futuro della medicina

Perché l’intelligenza artificiale ha fallito nella lotta contro il Covid

PRODUCTION - 26 May 2021, Baden-Wuerttemberg, Weingarten: Benjamin St'hle (l), deputy head of the Institute for Artificial Intelligence at the Ravensburg-Weingarten University of Applied Sciences, and Julian Kr'ger, head of the Magdalena nursing home in Ehningen, test the Pepper nursing robot at the university in Weingarten. (to dpa \\\"Helpers without risk of infection: Is the hour of the robots now?\\\") Photo by: Felix K'stle/picture-alliance/dpa/AP Images
PRODUCTION - 26 May 2021, Baden-Wuerttemberg, Weingarten: Benjamin St'hle (l), deputy head of the Institute for Artificial Intelligence at the Ravensburg-Weingarten University of Applied Sciences, and Julian Kr'ger, head of the Magdalena nursing home in Ehningen, test the Pepper nursing robot at the university in Weingarten. (to dpa "Helpers without risk of infection: Is the hour of the robots now?") Photo by: Felix K'stle/picture-alliance/dpa/AP Images

Dati raccolti di fretta e non diversificati, differenze tra nazioni e una complessità difficile da gestire: la pandemia si è rivelata troppo ardua anche per il deep learning, ma la colpa è soprattutto nostra

  • Nonostante le grandi aspettative e i primi successi, due studi hanno dimostrato come praticamente nessun software basato su intelligenza artificiale si sia rivelato utile nel contrasto della pandemia
  • Come sempre nel caso dell’intelligenza artificiale, il risultato dipende prima di tutto dalla bontà dei dati utilizzati per l’addestramento, e in questo settore sono stati commessi parecchi errori
  • Preparandoci alla prossima pandemia, dobbiamo ricordare che l’intelligenza artificiale è uno strumento che può potenzialmente aiutare in queste situazioni eccezionali: siamo noi che dobbiamo imparare a usarla meglio.

Nell’ottobre 2020, nel pieno della pandemia, veniva presentato un sistema basato su deep learning in grado di individuare chi avesse contratto il Covid solo registrando e ascoltando la sua voce o dei brevi colpi di tosse. Tramite un’app per smartphone, questo software prometteva di riconoscere le persone infette, anche se asintomatiche, in maniera immediata e non invasiva. Due anni dopo, di questo sistema si sono perse le tracce. Non è un caso unico: se la pandemia poteva essere il primo gran

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