. Noi vogliamo mostrare che un’altra Milano esiste: una Milano che resiste che si oppone a chi viola i diritti umani. Una Milano che sceglie di stare dalla parte giusta della storia».
Il presidio, rimasto compatto fino all’inizio della partita, si è svolto senza tensioni sotto gli occhi di un folto schieramento di forze dell’ordine, che ha impedito ai manifestanti di muoversi dal piazzale antistante il Forum. Così, mentre dai varchi di accesso i tifosi entravano ordinatamente per seguire la partita, in lontananza proseguivano i cori e i discorsi dei manifestanti.
Il clima sugli spalti
E mentre le proteste fuori dal Forum proseguivano ininterrottamente, anche all’interno dell’impianto qualcuno ha provato a mostrare la propria solidarietà con il popolo palestinese.
Tra chi ha provato ad alzare la voce per denunciare il genocidio in corso c’era anche Luca Paladini, consigliere regionale e da sempre impegnato in battaglie per i diritti. «Mi autodenuncio in partenza - aveva scritto sui social il giorno prima della partita - Andrò al Forum con una bandiera palestinese. Andrò per ricordare cosa è successo e continua a succedere lì».
Un post in cui si augurava che non ci fossero censure e auspicando che «a me, come a tanti altri che so che faranno la stessa cosa, non sia sequestrata all’ingresso». Un auspicio che si è però rivelato infondato. Pochi minuti dopo aver esposto la bandiera, ancor prima dell’inizio della partita, Paladini è stato raggiunto da agenti della Digos che, secondo quanto denuncia il consigliere sui social, lo avrebbero identificato intimandogli di mettere via il vessillo.
Ma quella di Paladini non è stata l’unica dimostrazione di dissenso dentro al Forum. Nelle ore prima della partita i “Milano Brothers”, il tifo organizzato milanese, ha chiesto a tutti i tifosi di sventolare un panno bianco per i cinque minuti che separano la presentazione delle squadre e l’inizio della partita. «Mentre il palazzetto si illumina in Palestina prosegue il genocidio - si legge nel comunicato della curva biancorossa - ma lo sport non è mai solo un gioco».
È andata così in scena una panolada accompagnata da uno striscione eloquente esposto nella curva di casa sopra a quello, sempre presente contro il nuovo protocollo sul tifo: «Euroleague, shame on you» (Eurolega, vergognati).
Nulla hanno potuto le forze dell’ordine contro una dimostrazione collettiva di solidarietà alla Palestina. Ma lo stesso trattamento riservato a Paladini si è ripetuto in altri settori come del caso dello striscione «Free Palestine» esposto da alcuni ragazzi nel settore adiacente la curva e subito fatto rimuovere dalle autorità.
Eurolega
La lunga serata di Milano sembra essere solo un preludio di quanto potrebbe accadere questa sera a Bologna, dove la Virtus ospita l’altra squadra di Tel Aviv, il Maccabi, in Eurolega. Nel capoluogo emiliano la tensione è molto alta da giorni e si temono proteste più dure di quelle che si sono registrate a Milano. Ma l’Italia non è un caso isolato. Anche nel resto d’Europa negli ultimi mesi si sono levate voci critiche nei confronti di Euroleague con richieste sempre più frequenti di escludere le società israeliane dalle competizioni europee.
Richieste a cui Euroleague non ha badato più di tanto decidendo, invece, di andare nella direzione opposta: da dicembre nelle due competizioni organizzate dalla federazione, l’Eurolega e l’Eurocup, le squadre israeliane non solo non saranno escluse, ma potranno tornare a giocare nelle proprie città. Dopo due anni trascorsi giocando in campi neutri, a Belgrado il Maccabi e a Sofia l’Hapoel, dal mese prossimo si tornerà a giocare a Tel Aviv. Con buona pace di chi ne chiedeva l’esclusione.
La prima italiana a tornare in Israele sarà Venezia che il 4 dicembre affronterà l’Hapoel Gerusalemme in Eurocup. Milano volerà a Tel Aviv solo il 26 febbraio con l’Hapoel dovendo affrontare il Maccabi la settimana prossima. La Virtus avrà due trasferte: 19 marzo (Hapoel) e 16 aprile (Maccabi).
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